Singer, Winnaretta, principessa di Polignac (1865-1943)

Anche se le lesbiche non hanno, generalmente, una passione devastante per filo, aghi e cucito vario, il cognome di questa donna ricorderà sicuramente qualcosa a qualcuna!? Eh, sì!
E pensare che questa grande signora fece attività di mecenate con i soldi guadagnati da papà: il Grande Inventore della macchina moderna da cucire! Per il povero Singer, avere una figlia lesbica fu in qualche modo uno scherzo del destino e per noi, lesbiche di tutto il mondo, una bella rivincita!
"Il cucito porta a tutto", direbbe mia madre, che tentò disperatamente di inculcarmi qualche nozione base.
Non ci riuscì.

Ma secondo me la signora Winnaretta, ricchissima americana, non dovette cucire molto spesso nemmeno lei.
Ed era giusto così: aveva decisamente meglio da fare.
Comunque, si sposò due volte e due volte con principi francesi. Il primo fu Louis de Scey-Montbéliard, il secondo Edmond de Polignac (che era omosessuale). Così anche se non aveva avuto uomini, non le erano certamente mancati i mariti.

La principessa non era molto bella, dicono le malelingue, ma compensava con le sue doti artistiche (dipingeva e suonava) e con la sua attività di mecenate.
In effetti la sua più grande gloria è quella di avere promosso lo sviluppo della musica moderna. Il suo Salon parigino accoglieva quelli che sarebbero diventati i grandi maestri della musica del Novecento: Fauré, Chabrier, Ravel, Debussy, Satie, Stravinsky, Manuel de Falla; anche i balletti russi e quelli svedesi furono da lei molto apprezzati e incoraggiati.
Nel 1928 creò la "Fondazione Singer-Polignac" allo scopo di promuovere le lettere, le arti e le scienze.

Winnaretta era molto amica della scrittrice Colette (si bisbiglia che forse avrebbero avuto una relazione), della poetessa Anna de Noailles, della scrittrice Natalie Barney e della sua compagna, la pittrice Romaine Brooks (con la quale ultima ebbe una relazione).
Altre sue amanti furono Olga de Meyer prima del 1914, la scrittrice Violet Trefusis nel 1923 e la pianista Clara Haskil nel 1927.

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