John Addington Symonds

3 settembre 2004

John Addington Symonds, «il primo esponente inglese di storia culturale» e tra i più grandi intellettuali dell’Ottocento è uno dei nordici innamorato del nostro Paese. Soprattutto, dei suoi abitanti (di due secoli fa!), al punto da portarsi in Svizzera, ove si trasferisce ad un certo punto della sua vita, perfino un gondoliere veneziano, Angelo Fusato. Fa spesso rapide puntate al di qua delle Alpi per rimorchiare i bei soldati di stanza a Milano.Si sposa ed ha quattro figlie. Il suo capolavoro è Il Rinascimento in Italia (dalle Storie del Rinascimento in sette volumi) ma scrive molto, anche, sulla Grecia classica ed è una delle poche voci a farsi sentire in difesa della traduzione dall’arabo delle Mille e una Notte, di Richard Burton, quando tutta l’Inghilterra protesta inorridita per le «sconcezze di cui è pieno il libro». Nel 1877 perde la cattedra di poesia a Oxford perché è apertamente "familiare" con gli studenti. Lascia l’Inghilterra e si rifugia in Italia. Per un certo periodo collabora con Havelock Ellis e pubblica privatamente due libretti, A Problem in Greek Ethics (1883, in 10 copie), e più tardi A Problem in Modern Ethics (1891, in 50 copie), per esporre le sue idee sull’inversione sessuale.Scrive anche una biografia che viene pubblicata solo nel 1976 mentre il suo epistolario, apparso nel 1967 in tre volumi quasi enciclopedici è una sorta di summa homosexualis dell’epoca, visto che l’ex-studente di Oxford, nel corso della sua vita ha corrisposto con quasi tutte le personalità uraniste dell’epoca. Per vent’anni scrive anche a Whitman chiedendogli se è un “invertito”, ed il poeta americano, ricevuta l’ultima lettera in punto di morte, circondato dai familiari e dai notabili di un Paese che vede nella sodomia il peggior peccato che si possa commettere, si decide a rispondergli che no, lui non è mai stato nulla del genere...
Curiosamente, Symonds muore lo stesso giorno in cui appare il suo ultimo libro intitolato Walt Whitman, il 19 aprile del 1893, a Roma, ed è sepolto nel Cimitero degli Inglesi, a pochi passi dalla tomba di Shelley, dove nessuno dei gay per i quali ha sacrificato la sua vita si degna di andarlo a trovare.

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