Mario Mieli

3 settembre 2004

Nel 1977 esce Elementi di Critica Omosessuale, la tesi di laurea in filosofia morale scritta l'anno prima da un militante straordinario, Mario Mieli (1952/1983), una delle poche menti lucide del nostro movimento.

Per quel libro, Mario vincerà la seconda edizione del Premio Triangolo Rosa (la prima aveva premiato Piero Montana, nel 1976, l'ultima ha riconosciuto Delia Vaccarello, nel 2002).
Mieli ha partecipato ad alcune riunioni in casa Pivano, nel 1971, poi è andato per un breve periodo a Londra dove ha preso visione diretta delle attività del movimento gay locale. Torna quasi subito con la testa piena di idee e voglia di realizzarle. Ci prova all'interno del F.U.O.R.I! poi, quando questo gruppo si federa al Partito Radicale (1974), se ne allontana perché non crede che si debba "passare attraverso la politica" per cambiare il mondo. Partecipa alle iniziative dei Collettivi Omosessuali Milanesi (COM) e del loro gruppo teatrale Nostra Signora dei Fiori, mettendo in scena uno spettacolo "oltraggioso": La Traviata Norma. Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì! (1976), insieme a personaggi di primo piano nel movimento milanese, dallo scrittore Roberto Polce all'architetto Corrado Levi, artista conosciuto in Italia e all'estero.
E' un happening che coinvolge profondamente il pubblico di Milano, Firenze, Roma, e ogni città in cui viene rappresentato con successo fino a diventare "un punto fermo nella scena italiana". Mieli ne rimane talmente coinvolto che comincia a dar spettacolo in proprio. E' un personaggio controverso, non privo di una punta di esibizionismo provocatorio che spaventa i più, ma in realtà è del tutto innocuo, visto che ha una grande bontà d'animo. E' notoriamente coprofago, e dopo una esibizione all'Ompo's durante la quale lascia tutti i presenti a bocca.... accuratamente chiusa per aver pasteggiato con la "sua" e "quella" del suo cane, Dario Bellezza ironizzerà: "A Mario non è rimasto altro che mangiar la merda, per far parlare di sé").
Il suo nome tipicamente ebraico lo porta a giochi di parole e a raccontare storie "improbabili". Confessa di aver avuto dei "problemi" in famiglia e nella comunità milanese per la sua militanza gay.
Il suo capolavoro viene tradotto in inglese ed in spagnolo, nonostante l'estrema difficoltà del linguaggio e dei concetti espressi, ma la stringente analisi che cerca di congiungere tra loro la liberazione di classe, degli omosessuali e delle donne, pur diventando il libro italiano più autorevole e più conosciuto all'estero, non ha un grosso successo di vendite. Forse per questo motivo un secondo libro nel quale cerca di esprimere il suo nuovo corso "alchemico-paranormale" gli viene rifiutato dall'editore e, durante un lungo momento di depressione, si suicida nel marzo dell'83. Da lui, prenderà nome un famoso circolo glbt italiano, il "Mario Mieli" di Roma.

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