Siamo un po' tutti delle früste

Intervista a Luca Bianchini

30 luglio 2006, "Pride", luglio 2006

Intervista al giovane scrittore torinese Luca Bianchini, autore di Instant love ed ultimamente di una biografia di Eros Ramazzotti.
Bianchini assicura che andando in spiaggia con i suoi libri si cucca di più. E fornisce consigli ed altre amenità per vivere una vacanza da... romanzo!
L'estate sta cominciando ad esplodere, in un caldo pomeriggio incontro Luca Bianchini in un bar del pieno centro di Milano. Lui, ormai consumato dal successo di entrambi i suoi romanzi, Istant love e Ti seguo ogni notte e della sua ultima fatica Eros. Lo giuro, biografia ufficiale di Eros Ramazzotti, è vestito completamente di nero (con 'sto caldo?!), firmato Dolce & Gabbana dalla testa ai piedi, occhiali compresi, che non si toglie manco per un attimo. Del resto quando uno diventa famoso deve pur darsi un certo tono.

Allora Luca, da scrittore cult a biografo ufficiale di una pop star: com'è che è successo?
Per una serie di coincidenze fortunate, anche se mi piace pensare che dietro la fortuna ci sono sempre delle ragioni.
Conosco da anni Luca Scarpa, tastierista di Eros, che mi invitò al concerto di Torino. Io mi sono presentato con una copia di Istant love da regalare a Eros, tra l'altro il romanzo aveva una specie di colonna sonora, ed in un capitolo c'era proprio una canzone di Ramazzotti, "Cose della vita". Lui rimase molto colpito da questo fatto e dopo un anno, quando ha deciso di raccontare la sua vita e voleva una voce diversa da quella di un giornalista, gli sono venuto in mente io.
Quando mi hanno chiamato ho trasalito, pur essendo molto contento. Sono stato subito invitato a Los Angeles, dove stava registrando l'ultimo album, Calma apparente, per vivere con lui un momento fondamentale del suo lavoro di cantante e poterlo raccontare.

Com'è Eros da vicino?
È una persona veramente amabile e molto affascinante, è uno che riesce sempre a sorprenderti. È anche molto autoironico, una volta ad esempio gli ho detto "Ah, ma tu sei il re della canzone italiana" e lui mi ha risposto: "Sì, dei falsetti!".

Sicuramente avrete parlato delle voci maligne che circolano su di lui, compresa quella che dice che è gay?
Certo, lui lo sa benissimo di queste voci, e sostanzialmente se ne frega. Ancora adesso questa è la cosa che la gente mi chiede di più. In realtà nei nostri patti c'era che io non entrassi nella sua camera da letto, ma per quello che ho sentito, e soprattutto visto (perché dopo tre mesi a tu per tu, le persone non impari a conoscerle solo per quello che dicono, ma anche per come si comportano, per quello che guardano ecc) mi sento in tutta franchezza di smentire, senza nessun dubbio. Anche se è buffo, perché quando una voce è così insistente qualche dubbio ti viene.
Ne abbiamo parlato molto, tanto che lui ci ha ironizzato sopra facendo pure una battuta molto diretta, che se avesse avuto un minimo di coda di paglia non avrebbe mai fatto: "Sono gay, drogato e mi scopo tutti quelli che capitano!".

Torniamo ai tuoi romanzi, Istant love era una storia gay. Ti seguo ogni notte invece racconta una storia etero. Come mai questa inversione di rotta?
Gay è comunque l'occhio con cui si guardano le cose, in entrambi. Se vogliamo fare un paragone con il cinema, prendi per esempio Almodovar, un suo film è gay anche quando non racconta una storia propriamente gay. La cüpia esce sempre, alla fine...

Cos'è la cüpia?
È un termine piemontese, un po' ironico, che io ed i miei amici usiamo per dire checca, cula. Quando c'è si vede sempre, dall'abbigliamento, dall'arredamento della casa, da tutto.

Anche i tuoi occhiali fanno un po' cüpia, allora?
Sai che questi me li hanno regalati Dolce & Gabbana in persona? Ho inviato loro il mio libro per ringraziarli di un invito ad un party (vedi, la cüpia è sempre ben educata) e poi a capodanno, insieme agli auguri, ho ricevuto questi e altre cose in regalo. Quando esco non vedo l'ora che la gente mi chieda "dove li hai comprati?" per poter raccontare come li ho avuti! Non sono cose che capitano tutti i giorni.

Torniamo al punto, come mai nel secondo libro non c'è più una storia gay? Questo, tra l'altro, è comune anche ad altri giovani scrittori italiani: debutto gay e seconda prova etero.
Per me scrivere è una sfida. Una storia gay l'avevo scritta ed era piaciuta. Allora mi sono lanciato in una cosa nuova. Era solo per misurarmi con la possibilità di raccontare qualcosa di diverso. Non automaticamente ai gay è piaciuto più il primo, e questo mi ha fatto piacere.
Altra cosa che ho sfidato è l'età. Mentre in Istant love i personaggi sono tutti trentenni, in Ti seguo ogni notte c'è una gran varietà, dalla madre, alla sedicenne, dal prete al travestito. La sfida era quindi raccontare un'altra storia, sotto tanti punti di vista. Anche il linguaggio è diverso.
Questo non vuol dire che io non scriverò un'altra storia gay, ma per me era "troppo facile", e il rischio che venisse meno bene del primo era grande. Mi ero prefisso di scrivere una cosa non gay con l'occhio gay, e questo ho cercato di fare.

Come ti collochi all'interno della letteratura gay italiana?
Se c'è un aggettivo che mi piace di più è gay-friendly, ma non perché io non voglia essere gay, figuriamoci. Per esempio la Fnac di Torino mi ha collocato nella sezione gay-lesbian, quella di Milano in letteratura rosa, la Feltrinelli di Firenze in erotica. Quest'ultima me l'ha riferita mio padre per telefono, e non era così contento.

Com'è che hai avuto l'ispirazione e cominciato a scrivere i tuoi romanzi?
Marco Ponti mi fece leggere la sua sceneggiatura del film Santa Maratona per chiedermi che cosa ne pensavo, dopo dieci pagine ho avuto uno scatto di presunzione e mi sono detto: "Anch'io sono capace di scrivere una cosa così!".
Lui poi è stato fondamentale perché mi ha svelato il trucco per passare dalla realtà alla finzione. Conoscendolo molto bene ho capito come aveva trasposto le sue esperienze nella storia. Non avevo mai scritto niente prima, nemmeno un racconto, solo i miei titoli pubblicitari e le mie body copy, che continuo a fare.
In realtà la scrittura è sempre stata una mia reazione istintiva primaria: se mi avessero chiesto di giocarmi la vita con una prova, sicuramente avrei scritto un tema, non certo una prova atletica.
Per trovare la storia di Istant love ci ho messo una settimana, mi sono ricordato di un ragazzo conosciuto a Mykonos, che era il Daniele della situazione ed aveva vissuto quel tipo di triangolo amoroso.
Ti seguo ogni notte è nato perché per anni non ho avuto la tv. Poi quando l'ho riaccesa mi si è aperto un mondo e ovviamente, da buon osservatore del trash, sono rimasto attratto dalle televendite, in particolare di quella del Miracle blade. Ho deciso così che il protagonista fosse un televenditore con un nome da porno attore, Roger Milone, che riesce a cambiare la sua vita grazie a un rutto, cosa che trovavo molto maschia. Parallelamente c'è questo spaccato urbano periferico che mi appartiene molto, perché io vengo dalla cintura nata con la Fiat, alla periferia di Torino.

Ti seguo ogni notte è a lieto fine; come mai invece nella vita reale, soprattutto nell'ambiente gay le storie sono così difficili? A proposito, tu sei fidanzato?
No, parliamone.
Perché siamo sempre soli non lo so, i rapporti sono difficili in generale. Per noi gay forse ci sono meno possibilità, nel senso che siamo di meno, in valore assoluto. Poi siamo molto schiavi della componente estetica, che fa parte della nostra cultura. È più affascinante, infatti, il gay che non ha gusto: si distingue dagli altri, almeno.
Siamo molto fisici ed immediati, perciò facciamo sesso più facilmente, siamo meno vincolati e ci fa comodo avere meno vincoli. Poi, quando la persona che ci piace non ci caga, ci lamentiamo. Pensiamo però a tutte le volte che qualcuno ci corteggia, magari carino e per bene, e noi non lo caghiamo perché troppo buono e bravo. Abbiamo questo mito dell'uomo figo e maledetto.
Poi non abbiamo il modello della famiglia da inseguire e questa maggiore libertà è un lutto da un lato, ma dall'altro l'idea di vivere insieme, di condividere la nostra casa con qualcuno anche se fichissimo, ci pesa.

Allora come la vedi questa battaglia per i Pacs?
Sono assolutamente a favore... Un po' meno lo sono per le adozioni.
Sono comunque molto ammirato dalle coppie gay durature, sono bellissime.

Hai in cantiere qualcosa di nuovo?
Avevo un'idea per una storia già prima di scrivere il libro di Eros, adesso sto cominciando a metterla giù, quindi presto ci saranno novità.

Diamo un po' di consigli da spiaggia ai lettori di Pride: cosa portare per cuccare il vicino d'ombrellone, o almeno attaccarci bottone.
Sai che c'è gente che mi ha scritto per ringraziarmi perché ha cuccato grazie ad un mio libro? Quindi portate con voi una copia di un mio romanzo che fa sempre chic! Inoltre fa sempre bella figura portarsi in spiaggia un quotidiano...
Io, come tutte le cüpie ascolto molta musica pop (anche se il mio gruppo preferito sono i REM) ma farsi vedere con qualche cd di rock sicuramente funziona. Cerchiamo uscire un po' dai nostri clichés, non portiamo Christina Aguilera o Britney Spearce, siamo un po' più duri, U2 o REM sicuramente fanno più effetto.

Ma come, scusa, dobbiamo nasconderci, allora?
Non è nascondersi, è distinguersi. Poi dobbiamo iniziare ad essere meno superficiali e conoscere anche altre cose.
Per quanto riguarda il look, sconsiglierei la ceretta, che è una cosa che detesto. Proporrei una scorciatura oculata del pelo. Una delle cose più un-sex che io abbia mai provato è il super pettorale grattugia: questa è una cosa che proprio me lo fa ammosciare.

Sull'abbigliamento?
Inutile dare consigli in merito, tanto le cüpie fanno di testa loro. Immagina un gay che legge un consiglio da un altro gay, subito pensa: "Ma bella??!!"
Io adoro l'ambiente gay, però purtroppo i luoghi d'aggregazione sono quelli legati alla superficie, ed è veramente difficile trovare persone con cui tu possa parlare un po' di tutto. Questo problema è oggettivo.
Dobbiamo imparare a convivere con questa precarietà e combatterla nel piccolo, cercando di accontentarsi anche di tornare a casa senza cuccare. Questa è una disciplina che io mi sto dando: si sta anche meglio, poi. Di solito non siamo mai soddisfatti, più "becchi" e più vuoi. Siamo un po' tutti delle früste...

Scusa, che significa?
"Ragazzo facile"... Ti dico solo che questo termine l'ho esportato pure a Los Angeles. Un mio amico americano mi ha detto: "I have a big fire because I was a big früsta last night!".

Mi viene in mente una frase da
Istant love: "Bevi, bevi e tutto sarà più facile".
Sì, è vero, ma con moderazione...

Un altro consiglio che abbiamo la faccia tosta di darvi!
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