Il fumetto volta pagina

Intervista a Franco Busatta e Michele Masiero

26 aprile 2005, "Pride", n. 20, febbraio 2001, in versione abbreviata

"[...]Ci chiediamo quanto il nostro pubblico sia cambiato. Purtroppo non è facile dare una risposta, quando hai tanti lettori diversi. Ogni volta che prepariamo degli albi ci chiediamo quanti di questi vorrebbero delle innovazioni, dei cambiamenti anche sensibili, e quanti altri invece vorrebbero rimanere ancorati alla tradizione". [Sergio Bonelli, brano tratto dall'Annuario del fumetto 1999]

Scrivere di fumetti, in Italia, vuol dire per forza parlare della produzione decennale della Sergio Bonelli Editore, di Tex, Dylan Dog e di tanti altri personaggi che appassionano ogni mese migliaia di lettori. Dati anche recentissimi, però, confermano che la lettura non è tra i passatempi preferiti degli italiani. Non fanno eccezione i ragazzi, da sempre il pubblico per eccellenza del fumetto, al quale, da molti anni, sembrano invece preferire televisione, cinema, videogiochi. La crisi del settore è stata però una delle ragioni che hanno spinto l'editore di fumetti italiano apparentemente più conservatore ad esplorare nuove strade narrative, nelle quali non è raro imbattersi in storie con personaggi omosessuali sempre più lontani dagli stereotipi.

Di omosessualità e fumetto parliamo con due collaboratori dell'editore di Tex. Da lettori e appassionati di fumetti Bonelli, Franco Busatta e Michele Masiero sono poi diventati collaboratori della casa editrice. Franco è l'editor della testata Napoleone. Michele svolge lo stesso compito per Mister No, del quale è stato anche sceneggiatore. Ora scrive per Dylan Dog.

Li vado a trovare nell'ufficio che condividono all'interno della sede storica della Bonelli, in via Buonarroti 38 a Milano.


Negli ultimi tempi troviamo spesso comprimari omosessuali nelle storie della casa editrice. I tempi cambiano anche per Bonelli?

MASIERO: L'arrivo di Dylan Dog, nel 1986, è stato, da questo punto di vista, la gran rivoluzione della casa editrice. Su Dylan Dog è apparso tutto e il contrario di tutto, sia come contenuti che come forma narrativa. Le aperture sono sempre timide, all'interno di una struttura come la nostra che propone fumetto popolare. Per una scelta precisa ci rivolgiamo, da sempre, al maggior numero di lettori possibili, perciò dobbiamo stare attenti a non schierarci platealmente da nessuna parte. Le polemiche pretestuose, suscitate da chi si chiede se Tex sia di destra o di sinistra, ci mettono in guardia anche riguardo al modo migliore, per noi, di affrontare nei nostri fumetti tematiche come l'omosessualità.


Da antico lettore di fumetti, ho sempre esultato ogni qual volta incontravo personaggi gay nei fumetti, per una forte esigenza di identificazione. Per voi è stato lo stesso?

BUSATTA: Io sono stato sempre legato ai personaggi tradizionali della casa editrice, come Tex o Zagor, ma ho anche seguito fumetti più "sperimentali", come quelli della Marvel [l'editore dell'Uomo Ragno, ndr] o il cosiddetto fumetto d'autore. Devo dire che c'è sempre stata la volontà, da parte di Bonelli, di proporre almeno una testata che osasse un po' di più: negli anni settanta Mister No e Ken Parker hanno sperimentato nuove corde narrative, negli ottanta lo ha fatto Dylan Dog. Negli ultimi tempi è la volta di Gea e Napoleone... A proposito di Ken Parker, ricordo una storia, forse il n. 18 o 19, nella quale c'è una figura di gay un po' macchietta, e la cosa m'irritò molto. Scrissi a Berardi, lo sceneggiatore di Ken, lamentandomi della superficialità dimostrata in quell'occasione. Dopo qualche tempo uscì Diritto e rovescio, storia bellissima e coraggiosa anche al di là del protagonista omosessuale. Credo che quell'avventura di Ken sia nata proprio in seguito alla mia lettera, come confermò lo stesso Berardi in un'intervista.

M: Non ricordo la storia nei dettagli, ma non credo m'avesse coinvolto più di tanto: si trattava anche lì di un personaggio macchiettistico. Io, piuttosto, nelle storie a fumetti leggevo tra le righe, immaginavo, speravo che succedesse qualcosa tra i personaggi maschili, tra Tex e Kit Carson, o tra Zagor e Cico. Invece non succedeva mai niente...

B: A me piacciono molto i rapporti virili nei fumetti di Tom of Finland! Sono meno velati e soddisfano di più... Li leggevo quando ero ancora minorenne, in edicola trovavo un'edizione del suo Cake. Trovo che sia una personalità molto forte e incisiva, che ha lasciato un segno indelebile nell'immaginario gay.


Ma non lo pubblica Bonelli...

B: È vero, ma nel libro-intervista che gli ho dedicato, Come Tex non c'è nessuno, gli ho anche chiesto cosa ne pensasse, includendo Tom of Finland in un gruppo di altri fumetti... "eccentrici". Sergio Bonelli mi ha detto di conoscerlo, e di esserne rimasto anche molto colpito!

Uno degli sceneggiatori di Legs e Nathan Never, Antonio Serra, ha raccontato che la storia di Nathan Io, robotè il classico esempio di avventura Bonelli ideata con lo scopo di far passare un messaggio "difficile" in maniera indiretta. Le difficoltà d'integrazione del robot C-09, infatti, sono state interpretate da molti lettori gay come riferimento alle discriminazioni degli omosessuali.

Ricordate altre storie di quel tipo?

B: Ma l'operazione Legs è partita proprio per questo motivo! Serra, all'inizio, non voleva esplicitare troppo l'omosessualità del personaggio, né all'interno della serie, né tantomeno della casa editrice. L'omosessualità di Legs rimaneva in sottofondo, un po' latente. Poi è venuta fuori poco a poco nelle storie, e l'intenzione mi è stata confermata personalmente da Serra. In Bonelli c'è comunque più apertura rispetto al passato, su certi temi. Ma è anche un momento di crisi: il mercato fumettistico non è certo florido. Tutto sommato, però, credo che ciò faccia bene alla qualità dei nostri fumetti, stimola a cercare nuove miscele narrative.

M: Tutte le nostre serie hanno avuto, ultimamente, delle piccole incursioni di personaggi gay. Mi vengono in mente storie di Julia, Magico Vento, NickRaider, il solito Dylan Dog... E' anche vero che sono personaggi senza psicologie ben definite, non so se per mancanza di sensibilità da parte degli sceneggiatori...

B: La serial-killer lesbica Myrna, apparsa in tre numeri di Julia, era un ritratto a tutto tondo, e infatti s'è attirata un sacco di critiche... Affrontare un personaggio gay costruito con cura implica anche che questo non sia sempre politicamente corretto.

M: Può darsi che sia capitato di mandare messaggi in maniera un po' occulta, ma nelle serie classiche è difficile trovare riferimenti di questo tipo. È vero anche il contrario, cioè il caso di chi ha una sensibilità gay, ma scrive di tutt'altro...


E' difficile per voi avere scrivere avventure di personaggi indubitabilmente etero?

M: Quando scrivo scene d'amore travolgente tra Mister No e la fanciulla di turno, non sto a pensare che sensibilità devo metterci. Le nostre sono storie d'avventura che seguono clichè abbastanza definiti, non c'è spazio per altre cose, anche se poi, magari, c'infilo sottintesi che mai nessuno coglierà! A me interessa lavorare sui personaggi, sulla loro psicologia, perché è lì che posso metterci più del mio. Non si tratta d' autocensura: semplicemente, andrei fuori tema. Ho la fortuna di scrivere un personaggio che non è monolitico: sbaglia spesso, perde, è più vicino ad una persona normale. Sebbene Mister No abbia dei gusti sessuali discutibili (ride), credo che i suoi rapporti con l'altro sesso abbiano le stesse dinamiche di quelli gay... Descrivo l'amore per una donna come se parlassi di un uomo. Più interessante è, piuttosto, osservare come in ogni modo la maniera di vedere le cose da parte di un autore gay risalti in maniera evidente, qualsiasi argomento egli affronti.

B: Non è la presenza di personaggi gay che interessa, quanto, piuttosto, che dietro ogni storia ci sia un bravo autore, e che la storia sia coinvolgente e ben congegnata.


Ci sarà mai un protagonista gay fra le testate Bonelli?

B: Può essere: già Legs è lesbica! Io spero che rimanga intatta la voglia di sperimentare, di contaminare i linguaggi di questa forma di comunicazione. Ora c'è ancora qualche resistenza verso un certo tipo di fumetto, che si pensa non possa interessare il lettore medio bonelliano. Penso ad esempio al fumetto giapponese.

M: Non so se il grande pubblico sia attratto dall'avere un eroe gay. L'importante è sviluppare argomenti sempre diversi, e tenere in considerazione, per le nostre storie, le persone che abbiano una visione del mondo differente dalla massa. Proprio come i gay...




DI COSA PARLIAMO NELL'INTERVISTA


Qui di seguito, in ordine alfabetico, le testate Bonelli dove sono state affrontate tematiche gay, con l'indicazione dei titoli delle storie più interessanti e dei rispettivi numeri delle collane. L'elenco non è esaustivo, data l'immensa mole di pagine prodotte dalla casa editrice in più di sessant'anni di attività. I fumetti della Sergio Bonelli Editore si trovano in tutte le edicole, sono in genere mensili, hanno cento pagine e costano (al 14 aprile del 2005) 2,40 euro (tranne Julia e Gea, che di pagine ne hanno 132 e costano 2,80 euro.). Ken Parker e Nick Raider non escono più per SBE, ma sono partite da tempo le ristampe rispettivamente per Panini Comics ed Edizioni If. È comunque possibile trovare i numeri arretrati di queste e delle altre testate nei negozi specializzati in fumetti, oppure chiedendoli direttamente alla casa editrice.


DYLAN DOG: Dopo mezzanotte - n. 26; L'occhio del gatto - n. 119.

GEA (testata semestrale): Il corteo di Dioniso - n. 2; Storie di spettri - n. 3; Madre di violenza - n. 4. Nella serie ricorre spesso il personaggio gay di Sigfrido, vedi a questo proposito L'intruso - n. 10.

JULIA: Gli occhi dell'abisso - n. 1; Oggetto d'amore - n. 2; Nella mente del mostro - n. 3; La straniera - n. 72.

KEN PARKER: Per tutte, la splendida Diritto e rovescio - n. 36 (SerieOro).

LEGS WEAVER: Tutta la serie è disseminata di riferimenti lesbici, ma vi segnaliamo in particolare Gli amori difficili - n. 51.

MAGICO VENTO: La luna delle foglie cadenti - n. 35.

MISTER NO: Giochi pericolosi - n. 245.

NAPOLEONE(testata bimestrale): L'enigmatico signor Bloom - n. 18.

NATHAN NEVER: Io, robot - n. 28; Midnight Blues - n. 84; Oceano verde - speciale n. 8.

NICK RAIDER: In questa testata poliziesca fa ogni tanto la sua apparizione un interessante personaggio lesbico, Sarah Himmelmann, che potete trovare nelle storie Gioco mortale - n. 52; Tiro incrociato - n. 72; La scuola della violenza - n. 135. Altre storie con personaggi gay: Gli occhi del gatto - n. 88; La posta in gioco e La resa dei conti - nn. 59/60.
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