Tutti su Plati

Intervista a Platinette

21 luglio 2005, "Pride", luglio 2005

La travestita più famosa d'Italia ha appena pubblicato la sua autobiografia.
Al nostro giornale ha raccontato i perché di questa confessione, i suoi pensieri su gay pride, Pacs, politica ed altre curiosità.

Per incontrare Mauro Coruzzi, alias Platinette, ho dovuto svegliarmi ad un orario per me insolito, ma trascorrere un po' di tempo con un personaggio così vale bene una levataccia.
Appuntamento alle 9 del mattino presso gli studi di radio Deejay.
Coruzzi mi riceve "in borghese", jeans e polo blue, e porta addirittura il pizzetto.

Il suo secondo libro Tutto di me. Riflessioni, edito da Sonzogno, è uscito da poco in tutte le librerie.
Si tratta di un'autobiografia senza veli dove racconta tutto di sé, persona e personaggio, infanzia, famiglia, amori, omosessualità, politica. È da qui che prendo spunto per iniziare la nostra chiacchierata.

Come mai questa voglia di raccontarti, di metterti a nudo come hai fatto nel libro?
Messo a nudo? Per carità! I calendari non li ho ancora fatti, potrei pensarci, visto che quello dell'obesa non c'è, potrebbe diventare anche un successo. Sto per compiere cinquant'anni, ho pensato che fosse il momento di mettere a posto i vari tasselli che fino ad ora hanno contribuito a tenere insieme questo puzzle un po' anomalo.
Ci sono state tante notizie su di me, tipo che ero un padre di famiglia con tre figli o che in realtà non sia un gay, ma uno che finge di esserlo. Quindi mi sono detto: cosa fa uno a cinquanta anni? O si spara o mette a posto il suo passato! Per gli altri, soprattutto, perché io so qual è, e non ho bisogno di rileggerlo né di riscriverlo.

Nel libro hai più volte affermato che la tua ciccia è un po' una forma di difesa. Su questa hai aggiunto trucco e parrucca, non ti senti una corazzata, così?
Magari, fossi una corazzata potrei affrontare tutti i mari, anche i più impervi e difficoltosi. Se sono una corazzata ho comunque una falla, e non so dov'è. Per quanto io faccia per arricchirmi di difese, queste non bastano mai. Mai come ora mi sto accorgendo che non c'è niente da fare, uno può mettere tutti gli steccati, usare tutti gli armamenti, avere tutti gli scudi possibili e immaginabili, ma basta un innamoramento improvviso, una svista di percorso, per perdere totalmente tutte queste barriere.
Per quanto si possa pensare di essersi difesi da noi stessi - perché io mi difendo da me stesso, non dagli altri - poi basta un contatto qualsiasi, che abbia le parvenze di un contatto umano, per far crollare miseramente questo castello di carte.

Eppure adesso torni a spogliarti e cerchi anche di dimagrire: come mai?
Quello che conta veramente cos'è?
Mi riconosco pochissime qualità ed ancora meno difetti, perché non sono capace di analizzarmi. Però una certezza ce l'ho, perché la vivo come tale. È quella di un'ansia che non si placa di fronte a nulla.
Mi piace l'idea, quindi, di poter vivere più vite in una sola. Una vita da grasso/a, una da magro/a, una da uomo, una da donna.
Non so se penso con la testa di una donna e il cuore di un uomo o viceversa. Non so, quando vado a letto con qualcuno, se ci sta andando un travestito o meno.
Sono un concentrato di contraddizioni, solo che a differenza di molti, non le nascondo a me stesso. Ho voglia di una roba e del suo esatto contrario. È un guaio serio!


Scrivi che il tuo travestimento non è una fonte di femminilità, ma se tu avessi la possibilità di essere una donna bellissima per 24 ore, che cosa faresti?
Farei la stronza.
Vorrei provare a verificare cosa si suscita negli altri quando si è talmente belle, senza incertezze, su uomini molto potenti e anche belli, se è possibile. Per capire se è vero che il sesso è più potente di qualsiasi altra cosa.
Non riesco a dimenticare, per esempio, che un presidente americano stava nel suo ufficio con una stagista inginocchiata. Immagino che per lui in quel momento era più forte il desiderio di fare quello piuttosto che pensare come contrastare una possibile invasione di missili aria terra!

Senti, questa tua voglia di darti alla politica?
È molto concreta. Dall'adolescenza in poi ho sperimentato qualsiasi tra le pratiche possibili di questo mestiere della comunicazione. Prima studiando, poi facendo teatro, musica, radio, giornalismo praticato, adesso con questo soubrettismo. Insomma, tutto quello che volevo fare l'ho concretizzato, e sono molto grato alla mia tenacia più che alla fortuna, che ovviamente uno poi incontra, ma che non è risolutiva se non hai la medesima dose di forza di volontà.
Adesso mi piacerebbe provare a restituire ciò che ho avuto.
Anni fa i radicali mi chiesero di candidarmi per le politiche, ma dissi no perché volevo - e tuttora voglio - fare questo mestiere. Mi piace pensare che torno a vivere nella mia città, non voglio pensare a questo come mestiere infinito, non voglio morire sul palcoscenico.
Non ho intenzione di smettere nel senso classico del termine perché non ho nessun industriale che mi sposa, non sono Anna Falchi.
Mi piace la politica di territorio, mi candiderò alle comunali o alle prossime regionali.

Hai scritto: "Non faccio politica gay, io sono Platinette"...
Sì, non mi sono mai sentito, neanche quando la mia popolarità è diventata molto forte, un simbolo di riferimento, e non voglio che nessuno si senta rappresentato da me.
Mi piacerebbe che la politica omosessuale si slegasse dall'ideologia.
Ho una certa simpatia per i movimenti per l'acquisizione di diritti civili, che spaziano a destra e a sinistra e non sottostanno a nessuna bandiera. Le scelte sessuali non hanno ideologia.
Vorrei che prima di tutto uno fosse cittadino, dopo di che decida dove andarsi a collocare.
Capisco che i gruppi di omosessuali hanno bisogno di rappresentanti. Ma è nei confronti dei diritti civili che c'è molto da rivendicare.

Hai mai partecipato ad un gay pride?
Certo, ne ho presentati alcuni e ci sono andato come cittadino.
Di solito però, per pigrizia, non ho una gran voglia di andare. Ho l'impressione che l'abitudine generi una forma di ritualità che non mi piace. Non vorrei diventasse come l'annuale corsa degli alpini.
Io credo di essere un conservatore rivoluzionario: nella mia testa, sono bianco e nero al tempo stesso. Non ho voglia di fare le stesse cose ogni anno. Quest'anno però mi è sembrato più innovativo perché aveva degli argomenti precisi, la questione delle unioni civili era prioritaria, quindi di gran lunga più interessante.

Cosa ne pensi del Pacs?
Non è solo utile, è per me come il parmigiano sui maccheroni, non potrei mangiarli senza!
È talmente ovvio che le unioni civili abbiano un senso, che siano garantite, tutelate, ed anche praticate.
L'unico dubbio che ho è che non vorrei si simulasse il mondo eterosessuale in quello omosessuale.

Delle adozioni cosa ne pensi?
Che se le possa permettere chi ha molto denaro e molto tempo libero.
Chi non ha molti anni, ma nemmeno troppo pochi. Quindi non ne penso bene in questo senso. Casomai sarei per gli affidamenti, se fossero più liberi.
A me personalmente la cosa non interessa, perché ho un egoismo talmente esasperato che non prevede che ci sia posto neanche per due tortore in casa mia. Però lo so e non sono uno di quelli che prende gli animali per poi mollarli d'estate.
L'affidamento, secondo me, è una forma d'amore senza condizione. Mi piace l'idea di avere una persona da accudire per un certo periodo e di sapere che, una volta ripristinata, ritorni alla sua situazione originaria che le compete. Questo è un vero atto d'amore.

Hai prestato la tua voce alla "Pride compilation". Hai cantato "L'elefante gay" come Platinette e "Ti ricordo ancora" come Mauro Coruzzi. Perché?
Ho provato anche qui a fare un doppio. Mi rendo conto che cantare non è il mio mestiere, ma questa è una cosa comune a molti di quelli che fanno i dischi.
Mi piace l'idea che una sia molto divertente e l'altra invece sia un po' così, tra le nebbie, e la sento molto familiare.
Questa canzone di Concato, Ti ricordo ancora, mi piace perché insieme a quella tenerezza della scoperta del desiderio c'è anche la malinconia del tempo che passa. C'è anche quella fase che io non ho mai vissuto molto bene, quella dell'infanzia e adolescenza.

Platinette scrittrice che letture consiglia per le vacanze ai lettori di "Pride"?
Cominciamo da cosa evitare: i manuali. Quelli d'amore sono terribili, ho provato a leggerne uno e mettere in pratica anche solo una delle strategie amorose è un disastro, e poi è un'ammissione d'incapacità.
Terrei un libercolo di cucina, non tanto da leggere quanto da consultare, il libro della Clerici oppure un vecchio suor Germana, che come fa il rognone lei non lo fa nessuno!
Poi andare a pescare dal passato ciò che rimpiangiamo di non avere letto o che abbiamo letto e non ci ricordiamo più.
Mi piace pensare che l'estate, nel suo perdersi a far nulla, sia una possibilità per recuperare quelle immagini sparse del passato.
Non affronterei l'obbligo dei libri moderni, io non so cos'è il Codice da Vinci e non lo voglio sapere, se qualcuno s'azzarda a dirmi che è un bel libro gli sputo in un occhio, non voglio che mi si consigli, non voglio far parte a tutti i costi di quest'epoca.

Ultima cosa, qual è il tuo segreto per essere così figa?
Te lo spiego stasera a casa mia, vieni armato delle peggiori intenzioni, però!
Solo la voglia di accettare il dato di fatto che si è dei mostri e come tali c'è sempre qualcuno che ci adora, tu pensa! Sono pervertiti.

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