Avvocati su tacchi a spillo

Intervista ai Kinsey Sicks

24 novembre 2005, "Pride", novembre 2005

La prima volta che ho visto ed ascoltato i Kinsey Sicks, fu in occasione di un mio viaggio a Provincetown nell'estate 2000, e fu un amore a prima vista.
In quell'occasione comprai il loro primo Cd, Boyz 2 girlz ("Da ragazzi a... ragazze"), e da quel momento posso dire che sono diventato un loro fan fedele.

Chi sono i Kinsey sicks? Loro si definiscono "America's favorite dragapella beautyshop quartet", cioè il "il quartetto "acappella" in drag da salone di bellezza preferito dagli americani": provate a immaginare Platinette moltiplicata per quattro e "con una voce da
usignolo", come riferisce il "New York Times".
Quattro vocalisti intonatissimi che cantano strettamente "acappella" (cioè senza accompagnamento di strumenti), reinventando in chiave gay i testi di vecchie canzoni, o scrivendone di nuove, con uno spettacolo tra i più divertenti fra quelli che calcano le scene americane.

La storia risale al 1993, quando i quattro fondatori del gruppo casualmente si ritrovano sulla stessa auto diretti al concerto, guarda caso, di Bette Midler (l'icona gay americana per eccellenza, la cantante che deve il suo successo interamente al popolo omosessuale nelle cui saune - lì si facevano anche spettacoli - iniziò la sua carriera).
Nel 1994 si esibiscono per la prima volta sui marciapiedi degli incroci del quartiere gay di Castro a San Francisco, e da quel momento è un successo dopo l'altro. Dopo aver cantato in, probabilmente, tutti i "templi" della musica americana, nel 2001 con lo show Dragapella!
featuring the Kinsey Sicks arrivano alla nomination del premio Lorton (sarebbero gli Oscar del teatro off-Brodway, il teatro alternativo americano) come miglior musical e come migliori testi; nel 2002 hanno avuto anche la nomination per il premio OutMusic.
I loro spettacoli non hanno nulla dell'improvvisazione che contraddistringue certi spettacoli "in drag" di casa nostra: le "ragazze" sono intonatissime, cantano bene, e le loro divertenti parodie riescono a sdrammatizzare temi anche drammatici, come l'Aids, o a scherzare sul rapporto fra mondo ebraico e mondo gay.

Finalmente, dopo anni di corrispondenza, ho avuto l'occasione e il tempo di incontrare le Kinsey sicks in occasione dei quattro concerti che hanno tenuto al "Broward Center of Art" di Fort Lauderdale (vicino a dove abito), che hanno ovviamente registrato il tutto esaurito!
L'intervista è stata divisa in due parti: la prima "seria" off stage, mentre la seconda parte si svolge dietro le quinte, quando i quattro hanno già abbandonato i loro corpi maschili per assumere quelli meravigliosi di Winnie, Rachel, Trampolina e Trixie.

La prima parte dell'intervista è con Irwin Keller, in arte Winnie, ex avvocato di Chicago nonché autore della "Ordinanza sui diritti dei gay" approvata dalla città di Chicago nel 1989!

Da dove viene il vostro nome?
Ricordi il Rapporto Kinsey sui comportamenti sessuali umani? Il dott. Kinsey aveva creato una scala, che andava da zero a sei, per descrivere l'orientamento sessuale. Zero, completamente eterosessuale, tre, bisessuale, sei, totalmente omosessuale.
A San Francisco nella comunità gay aveva iniziato a circolare l'espressione ironica "Kinsey sixers" ("uno al grado sei nella scala Kinsey") per indicare le persone irrimediabilmente e completamente queer, finocchie.
Ecco, prendendo spunto da lì noi abbiamo modificato la parola six ("sei") in sicks ("malati", "pazzi": in inglese ha la medesima pronuncia, NdR) per accentuare il nostro umorismo bizzarro e "malato".

Ho notato che avete un pubblico estremamente eterogeneo: non ti sembra particolare?
In effetti è vero. Il nostro pubblico è formato da persone di ogni luogo, età e orientamento sessuale, e ne siamo molto felici. Abbiamo famiglie che vengono ad ascoltarci e ritornano ogni qual volta ne hanno l'occasione. Siamo l'unico gruppo in drag che ha un grossissimo seguito di lesbiche... e un enorme seguito di nonne ebree che adorano il nostro senso dell'umorismo.

Avevo notato un certo collegamento con Woody Allen...
Si, indubbiamente il nostro umorismo trae parte delle sue origini nella comicità giudeo-americana... ma non solo.

Parlando di origini, quale considerate le vostre radici?
A dispetto del fatto che ci vestiamo da donne, il nostro non si può considerare uno show in drag. Direi che i punti di riferimento sono più il teatro clownesco, e anche la commedia dell'arte.
La maschera che indossiamo non è una maniera di nasconderci, ma anzi amplia le nostre possibilità espressive.
La stessa maschera permette a noi di poter dire cose che altrimenti non diremmo, e al nostro pubblico di essere più ricettivo al nostro messaggio.

Prospettive future?
Molta carne al fuoco, un cd che sarà pronto per Natale e sopratutto uno show a Las Vegas, dove attori e cantanti veri lavoreranno per uno show permanente, mentre noi continueremo a viaggiare per gli States.

Nessuna possibilità di vedervi in Europa?
Stiamo studiando un tournée in Inghilterra e forse approderemmo in Olanda. Ma se m'inviti in Italia vengo immediatamente! Ci sono stato ormai tante volte, ma sempre in incognito: adoro l'Italia!

È ormai sera e raggiungo i ragazzi dietro le quinte. I distinti professionisti che ho incontrato la mattina si sono trasformati in quattro vezzose e splendide drag queens e si rincorrono chi urlando contro la direttrice di scena chi facendo i vocalizzi di riscaldamento su tacchi a spillo degni di Sophia Loren. Ed è incredibile a che velocità può viaggiare un avvocato laureato ad Harvard su quelle cose lì.
Ebbene sì, perchè anche Ben Schatz "Rachel" è un ex-avvocato laureato ad Harvard. Strane, le strade della vita.
Attori e cantanti professionisti sono invece Chris Dilley "Trampolina" e Jeff Manabat "Trixie", che hanno sostituito nel tempo i due cantanti originari, che nel frattempo sono usciti dal gruppo.

Mentre si rincorrono nei camerini chiedo a Trampolina: "Come fai a pettinare i capelli in quella maniera?"
"Merito del mio parrucchiere, usa una lacca spray speciale al Viagra!", mi risponde mentre si aggiusta i collant.
Fermo Rachel che sta gorgheggiando in un angolo e le domando: Durante lo show, sei spesso in ginocchio: c'è qualche motivo speciale?
"È solo perché sono una ragazza di chiesa cresciuta nella chiesa cattolica e mi è sempre piaciuto pregare... Poi, quando sono entrata nella comunità gay ho visto che era una posizione molto conveniente...".
Infine Trixie! Trixie, hai una voce e un viso d'angelo, questo crea invidia all'interno del gruppo?
Risponde mentre assume una posizione simile alla sua sosia naturale, Marilyn Monroe: "Oh no no, nessun problema perché la bellezza è un dono di gioia, e tutte le tensioni che ci sono tra noi si sciolgono immediatamente alla luce della mia bellezza".

Arriva la direttrice di scena che con un fare estremamente mascolino (vuoi vedere che...) ci invita ad abbandonare i camerini e spinge con decisione le quattro ragazze sul palcoscenico.
Sono accolte da un applauso scrosciante... e il resto è storia.

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