Canto l'amore gay ma senza fanfare

Intervista a Ivano Fossati

27 luglio 2006, Pride, giugno 2006

Tra i vari media gay che lo hanno contattato, Ivano Fossati ha scelto "Pride" per raccontare le motivazioni di un brano a tematica gay nel suo ultimo cd, L'arcangelo (Sony/BMG).

"Denny", questo è il titolo della canzone, non parla di trans o dei gay come una macchietta, ma racconta dell'amore di due uomini che conducono una vita quotidiana normale, che si alzano al mattino per andare al lavoro.

Il cantautore genovese ha appena intrapreso un lungo tour: le prime tappe saranno nei club, la parte estiva si svolgerà poi in ville, anfiteatri, teatri romani e piazze, per concludersi, da autunno fino a dicembre, nei migliori teatri d'Italia. Innumerevoli saranno quindi le occasioni per andarlo ad ascoltare.


Prima di tutto complimenti per il tuo ultimo lavoro, L'arcangelo. Chi è questo arcangelo?

È uno di questi poveri uomini che sbarcano sulle coste degli altri paesi o arrivano con altri mezzi, si integrano male, e comunque vivono sempre una vita sul filo, come degli equilibristi.

Io in questo caso l'ho chiamato l'arcangelo (e nella canzone addirittura Gabriele) perché ho avuto la sensazione che, lo vogliamo o meno, ci dà l'annuncio che i tempi non sono più gli stessi. Non lo sappiamo se saranno migliori o peggiori, però saranno qualcosa al quale non eravamo abituati, specialmente nel nostro paese, è accaduto.

Loro sono un accadimento: è come se il calendario in qualche modo avesse voltato pagina.

Nel brano, "Cara democrazia", affronti il tema politico. A proposito, sei soddisfatto del risultato delle ultime elezioni?

Soddisfatto no, ovviamente qualsiasi persona di buon senso, al di là dell'appartenenza, si sarebbe aspettata una scelta netta dell'Italia. Io mi aspettavo una scelta che andasse un po' più verso il centro sinistra, in una maniera serena, di vedere un paese che, comunque, sceglie. D'altro canto questo fenomeno curioso, strano, un po' inquietante, che non tocca soltanto noi, è successo in Germania, e perfino gli Stati Uniti sono perfettamente divisi a metà. Abbiamo visto il presidente attuale vincere per trecento voti.

Questo crea un interrogativo che va al di là delle nostre frontiere. Non si capisce se è indecisione, se è incapacità, mancanza di senso critico, se non siamo più capaci di vedere nemmeno quello che ci succede, cioè i danni che ci vengono fatti o se addirittura si tratta di una mancanza di reazioni.


In "Denny" affronti il tema di un amore omosessuale...

Innanzi tutto ti dico che prima di affrontarla ci ho pensato bene. Il solo fatto di affrontare questo argomento si presta poi ad interpretazioni, anche legittime.

Mi sono dedicato a questa canzone quando ho capito, o mi è parso di capire, di aver trovato qualcosa di semplice, che forse poteva essere considerato abbastanza solido.

Intanto la canzone non contiene né giudizi, né il loro contrario. A me interessava un quadro tratteggiato di due persone che lavorano, che fanno una vita normale, come ne ho viste e conosciute tante.

Mi è parso che la realtà di molte persone sia questa. Mi è sembrato che la restituzione più importante da fare a queste persone fosse la normalità, cioè di non chiamare mai più una canzone così una canzone di contenuto "diverso". ...Questa stramaledetta cosa della diversità, che ancora oggi siamo costretti a leggere e sentire, legata a tutto ciò che non è esattamente uguale alla linea di vita considerata normale dal senso comune e dalla religione.

Io volevo fare una piccola restituzione, perché non mi pare che sia molto di moda. Se ne parla molto, ma siamo in pochi a essere disposti a restituire qualcosa che è stato maltolto in centinaia di anni.

L'intento di questa piccola canzone, di poche parole che si ripetono, era che non ci fosse nessuna aria di presunbta "diversità".

Io la sto cantando dal vivo e spendo due parole prima, anche se addirittura sarebbe tanto bello non dire niente, ma i ragazzi hanno bisogno di capire (questa volta sto facendo dei concerti proprio per loro) e a volte due parole servono.

Io spiego che: è una canzone d'amore e basta, non consideratela in nessun altro modo.


Sei stato ispirato da una storia in particolare?

No, sono stato ispirato dalla realtà, da molte persone che ho conosciuto. Dalla normalità e dalla quotidianità di persone che vivono queste loro storie in maniera legittima e assolutamente normale. Mi pareva quindi che, persino musicalmente, questo quadro dovesse essere accompagnato da una musica senza fanfare, senza invenzioni, posso dire anche molto bella perché non l'ho scritta io.



Pensi che la coalizione di centro-sinistra riuscirà a mettersi d'accordo in merito ad unioni civili, PaCS, etc?

Ci vorrebbe la macchina del tempo per poter rispondere.

Posso dirti cosa auspicherei: una visione unitaria che desse corso rapido all'attuazione di leggi mirate che io, da cittadino, ritengo urgenti e necessarie. Posso augurarlo alla coalizione e spero che lo facciano.

Gli accordi politici sono sempre molto più complessi di quanto possa sembrare a noi dall'esterno, ma i miracoli a volte succedono.


Per quanto riguarda le adozioni cosa ne pensi: meglio un bambino in un istituto o ad una coppia omosessuale?

Credo che le leggi che si possono apportare in questo senso devono avere tutte le cautele: nel campo delle adozioni è più che mai necessario che ci siano, quali che siano i destinatari e le persone che desiderano adottare.

Sarei tendente a fidarmi di leggi assolutamente efficaci che prevedano tutte le cautele possibili al fine dell'adozione.

Il nocciolo sta lì, non a chi lo dai, ma come, le misure che tu attui. Lo dai a persone perbene, fidate, che effettivamente potranno allevare questo bambino nelle condizioni migliori.


Indipendentemente dall'orientamento sessuale?

Direi di sì, anche se mi rendo conto che abbiamo aspettato a lungo leggi molto meno complesse di questa e non sono mai arrivate.

Se allora mi chiedi se sono ottimista sull'attuazione di queste normative, ti dico che sinceramente ho qualche dubbio.


Tu da etero hai affrontato il tema dell'omosessualità senza problemi. In Italia si verifica molto spesso il contrario, vige l'usanza del "si sa ma non si dice". All'estero abbiamo un Elton John che si pacsa con il suo compagno ed altri artisti che non hanno nessun problema a parlare apertamente del loro orientamento sessuale. Cosa ne pensi di questo?

È un costume tipicamente nostro, se pensi che la maggior parte degli artisti italiani non dichiara neppure il proprio orientamento politico, che è cosa probabilmente molto meno sensibile, non mi stupisco del fatto che ancora oggi, in maniera anacronistica, ci sia questa reticenza. Se guardo la realtà degli altri paesi esteri, effettivamente tutto diventa, torno a dire "normale" e quotidiano.

A volte siamo noi gli artefici dell'anormalità delle cose.

Tutto sarebbe molto più semplice e meno problematico affrontandolo piuttosto che lasciandolo nell'ombra.


Che rapporto hai con la religione?

Più di studio che di fede, sono molto interessato alla storia delle religioni, al plurale. Certo non sono definibile un uomo di fede.


Cosa ne pensi delle "invasioni di campo" che fa la chiesa cattolica nella politica?

Sono molti anni che dico e scrivo che noi siamo l'unico paese al mondo che ha due governi. Questo non succede da nessun'altra parte, ogni volta che si passano le frontiere si sente l'ingerenza della chiesa praticamente svanire, però noi italiani siamo talmente assuefatti a questo che ci pare addirittura normale, ma sinceramente è più normale l'atmosfera di altri paesi europei.


Hai composto canzoni emblematiche per la comunità gay, da "Pensiero stupendo" di Patty Pravo a "Dedicato" di Loredana Bertè, poi hai scritto per Mia Martini, Ornella Vanoni, Mina, Anna Oxa, Fiorella Mannoia.. Non ti senti un po' un icona gay anche tu?

Ah ah ah (ride). Ma, non lo so, comunque non mi dispiace. In Italia, soprattutto in certi anni, è stato molto più facile scrivere per queste interpreti femminili. Io mi sono trovato a fare il mio mestiere in questo modo. Scrivendo per loro era necessario mettere in scena qualche cosa che fosse un po' anche il loro mondo: io mi sforzavo di fare questo, mi piaceva e divertiva molto, e può anche darsi che capiti ancora. So che certi piccoli pensieri, frasi o intuizioni che ci sono in queste canzoni sono andati anche molto più lontano di quanto io pensavo, e mi fa piacere, perché è qualcosa che va oltre la semplice scrittura di una canzone.


Ci hai regalato una bellissima canzone, vuoi aggiungere qualcosa per i nostri lettori?

Di solito quando si scrivono cose così si ha sempre (ed io lo avuto) il timore di sbagliare, di nutrire il sospetto che si tocchino certi argomenti per convenienza.

Questa è la cosa peggiore di fronte alla quale un artista si può trovare. Ricordo che Fabrizio De Andrè mi diceva sempre che avendo senso di responsabilità non si sbaglia. Però, aggiungeva, questo senso di responsabilità uno ce l'ha quando governa un paese (si spera) oppure quando fa cose importanti; quando invece noi scriviamo le canzoni sembra che stiamo facendo una cosa piccola. Invece le altre persone ci ascoltano, specialmente i ragazzi che hanno molti anni meno di noi, quindi ogni parola, ogni pensiero, ogni aggettivo deve essere molto ponderato.

È per questo che le poche parole scritte in "Denny" per me sono già molte, e sono state il risultato di una forte responsabilità.
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