Happiness is being gay!

Intervista a Will Young

12 agosto 2006, "Pride", agosto 2006

Intervista esclusiva a Will Young, la nuova rivelazione del pop internazionale. Gay dichiarato, in Inghilterra il suo album ha venduto oltre un milione e mezzo di copie.
È venuto in Italia a presentare Keep on, terzo album della sua carriera, che nel Regno Unito ha sbancato le hit parade, superando il milione e mezzo di copie vendute. In barba a chi pensa che il dichiararsi gay sia un deterrente per il successo, Will Young non si è mai nascosto, anzi: in Happiness, una delle sue ultime canzoni, scrive: "Happiness is being gay".
All'indomani dello show-case, dove il suo gran talento è sorprendente, mi dà appuntamento all'Hotel Hilton di Milano per quest'intervista.
Ore 11:15, Will arriva con un leggero ritardo, jeans, un paio di sandali, t-shirt ed occhiali da sole, sta sorseggiando una coca cola, ha l'aspetto di uno che ha dormito poche ore.

Ciao Will, buongiorno, che hai fatto ieri sera? Mi sono ubriacato per bene! Dopo lo show-case siamo andati in un ristorante al parco Lambro, il posto era bellissimo, ma pieno di zanzare! Dopo siamo andati al Just Cavalli, niente zanzare, ma in compenso moltissimi gin tonic!

Qualcuno ti ha riconosciuto? In realtà nessuno... dopo un paio di drink divento irriconoscibile!

Parliamo di questo tuo terzo album: mi sembri molto maturato ed i risultati parlano da soli... È difficile crescere senza sbagliare, tutto sommato credo di esserci riuscito. Ho sempre amato la musica, però mi rendo conto del fatto che, rispetto a cinque anni fa, ho molto più da dire. Agli inizi, nei miei primi dischi non c'era la mia vera musica, quello che veramente volevo dire, come in questo.

E cosa volevi dire? In questo disco avevo le idee molto più chiare. In particolare volevo parlare dell'identità che ognuno ha nella vita, e della difficoltà di essere veri e sinceri con se stessi.
Quando uno arriva al successo spesso è condizionato da quello che le radio ed i giornali vogliono che faccia, ci sono un sacco di condizionamenti. Io invece ho cercato di parlare della mia evoluzione e di trasferire questo sentimento di sincerità nelle mie canzoni.
Spesso nella società si perde energia e tempo per perdere peso o per acquistare un auto più bella o un vestito: questo non è un comportamento sano, anche di questo ho voluto parlare... ecco perché sarò il nuovo presidente del mondo!!! (ride). Comprerò un sacco di emittenti televisive e dirò ogni tanto qualche cazzata!

Visto che parli di essere veri, il fatto di essere gay dichiarato è stato un ostacolo per la tua carriera? Io mi sono dichiarato perché non potevo fare altrimenti, mi sarebbe riuscito troppo difficile mentire su questo punto.
Mi piace l'idea di non essere come gli altri, mi piacciono le diversità. Sarei stato infelice se non l'avessi fatto: questa è una cosa che fa parte di me, non ne faccio una bandiera e non la stigmatizzo in particolare.

Cosa pensi invece del fatto che, per paura di perdere il pubblico femminile, molti artisti non dichiarano la propria omosessualità? Ognuno della sua vita privata può fare e raccontare ciò che vuole, se non vuole parlarne va bene. Io non ho fatto calcoli e non è stata questione di business, per me è stato più semplice fare così.

Da ragazzino sognavi di fare la popstar o, che ne so, il pompiere?! Il pompiere? Ah ah, sì, forse per l'uniforme! Ho sempre avuto la passione per la musica, ma da bambino era un po' repressa, la voglia di cantare si è manifestata verso i vent'anni, sorprendendo tutta la mia famiglia. Adesso sono molto felice di fare ciò che mi è sempre piaciuto.

Qual è stata la musica che ti accompagnato da bambino in poi? Su tutti i Beatles, soprattutto perché da bambino ascoltavo la musica che sentivano i miei genitori, e poi Joni Mitchell, Stevie Wonder, Rolling Stones e poi i primi dischi di Michael Jackson.

Hai esordito con una cover di "Light my fire": i Doors non li ascoltavi? No, la cover è stata un caso ed è ispirata più che altro alla versione di Josè Feliciano che non all'originale, cantato da Jim Morrison.
Tre anni fa durante un concerto qui in Italia, in platea c'erano alcuni ragazzi con un cartello che diceva: "Fuck you - Jim" (Fottiti! Firmato Jim Morrison. N.d.R.). Inizialmente non capivo con chi ce l'avevano, mi ha fatto comunque piacere vedere che c'è una reazione appassionata nei confronti della musica, anche se non la mia. Forse anch'io avrei la stessa reazione nei confronti di qualcuno che facesse una cover di una canzone che io adoro in originale.

Il tuo show case di ieri aveva un'atmosfera jazz, ed anche il tuo abbigliamento è molto anni '30: come mai? Il jazz esce molto più nelle performance dal vivo che non nei dischi, soprattutto perché non venderebbe molto... ed io ho il mutuo da pagare! (ride)
Ho sempre avuto la passione per gli anni '30, sia dal punto di vista musicale, così ricco, sia da quello del look. Era il periodo in cui il jazz stava passando da genere da ballo a genere nobile, com'è diventato.

Nel tuo album convivono il funky-soul e le tipiche ballate pop: sono questi i generi in cui ti esprimi meglio e con i quali continuerai nel futuro? È vero, nel disco convivono queste due anime, così come dentro di me, talvolta sono anche in conflitto tra di loro. Non so se continuerò ad esprimermi così anche in futuro, mi piacerebbe poter sperimentare altre frontiere musicali, come non ho mai fatto. Ho cominciato subito con un contratto discografico e non c'è mai stato spazio per la sperimentazione. Vorrei andare negli States, vivere un po' là e vedere cose nuove.
La mia casa discografica non sarà molto contenta, ma farò passare almeno un paio d'anni prima di fare un altro disco. Non so come facciano persone come Beyonce - bravissime, per carità - a continuare a sfornare album, ma secondo me c'è bisogno anche di vivere e di ricaricarsi per fare un album nuovo.

Come sei nella vita privata, con quali aggettivi ti definiresti? Un cuoco terribile, molto disordinato, molto leale con gli amici e con la gente in generale, molto appassionato ed allegro, ottimista e positivo.

Hai esordito in TV vincendo la trasmissione Pop Idol (l'equivalente inglese di Amici. N.d.R.). Come sei arrivato a fare il provino per parteciparvi e cosa facevi prima? Facevo l'università, mi ero appena laureato in scienze politiche e mi ero iscritto ad una scuola di teatro. Lì ho saputo delle audizioni per Pop Idol, mi sono iscritto e mi hanno preso.

Sei un artista completo, canti, balli ed hai anche avuto un ruolo in un film, Lady Henderson presenta, ambientato, tra l'altro, negli anni '30. Vuoi parlarmi di quest'esperienza? È stata un'esperienza fantastica che rasenta la premonizione, è una cosa che mi sentivo che prima o poi avrei fatto nella vita. Mi è piaciuta tantissimo, se un giorno farò un altro film non sarà così eccitante, ambientato nell'epoca che adoro, come ho detto prima.

Recentemente in Inghilterra le unioni gay sono diventate legali. Cosa pensi di questa risoluzione del governo britannico e, se hai un compagno, regolarizzerai la tua relazione? Credo che sia una grande cosa, se pensi poi che in Olanda c'è da una vita, è bello che adesso ci sia anche in Inghilterra.
In passato non avevo mai pensato al fatto di potermi sposare, adesso invece ogni tanto ci penso, se trovassi la persona giusta lo farei perché è bella l'idea di mostrare a tutti gli amici, pubblicamente, la persona che ami e con la quale hai deciso di condividere la vita... magari poi litigheremmo sul vestito da indossare!!! (ride)

Ti piacerebbe anche adottare bambini? Non ci vedo niente di male, in Inghilterra addirittura è stata possibile prima l'adozione che il matrimonio omosessuale. Se uno vuole bene ai bambini è giusto che possa adottarne.

Will, hai ancora una vita privata in Inghilterra? Per esempio, vai ancora in discoteca, se sì, quali sono i tuoi locali preferiti? Esco più adesso di prima, sono un po' più assediato quando vado nei locali gay, ma non frequento solo quelli. Mi piace girare e vedere anche altri posti: in quest'ultimo periodo frequento molto le serate indie, sebbene siano molto distanti dal mio mondo musicale. Adoro anche le serate house, ma quando la musica è un po' più soul e non troppo pesante.

Ti piace l'Italia, verrai qui a fare dei concerti nel prossimo futuro? Sono stato in tour tre anni fa sull'onda di un successo di una canzone.
Per il secondo album non mi sono dedicato all'estero, ho pensato all'Inghilterra ed alla mia vita privata, comprandomi una casa. Adesso torno e devo ricominciare, spero di poter fare concerti.
In passato succedeva che si facevano i concerti per vendere i dischi, adesso invece prima devi vendere i dischi e poi ti fanno cantare dal vivo, quindi vedremo.

Il manager lo chiama, deve correre a MTV per un'altra intervista, il tempo a nostra disposizione finisce qua.
Mi tende la mano e mi fissa con quegli occhi chiari e sinceri. "Sei così giovane, hai venduto milioni di dischi pur restando una persona semplice e diretta" - penso io - "Speriamo che il successo non ti cambi".

Ciao Will, grazie, a presto! Grazie a te, a presto!
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