Occhio, malocchio, prezzemolo e sandrocchia

Intervista a Sandra Milo

8 novembre 2007, "Pride", ottobre 2007

I gay li ama contraccambiata e se ne voleva sposare persino uno, il fotografo Franco Brel. Adesso, però, Sandra Milo pensa solo al teatro dopo il successo di Otto donne e un mistero che l'ha consacrata Queen of comedy 2007.


All'ultimo Festival di Gay di Milano ha ricevuto l'accoglienza che si riserva alle grandi dive, con urla da stadio e ovazioni sfrenate. All'anagrafe risulta come Salvatrice Elena Greco ma per tutti è Sandra Milo ovvero Sandrocchia (affettuoso appellativo inventato dal suo amatissimo Federico Fellini) e per gli omosessuali ora è ufficialmente icona (dopo aver gabbato per anni gli etero facendo credere di essere piuttosto ocona quando, al contrario, è molto acuta e sensibile) grazie all'investitura di Queen of comedy 2007.

Premio giustamente ricevuto come rivelazione teatrale per il ruolo che era di Danielle Darrieux in Otto donne e un mistero, già pièce firmata da Robert Thomas prima di diventare un film per la regia di François Ozon.

Apparizione piratesca, la sua, con tanto di benda stellata sull'occhio destro a causa del graffio di un gattino, quasi un fatale contrappasso per la frase della sua Susy nel visionario Giulietta degli Spiriti quando la Masina le riporta il gatto nero e lei gli dà dello "stupidone" domandando con la sua tipica voce acutissima: "Ha fatto guai questo matto?".

Che donna, la Milo. Solare, schietta, comunicativa. Ti travolge con un fiume di parole finché non arriva quella risata, unica e inconfondibile, una detonazione d'energia che riassume tutta la sua voglia di vivere, di stupire, di scompigliare per l'ennesima volta le carte e aggiungere un capitolo inedito a una vita di scandali (molti dei quali costruiti ad arte) e amori travolgenti.


Innanzitutto, come sta l'occhio?

È guarito abbastanza presto, per fortuna. È stato un piccolo gattino neonato con gli occhi chiusi. Glieli stavo pulendo quando mi ha graffiato. Ho avuto un'emorragia fortissima, avevo l'occhio pieno di sangue. Ma avevo promesso di andare al Festival gay di Milano e non volevo rinunciare. L'accoglienza è stata meravigliosa, emozionante.


Come mai secondo lei gli omosessuali la amano così tanto?

Probabilmente è il mio modo di essere, di vivere: negli scandali, nel bene e nel male, ho vissuto con sincerità.

È importante per me essere me stessa, non avere timori, cercare di non nascondermi.

Non sono mai venuta a patti con la vita. Ho sempre pagato i miei prezzi, non ho mai chiesto sconti.

Forse i gay vedono in me anche la madre che ama molto i propri figli. Ho molti amici gay, mi sono sempre trovata benissimo con loro.

Ognuno vive la propria sessualità come meglio crede. Anche in natura è così e gli animali non se ne fanno certo un problema. A me piacciono molto i cannoli siciliani ma c'è chi preferisce la torta mimosa! Fa parte di scelte personali, a cui chiunque ha diritto.


Aveva anche annunciato di sposarsi con un suo grande amico gay, il fotografo Franco Brel...

Sì, stavo per sposarmi ma non l'ho fatto perché lui non era all'altezza, spiritualmente. Ma il problema non era la sua sessualità: si può amare moltissimo una persona al di là del sesso, come al contrario si può fare sesso con qualcuno senza essere coinvolti emotivamente.

Ci siamo conosciuti trent'anni fa ma ora purtroppo è finita anche l'amicizia: improvvisamente ho sentito che non potevo più fidarmi di lui, forse non mi amava ma aveva per me solo una forma di ammirazione. In passato siamo stati molto legati, lui conosceva le mie storie d'amore e io le sue. Avevamo un rapporto speciale, privilegiato, di grande fiducia.

Quando eravamo giovani dicevamo sempre che avremmo trascorso la vecchiaia insieme e questo ci dava forza, ma non pensavamo al matrimonio. Abbiamo viaggiato e convissuto per molto tempo. Poi, in una trasmissione televisiva, mi ha chiesto: "Sandra, perché non mi vuoi sposare?". Avevamo fissato il matrimonio l'11 aprile ma io avevo una tournée e l'abbiamo rinviato a ottobre. Però è successo un fatto che mi ha sconvolto e di cui preferisco non parlare.

Non mi ha mai chiesto scusa e forse sarebbe bastato. Io ho sofferto molto ma ho cercato di farmene una ragione.

Da trent'anni non era passato un giorno senza che ci sentissimo al telefono.

Ci sono state altre persone omosessuali a cui è stata legata in maniera particolare?

Ho avuto un'amica lesbica, le volevo molto bene, uscivamo spesso insieme. Un rapporto bellissimo, di grande intesa. Sono sempre stata attratta dalla sensibilità, dalla creatività e dalla fantasia delle persone omosessuali, probabilmente hanno qualità di entrambi i sessi.

Uno dei miei più cari amici era Enrico Coveri, una persona stupenda, meravigliosa, intelligente a cui volevo un gran bene.

Sono stata anche fidanzata per un certo tempo con Rocco Barocco, ma forse eravamo troppo indipendenti tutti e due per essere una vera coppia. Lui è un uomo forte, simpatico, molto ironico, di grande tenerezza. Amava profondissimamente sua madre che purtroppo non c'è più. Comunque siamo rimasti amici.


Anche gli altri tre suoi matrimoni hanno fatto molto parlare...

Il primo matrimonio (col marchese Cesare Rodighiero, n.d.r.) è durato un paio di mesi, ma ero una bambina, anzi, un animaletto di quindici anni!


E il cubano Jorge, che non era un colonnello ma un bagnino?

Jorge non l'ho più visto né sentito, neanche quando sono tornata a Cuba per girare un film. È scomparso tutto in un mare d'inchiostro, chiacchiere e pettegolezzi (Sandra è stata sposata anche con Ottavio De Lollis, n.d.r.).


Che opinione ha riguardo al matrimonio gay e all'adozione da parte degli omosessuali?

Capisco questo desiderio di unirsi legalmente: è sia una sicurezza per il futuro che un modo per raggiungere la cosiddetta "normalità" di tutti unendosi in una promessa d'amore. Non sono affatto contraria.

Riguardo all'adozione ci sono così tanti genitori maledetti che se due persone per bene, col cuore giusto, si sentono di amare e allevare un bambino che diversamente avrebbe una vita molto difficile e brutta, perché no? Se Cristo tornasse in Terra vorrebbe un mondo aperto all'amore mentre secondo me stiano andando verso una società punitiva.


La sua carriera si sta attualmente concentrando sul teatro. Otto donne e un mistero è stato un successo strepitoso...

Io non ho visto il film di Ozon per non essere influenzata. L'esperienza è stata bellissima: di Mamy ho fatto un personaggio straordinario, molto vivace nelle sue contraddizioni, è sia cattiva che buona, così umana.

Eravamo otto donne e ci siamo trovate benissimo senza uomini! Soprattutto con Eva Robin's che è una persona intelligente, divertente, ironica, capace di riconoscere i meriti degli altri.


La riduzione teatrale italiana ha conservato i sottotesti lesbici della pièce di Robert Thomas?

Sì, la Costantini e Corinne Clory si baciano in bocca con naturalezza, stanno per avere un rapporto ma vengono interrotte dalle figlie. A teatro non si rotolano su un pavimento ma sono sedute su un divano.

Il personaggio di Corinne Clory ha anche una relazione con la governante, interpretata da Nadia Rinaldi.

Purtroppo ho dovuto lasciare il mio ruolo a Elsa Martinelli per fare il musical Nerone, con Anna Falchi nel ruolo Poppea e dove io interpreterò Agrippina, rinviato poi alla stagione 2008-2009.


Invece al cinema dopo Il cuore altrove di Avati non l'abbiamo più vista...

Io sono nata in un tempo in cui il cinema era qualcosa di speciale, faceva sognare. Allora il cinema era il più bello del mondo e dava lezioni a tutti. Ora il cinema è quello della gente comune, sono piccole storie e io non ho né il fisico né la mente per farlo, sarei ingombrante con la mia personalità forte, molto diversa dalle fiction di oggi.


Venendo al grande cinema, è ancora pentita di non essere scappata in America con Fellini?

Provo rimorso, in definitiva ho fatto quella scelta forse per una forma di rivalsa stupida. Sono stata diciassette anni con lui e dopo tutto questo tempo mi ha detto per la prima volta "ti amo" esprimendo il desiderio di passare il resto della sua vita con me.

Io l'ho amato, ero pazza di lui. Inizialmente provava per me una grande attrazione sessuale e poi un amore che diceva di conoscere per la prima volta nella vita. Voleva viverlo nella sua pienezza. Era una specie di favola, una specie di incontro con un re nel suo castello ma io avevo paura e non me la sono sentita.

Scrissi anche un libro pubblicato da Rizzoli nel 1982 su questa storia d'amore (Caro Federico, n.d.r.).

Oggi, a distanza di tanti anni, ho scritto una commedia per il teatro in cui rivedo la nostra storia con gli occhi della maturità. Si tratta anche di una celebrazione di un mondo popolato da persone straordinarie.


E che rapporto c'era tra lei e Giulietta Masina? Gelosie e rivalità non hanno compromesso anche la relazione con Fellini?

Giulietta, contrariamente alla sua immagine di moglie borghese, era una donna molto vivace, colta e intelligente. Noi siamo state molto amiche, ma l'amicizia è finita per una serie di malintesi ed equivoci, mi è dispiaciuto molto.

Lei non era però una donna gelosa, non è stata la gelosia la causa scatenante dell'allontanamento, quando piuttosto l'intervento di persone estranee e dei loro pettegolezzi. Io poi sono così orgogliosa, che non sono certo una che torna sui propri passi.


Ora mi racconti tutta la verità sul celebre provino di Otto e mezzo...

Dopo aver fatto Vanina Vanini di Rossellini, accolto malissimo alla Mostra di Venezia, nessuno mi voleva più.

Un giorno mi telefonò Fellini e gli dissi che non facevo più cinema ma lui s'incaponì: mi fece la sorpresa di organizzare il provino a casa mia. Mi chiese: "Ce l'hai una chitarra?" Io risposi: "No, ma ho un gatto". Era un gatto di pelouche. Allora lui mi disse: "Mettilo sotto il braccio e accarezzalo. Motore, azione!".

Fu molto emozionante, mi sentii come una dea sollevata in aria.


C'è chi sostiene la tesi che Fellini era bisessuale. Che ne pensa?

No, non lo era affatto.


E invece con Rossellini in che rapporti eravate?

Come uomo era diverso. Sui suoi set con c'era l'atmosfera di magia e sogno di quelli felliniani. Rossellini era geniale, un uomo straordinario, ma era molto legato alla sua famiglia: aveva molti figli e molte mogli. Era sempre travolto da un sacco di problemi.


In tv l'abbiamo vista nel reality Ritorno al presente. Come mai questa scelta?

In fondo bisogna vivere il proprio tempo, e il nostro è costellato di reality. Mi sono chiesta: perché non provare una volta? Non è stata un'esperienza eccitante, ma almeno ho provato anch'io che cos'è un reality.


Le piacerebbe avere di nuovo un programma tutto suo come il cult Piccoli fans?

Io ne ho avuti diversi. Ho debuttato al settimanale del TG1 Tam Tam dove facevo reportages sulla robotica, la Borsa di Milano e persino sullo strano viaggio che compiva la carne prima di arrivare sulle nostre tavole. Era un nuovo modo di fare informazione-spettacolo che è nata con me, l'ho anticipata io. Ho lavorato con Gianni Minoli per tanto tempo a Mixer, era una tv innovativa. Ormai non c'è più il gusto della ricerca, della tv sperimentale, ora si fanno programmi tutti uguali a quelli che hanno avuto successo.


Che cosa fanno i suoi figli, adesso?

Deborah è giornalista, ha lavorato a La vita in diretta e ora si occupa di cronaca nera. Azzurra fa il Dams e Ciro è attualmente in cerca di occupazione. Ha partecipato recentemente a un quiz su Raiuno (I soliti ignoti condotto da Fabrizio Frizzi, n.d.r.). L'ho registrato... ma non l'ho ancora visto!


Si è ultimato il processo di beatificazione di Suor Maria Mastena, che fece in un certo senso 'risorgere' Azzurra nata apparentemente morta?

Sì, la beatificazione è avvenuta in San Pietro, dove è stata esposta una sua foto gigantesca. Ha fatto vari miracoli, oltre a quello di mia figlia. Siamo stati interrogati per anni da medici, pediatri, psichiatri e psicologi.


Quando rivedremo la Sandrocchia nazionale sulle scene?

Farò una piccola partecipazione in una commedia davvero divertente, prodotta dal Sistina, che si chiama Il letto vale, con Maurizio Micheli e Barbara D'Urso per la regia di Gino Landi.

Poi nel 2008 mi aspetta il bel ruolo di Agrippina nel musical Nerone, a cui tengo molto.

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