Crisalidi: uno sguardo artistico, uno sguardo sociale

13 maggio 2010

Federico Tinelli è un regista di documentari e cortometraggi: ha un'ampia produzione che vede una complessa formazione artistica. Crisalidi è uno dei suoi documentari che tratta di tematiche legate alla transessualità: un'autonarrazione che cerca di proporre questioni, problematiche ed esperienze di persone spesso ignorate, non conosciute. Sabato 15 maggio il documentario viene proiettato da Pier Open Space a Milano, alla presenza del regista e di una delle protagoniste, Antonia Monopoli. Abbiamo intervistato i due relatori. Sul documentario, sulle loro esperienze artistiche e professionali, sul loro rapporto con il mondo trans.

Iniziamo parlando del progetto del documentario: come nasce, come si è sviluppato, quale è stata l'idea iniziale?


Facendo cinema di professione mi capita spesso di essere chiamato a lavorare. Avevo già fatto un altro lavoro per ALA sulla tossicodipendenza, un lavoro sull'autonarrazione: "Polvere".

ALA mi ha chiamato, così, proponendomi di fare questo lavoro: il documentario Crisalidi. Mi piacerebbe segnalare alcuni elementi che nel documentario non ci sono. Il primo incontro è avvenuto negli "inferi", ossia nel seminterrato dell'Arcigay Milano: direi qualcosa di orfico. Una delle mie attività è fuggire dagli schemi. Quando arrivai la prima volta trovai un gruppo misto di trans: F to M e M to F. La prima caratteristica di questa mia attività è consistita nell'offrire un prodotto al cliente. L'altro elemento da sottolineare è consistito nel promuovere una sensibilizzazione sul tema che mi è stato dato. Sono, così, partito da una tesi, sviluppandola attraverso l'autoritratto: la realtà transessuale viene spesso dipinta come fenomeno di prostituzione, mentre è anche altro.


Il documentario, quindi, ha offerto a te la possibilità di conoscere qualcosa di più sulla transessualità? Quale è stato il rapporto con tale tematica? Quale era il tuo rapporto precedente con questo tema?


Prima del documentario non sapevo molto sul tema. Quando mi hanno detto di fare questo lavoro ne ero entusiasta. Avevo, in quella fase artistica, il difetto di identificarmi con le persone su cui sviluppavo il film. All'inizio non capivo, per esempio, cosa c'entrassero gli F to M: non capivo se erano vuoyeristi, dei fidanzati. Tutto questo fintanto che non avevo compreso la loro esperienza come F to M, intervistandoli. Spesso gli F to M si mimetizzano. Molte coppie presenti nel film, magari intervistate, sono costituite da una persona F to M e da un'altra M to F. Molte ragazze proponevano un'immagine eccessivamente esaltante della condizione di trans: la voglia di riscatto con un'esibizione ostentata. Mi interessava per il mio percorso comprenderne le contraddizioni. Sapevo di non sapere. L'autoracconto è stato l'unico modo di uscire dall'impasse. Ho detto: ragazze elaboriamo un testo, raccontatevi in due pagine al massimo. Io, come regista, a testi consegnati ho cercato di conservarne la visceralità, mantenendomi all'interno dell'ottica di quello che un eterosessuale medio avrebbe potuto comprendere. Un eccessivo autoisolazionismo non sarebbe stato compreso da un etero medio magari anche un po cattolico, target di maggiore interesse del documentario. Occorre toccare le corde di chi è distante da tale realtà. Il vero unico problema affrontato e comune a tutti i protagonisti è la presenza di una certa polarizzazione esistente tra la questione della propria diversità, la disforia di genere è difficile che diventi una serena identità acquisita, è un percorso di transizione con inizio ma senza una conclusione spesso, e l'orgoglio, pride, nell'esprimere le proprie rivendicazioni. E' stato difficile ritrarre questa complessità: erano due voci in forte contrasto. Il sentimento di orgoglio identitario si traduceva spesso in senso di esclusione, mentre la sensazione di diversità implicava comprensione totale, amore, accettazione, accoglienza. Io, da bravo funambolo, sono riuscito a rappresentare questo contrasto intimo. Fino alla produzione di crisalidi mi lasciavo permeare dalle esperienze narrate. Nel film si avverte un certo amore incondizionato, una totale accoglienza. E' un film che fa vibrare totalmente, muovendoti da dentro, dato che come documentario risulta essere estremamente intimo.


Il titolo "Crisalidi": che cosa ha significato e cosa significa come allegoria?Perchè questo titolo?


Crisalide implica il concetto di crisi. Sul titolo c'è stata un po di discussione. Dapprima volevamo titolare il documentario "Ragazze XY". Ma il titolo era inappropriato in quanto nel gruppo c'erano anche persone F to M. Ho deciso, quindi, di scegliere Crisalidi, perché implica un'idea di trasformazione.


Possiamo dire la tua arte appartenente a una scuola precisa di documentaristi? Hai un'identità artistica a cui ti rifai, da cui prendi spunto?


Sono sempre restio alle categorie, agli schemi: creare uno schema può aiutare a comprendersi in modo spicciolo. Crisalidi è un film non solo sulla transeussalità, sarebbe limitante come soggetto. Crisalidi è un documentario e io sono io con la mia arte.

Posso dire di intravvedere in alcuni aspetti della mia produzione un certo Jacques Derrida, per esempio nella mia ultima produzione "Aspettando Madonna", dove si vive la metafisica della presenza. Potrei parlare anche di un'influenza di Marcel Duchamp, essendo questo un corto con riferimenti onirici rimossi. Le mie produzioni attuali sono imperniate su questo genere. Ora ho scritto un lungometraggio appartenente alla corrente postmoderna. Gli anni 30 e gli anni 70 sono i periodi di maggiore riferimento. Attualmente ho chiuso una parentesi artistica lunga 10 anni. In questa parentesi metterei i lavori, documentari, che hanno a che fare coll'autonarrazione, basandosi su un ritratto intimo del personaggio, affrontando temi scottanti quali la guerra, la droga, la disforia di genere. Prima prevaleva un mio impegno civile insieme a una forte sensibilità politica. Adesso affronto le tematiche partendo dal mio sguardo soggettivo, facendo, così, riferimento ai periodi del surrealismo e degli anni 70. Per intenderci mi piace più essere comparato a un Cocteau, dove abbiamo anche forte valenza femminile dello sguardo, rispetto a un Bunuel.



Antonia Monopoli


Antonia Monopoli sei una delle protagoniste del documentario Crisalidi. Quale è stato il tuo rapporto con la produzione, con gli altri protagonisti, con lo svolgimento della storia?


Dal 2002 ero già in Crisalide Azione Trans responsabile della linea amica trans, che copriva tutto il territorio nazionale. Frequentavo gli altri protagonisti presenti nel documentario da diverso tempo al momento della produzione di Crisalidi. Condividevamo degli ideali in un'associazione. Prima volta che Federico venne in questa nicchia mi sono subito scontrata con lui. Mi aveva dato della "vaga": io ero, invece, determinata su ciò che volevo. Stavo per andarmene. La discussine è proseguita ed è stata utile per far capire che ero una trans intelligente. L'episodio conciliante è stato il mio racconto fatto su indicazioni di Federico, che mi ha seguito nelle fasi, nei vari momenti in cui ci siamo confrontati. Ho notato in me questa voglia di ostentarmi davanti alla telecamera. Essere ripresa mi piaceva. Ho fatto anche un nuovo documentario, partecipando a "O sei uomo o sei donnaChiaro!?" di Enrico Vanni.


Il tuo impegno è sempre stato nell'attivismo associativo, nel volontariato. Puoi darci un breve panorama a riguardo? Il documentario è stato anche un buon pretesto per promuovere la tua attività, le tue iniziative nell'ambito della transessualità?


Certamente si. Sono arrivata nel 2002 all'Arci Trans Deborah Lambillotte, presidentessa molto brava, M to F operata e lesbica. Nella nuova generazione vedo esserci nuove piccole realtà che stanno nascendo: orientamenti omosessuali verso uomini genetici, oppure F to M pansessuali. Io ho conosciuto Arcitrans tramite una mia amica. Il 2002 è stato per me un anno di cambiamenti. Provenivo dalla prostituzione, e avevo iniziato un percorso di conoscenza, attivandomi, poi, nel volontariato. Da utente di gruppi di auto mutuo aiuto sono diventata, così, facilitatrice. Nell'associazione ho sempre maggiormente curato le relazioni col pubblico, attivando reti con diverse realtà. Io e Monica Romano ci compensavamo, così: lei era la parte più politica, era la responsabile. Fondammo, pertanto, La Fenice nel 2008. Dopo il 2007 Crisalide Azione Trans ha visto nei propri componenti intraprendere strade diverse. Nel frattempo sono diventata socia del Coordinamento Trans Sylvia Rivera, un gruppo di associazioni trans e di singole persone: da MIT, Circolo Pink, Rete Raimbow Roma, Libellula, ATN, Gruppo Luna.
Il sito è http://coordinamentosylviarivera.blogspot.com/


A gennaio 09 ho aperto presso ALA Milano onlus lo sportello trans. All'uscita de la Fenice volevo proseguire il volontariato. ALA è un'associazione che lavora sulle dipendenze, la prevenzione, la salute, la prostituzione. Nel 2005/2006 avevo conosciuto ALA attraverso i progetti sulla prostituzione, quando uscivo con loro in una zona ad alta presenza di trans con unità mobile di strada. Transiti è un progetto di ALA e all'interno c'era un formazione e stage per persone che facevano attività di prostituzione, per essere operatrice pari. Nel 2006 ho iniziato con ALA uno stage e un percorso di formazione per operatrice pari: ero entusiasta del progetto. Operatrice pari è una definizione con cui dichiari verso chi intercetti, anche enti pubblici dato che faccio azione di segretariato sociale, di essere stata una prostituta e sono una trans. Nella formazione c'erano diverse persone che ti affiancavano: chi parlava di leggi, chi di dipendenze, chi di questioni sanitarie, altri di prevenzione.

A Milano sono rimasta la sola operatrice pari. Al Niguarda affiancai per diverso tempo il dottor Maurizio Bini, che si occupa di transessualismo e disforia di genere. Settembre 2009: parte il progetto Via del Campo dove sono assunta come operatrice pari. In questo progetto ho fatto un percorso di rielaborazione del passato. Questo è importante per la persona stessa. Collaboro col Milk di Milano e sono nel coordinamento Arcobaleno: associazioni ltgb che fanno iniziative contro l'omofobia e io sono l'unica trans nel coordinamento. Dalla nascita del documentario Crisalidi sono diventata accompagnatrice dell'autore in diverse proiezioni. Promuovo Crisalidi e ho coinvolto Federico nel portare Cirisalidi anche a livello internazionale, traducendo il documentario in spagnolo e in inglese.

Via del Campo, infine, è l'ultima esperienza intrapresa. Il progetto offre servizi gratuiti di prevenzione sulla salute psichica e fisica della persona. Non cerchiamo di redimere la persona dalla prostituzione, in quanto rispettiamo la libera scelta della prostituzione. Se intercettiamo alcune trans che vogliono intraprendere delle alternative offriamo loro le possibilità di uscire dalla prostituzione. Sostengo la liberalizzazione della prostituzione privata.


Antonia puoi parlare brevemente delle tue esperienze lavorative, come persona: hai sofferto forme di discriminazione nel mondo del lavoro?


Nel 2002 ho cominciato a integrarmi attraverso i percorsi lavorativi proposti dal Comune di Milano. Sono stato vittima di mobbing da parte del titolare di una cooperativa che, poi, è caduta in fallimento e che avrebbe dovuto assumermi. Mi seguiva un tutor del Comune, ma non riusciva a propormi attività che non fossero quelle di pulizia dei locali di una banca nelle ore serali, proprio quando sei meno visibile. Ho cominciato a inviare il mio curriculum e a contattare diverse aziende e call center. Per un anno le società mi assumevano e, in seguito, trovavano una scusa per licenziarmi. Nel 2005 ero talmente esausta che decisi di prendere Secondamano: lessi un annuncio per un'attività nell'ambito dell'astrologia, la mia passione fin da piccola. Nel settembre 2005 iniziai, così, un corso di formazione base sull'astrologia. Ora sono cartomante e astrologa professionista. Coltivo finalmente la mia passione. Mi sono avvicinata alla Cabala e ho fatto un corso di tarocchi con inserimento delle lettere alfabetiche ebraiche.


La riproduzione di questo testo è vietata senza la previa approvazione dell'autore.