Fare sesso? È come mangiare un piatto di pastasciutta

Intervista a Ivan Cattaneo

11 marzo 2006, "Pride", gennaio 2006, in una versione ridotta

Ivan Cattaneo esce, dopo tredici anni di silenzio, con un nuovo album dedicato al nostro satellite, Luna presente. Personaggio che ha attraversato con disinvoltura e successo gli anni '80 con una serie di operazioni volte a rivisitare i successi del ventennio precedente (chi non si ricorda i suoi Italiani Graffiati o Bandiera Gialla?), ma soprattutto uno tra i primi in Italia ad introdurre il concetto di multimedialità tramite la TUVOG, l'arte totale dei cinque sensi, associando musica, video e testi nelle sue opere; Ivan è oggi un artista maturo, innamorato di un bel ragazzo americano con cui convolerà a nozze non appena possibile in Spagna. Senza peli sulla lingua Ivan racconta a Pride vent'anni di militanza nel movimento gay italiano, dalle prime battaglie al quotidiano, vissuti coraggiosamente senza mai scendere a compromessi con lo star business. Lo abbiamo incontrato mentre sta per raggiungere a Roma Alfonso Pecorario Scanio durante un comizio.


L'estate scorsa hai partecipato con due brani, alla compilation di Pride, ce ne vuoi parlare?


Accolgo sempre con piacere queste iniziative, soprattutto quando si tratta di rendersi visibili in quanto gay. Io amo molto l'elettronica, quindi ho giocato un po' con essa: "Pride is pride" è un'improvvisazione su base elettronica che richiama uno slogan riguardante l'amore gayo. Una cosa molto fresca, adatta appunto all'estate. "Polisex" era, e rimane, un inno gay antelitteram, del 1980.


Questo album esce dopo molto tempo, ma nel frattempo non sei rimasto a riposo...


Esce dopo 13 anni, l'ultimo album era "Il cuore è nudo...e i pesci cantano", del 1992. È un album dedicato alla Luna, che ultimamente è un po' uscita fuori moda, spesso dimentichiamo che esista, è un invito a guardare in alto, per non dimenticarci che sta sempre là, per sognare e per alzare la testa. In realtà nel 1986 quando lasciai la CGD, la casa editrice della Caselli, tornai sui miei passi, ricominciando a lavorare come editore e artista multimediale. Ho ripreso la mia strada senza quel successo popolare che può darti un disco, una canzone. Per quattro anni ho dipinto 100 Gioconde Haiqu, ho esposto le mie opere nelle gallerie d'arte e in varie luoghi durante le mie performance musicali. In seguito mi sono dedicato alle fiabe elettroniche, racconti minimali che io accompagnavo al campionatore e da video che avevo prodotto in autonomia. Strano a dirsi, ho avuto modo di lavorare per la Diocesi di Milano e di proporre le mie opere nelle chiese... evidentemente anche fra il clero c'è qualche "prete illuminato". I temi centrali erano sessualità e spiritualità, due generi che sembrerebbero così contrastanti e invece...ho incontrato un maestro indiano che si chiamava Osho e che mi ha dato un grande imprinting, una formazione, senza per questo crearmi squilibri, senza che ne diventassi un invasato (alla fine lo anche mandato affanculo).


Di fatto ti eri stancato della popolarità acquisita negli anni '80?


Mi stanco nel momento in cui le persone vedono solo una parte di me, io non sono solo "una zebra a Pois", d'altro canto non sono solo quello di "Polisex". Io sono stato in grado di essere interprete, di rivestire queste canzoni in maniera assolutamente nuova, creando un filone di cui ora ci vivono di rendita i vari programmi domenicali pomeridiani, una sorta di operazione che ho chiamato "archeologia moderna". Aveva ragione Andy Wharol quando disse che gli anni '80 erano uguali agli anni '60, magari un po' più colorati, io ho reinterpretato gli anni '60, ma con tutta l'estetica degli anni '80.


Cosa ti ha spinto a tornare in sala d'incisione?


Sono tornato perché stavo facendo tante cose a livello artistico. Scrivo canzoni, suono il pianoforte, la chitarra, in questi anni di "silenzio" ho composto all'incirca 400 pezzi e sono stato spronato dagli amici ad incidere un disco. Sono canzoni pop orecchiabili che io ho arrangiato in chiave molto elettronica, moderna; sollecitato da un produttore che ha lavorato con Popol Vuh e Tangerine Dream, Roy Tarrant, abbiamo fatto arrangiare i brani da autori diversi, coordinati da Roberto Cacciapaglia che aveva già lavorato con me in Bandiera Gialla.


Caspita, Roberto Cacciapaglia è un grande, ti sei trattato bene! Ma vedo che c'è anche una nuova versione di "Polisex"...


Vero, trovo questa canzone ancora molto attuale, per questo l'ho voluta reinterpretare, dopo la prima versione uscita su Urlo del 1980, c'è stata anche la versione di Boosta, tastierista dei Subsonica, poi ancora la nuova versione uscita per la compilation di Pride della scorsa estate ed infine questa, mentre "Boys & girls" è un rifacimento di "Boys & boys" uscito su Superivan, è un discorso sulla sessualità, che al giorno d'oggi dovrebbe essere vissuta in maniera molto più ampia di venti anni fa: ora ci sono Boys and girls, Boys and boys, Girls and girls. In generale questo è un album molto omosessuale, anche se non vi sono riferimenti espliciti ai gay. Picasso diceva che l'artista non è mai quello che fa ma quello che è, a me viene da ridere quando mi chiedono "ma ci sono delle canzoni gay dentro"? Ma è tutto gay l'album, ad esempio "Giochi proibiti" dice "sarai uno di noi, accendi il tuo corpo, non vedi che è spento?, osa di più, osa anche tu"...a differenza di molti artisti gay non ho mai cantato una canzone dove sembra che io canti per una donna, lo trovo di un'ipocrisia e di un'incoerenza estetica...Il nuovo disco può essere bello, può essere brutto, ma è vero, c'è molto di me, non è un disco fatto a tavolino, io non baro, sono una cartina al tornasole, un gay non può venire da me e dirmi che una ragazza è bella; al limite può dirmi che è bella perché gli fanno invidia i vestiti che indossa, mica per altro.


Oltre a "Polisex", un'altra tua canzone è stata reinterpretata, "Male bello" ad opera di Patty Pravo...


Patty è stata una mia fan, l'ha affermato anche in televisione, un tempo c'era molto feeling tra di noi, come non si può amarla? Mi piace perché a differenza di altre cantanti è vera, non è menzognera; è una Madonna nata vent'anni prima.


Già, è appena uscito il suo nuovo disco e già i gay impazziscono; perché secondo te la maggior parte dei gay stravedono per queste icone femminili?


Innanzitutto perché i gay sono quelli che hanno più tempo a disposizione per dedicarsi alle passioni; delle cantanti apprezzano il gusto estetico, noi abbiamo il culto, la sensibilità per capire meglio un'artista e poi, tutto sommato, le artiste che sono icone gay rappresentano quello che un gay vorrebbe essere, una Dalida, una Patty Pravo, una Mina, una Vanoni, che rappresentano il nostro immaginario collettivo.


Cosa ci racconti della tua esperienza in TV, con Music Farm?


L'esperienza di Music Farm è stata bellissisma, anche se ci fu un deputato in parlamento che non vedeva di buon auspicio la mia partecipazione al programma poiché riteneva che io fossi altamente diseducativo.


In quanto gay?


Certo! I gay, quelli dichiarati, non le macchiette, quelli che lottano per i propri diritti danno ancora molto fastidio, in TV come in politica. E che la TV sia lo specchio della politica ormai è noto a tutti; io sto dalla parte di chi protegge i gay, non perché voglio fare l'altruista, ma perché voglio essere tutelato, ho un amore da difendere, mi sto sposando con un ragazzo americano, celebreremo la nostra unione a Barcellona. Non è un capriccio, come molti etero e certi politici vorrebbero farci credere. Abbiamo preso questa decisione a seguito di un momento drammatico: dopo aver redatto un testamento olografico in cui affermo di voler lasciare tutta la mia eredità al mio attuale compagno, il mio avvocato mi ha avvertito che il mio scritto non ha alcun valore legale nel caso i miei parenti impugnassero il testamento. Mi sono sentito impotente come vent'anni fa, quando ero innamorato di un ragazzo molto più giovane di me, che ebbe un lieve incidente in moto. Allora ero più famoso e non potevo permettermi di andarlo a trovare in ospedale perché i suoi genitori non sapevano nulla. Stetti molto male per questa cosa. Per questo motivo mi sento vicino ad Alfonso Pecoraro Scanio che si impegna per l'approvazione dei PACS.


Pensi quindi, che in tema di diritti, sia ancora la sinistra l'unica a farsi portabandiera?


Oggi come oggi le destre e le sinistre sono molto amalgamate, "l'accusa" che Moretti ha rivolto alla sinistra non è a torto; però dove la destra e la sinistra tornano a staccarsi nettamente è sulla sessualità, sui PACS, sui matrimoni gay. Direi che è un fatto positivo, un po' come quando negli anni '60 e '70 si affermava che non si può scindere il personale dal politico. Il personale è il tuo vissuto che non può prescindere dalla politica. Trovo però che certa sinistra sia troppo accondiscendente con la chiesa, non mi piace che Prodi giustifichi il comportamento del Ruini di turno, meglio allora Bertinotti che sembra prendere posizioni molto chiare; è doveroso opporsi all'ingerenza della chiesa nella nostra politica e nella fattispecie quando questa si scaglia contro i gay. Soprattutto perché quando il clero parla male degli omosessuali è come un portiere che fa autogol.


Insomma sembra proprio che la chiesa non arrivi nemmeno oggi ad accettare la dicotomia tra amore e sesso...


Difatti, per me invece l'amore è molto diverso dal sesso, tutto il dramma sta nel fatto di non aver mai saputo dividere il sesso dall'amore, a volte può succedere che vadano di pari passo, ma sono casi rarissimi. Io, ad esempio, sono innamoratissimo di una persona, anche se non corrisponde al mio ideale di maschio con cui fare sesso.


Ok, ma allora come la metti sul fatto della fedeltà in una coppia gay?


Io non credo a questa domanda. Nulla toglie e nulla mette se una persona va con un altro. Dipende da come ci vai: se tu vai in un battuage, secondo me non toglie nulla all'amore per l'altro. Il marito di Frida Kahlo disse: "Sono stato con un'altra donna, ma è come aver fatto una pisciatina per strada, nulla toglie all'affetto che ci lega". Per me la fedeltà non è un valore, almeno quella di tipo fisico, però se venissi a sapere che il mio ragazzo ha passato un pomeriggio con una persona con cui ha riso, ha scherzato, si è trovato in sintonia, allora sì, che sarei geloso. Perché capirei che quell'altro ha saputo dargli qualcosa di cui io non sono stato capace, se invece ha trovato una persona con cui ha fatto un po' di sesso in più ben venga, è come mangiare un piatto di pastasciutta.


Ma anche la pastasciutta vuole un suo condimento, o no?


(ride, n.d.R.) Il sesso è una cosa che appartiene al nostro corpo, non appartiene all'anima o alla testa; il fatto che a uno piacciano dei tipi di persone piuttosto che altri è naturale, bisogna acettarlo come si accetta che si possa preferire un piatto di spaghetti all'amatriciana, piuttosto che uno alla carbonara; il sesso è innanzitutto una questione fisica, che a volte si può accompagnare con qualche cosa di emotivo e di amore; purtroppo la chiesa ha voluto unire indissolubilmente il sesso e l'amore per giustificare a tutti i costi che c'era un atto animalesco di base, allora ha dovuto affermare: "fate sesso solo se siete innamorati". Noi rimaniamo comunque dei mammiferi, e gli animali scopano perché sentono odori, sentono l'attrazione; anche se noi lo neghiamo coprendoci di profumi e deodoranti spray, ovvero di ipocrisia, alla fine prevale la nostra animalità, che non va interpretata in maniera negativa, magari non dobbiamo assoggettarci ad essa, ma nemmeno sopprimerla a tutti i costi, sarebbe innaturale.


Parlavi prima del tuo maestro, Osho...Qual è a tal proposito il tuo rapporto con la religione?


Io sono contrario a tutti i tipi di religione, anche se possiedo un profondo senso religioso, fateci caso: tutti i popoli del mondo hanno religioni per odiare, ma non per amare, voglio dire che non hanno ancora trovato una religione che unisca tutti i popoli. La religione dev'esser un fatto intimo, non un fatto pubblico, un rito; c'è una canzone nel mio album che si intitola "Ricordati di te", ricordati che hai dentro di te un dio che dorme, non cercarlo fuori, è un dio senza nome, senza immagine, è la tua essenza religiosa, che può aiutare la tua armonia.


Il tuo ragazzo è americano, c'è differenza secondo te tra il gay italiano e quello americano?


Si, a differenza del gay italiano medio, il gay americano ha un rapporto più naturale con i suoi genitori, non ha nessun tipo di problema, ma soprattutto, in generale là sono tutti molto aperti, per cui non si ha bisogno di sotterfugi e, di conseguenza, non sono dediti alla dietrologia, come la maggior parte dei gay italiani.


Sei uno dei pochi cantanti in Italia, forse l'unico che vanta un po' di successo, che non ha mai nascosto la propria omosessualità, perché molti tuoi colleghi non osano sbilanciarsi?


Posso dire una cosa? Sono dei poveracci...di spirito, di animo. La chiarezza, nella vita di una persona è tutto, per gli altri e soprattutto per sé stesso. Ho tanti esempi di artisti sotto gli occhi che non sono chiari, persone che vivono male con sé stesse, ce ne sono sia in Italia che all'estero, persone ibride, non pulite.

Ai miei colleghi che si nascondono vorrei far notare che una persona famosa è comunque un privilegiato, che dovrebbe, deve dare il buon esempio, perché ha la possibilità di dichiararsi...se il postino, il muratore, il ragazzino gay che abita in provincia, percepisce che anche la persona famosa e importante non ha il coraggio di dichiararsi, non lo farà mai nemmeno lui e probabilmente vivrà segregato per tutta una vita domandandosi cosa ha fatto di male per essere gay. Negli anni scorsi ho incontrato manager, persone pubbliche, che mi hanno ringraziato perché la mia visibilità gli è stata d'aiuto a loro volta per avere il coraggio di uscire allo scoperto con i loro genitori, per rendersi visibili, ma soprattutto chiari e sereni con sé stessi, sull'ambiente di lavoro.

Una volta chiesi a Nanni Ricordi come mai io ero l'unico che aveva avuto questo coraggio ad uscire fuori, lui mi rispose: "Perché tu non appartieni al mondo della musica, arrivi da un altro mondo, sei in primis un pittore, un artista multimediale". I vari Testori, Pasolini, Wharol, non hanno mai avuto problemi a dichiarare la propria omosessualità perché erano protetti e incoraggiati da una cultura grande come quella letteraria o artistica, mentre nel mondo della musica la maggior parte degli artisti si vergognano a dichiararsi perché hanno paura che le fan non gli comprino il loro disco.


Da una parte l'ipocrisia, dall'altra la paura di dichiararsi, insomma siamo ancora indietro anni luce...


Si, questo perché nel nostro paese dare dell'omosessuale a una persona è come dire che è una ladro, forse addirittura peggio. Si viene denunciati per diffamazione. Le cose sono indubbiamente cambiate, ma c'è una cosa che mi fa molta paura: la maggior parte degli eterosessuali stanno interpretando, stanno prendendo questo fatto dell'essere gay, come se fosse una moda e le mode hanno tutte un'inizio ed una fine. Ciò che mi piacerebbe che gli eterosessuali capissero è che noi non siamo solo Dolce e Gabbana o Cristiano Malgioglio, noi siamo la vita, non si scherza su queste cose. Ho paura quando mi danno dei "permessi" per poter essere me stesso, perché vogliono che io sia me stesso in una precisa direzione, quella che a loro non dà fastidio o che gli fa comodo che io rappresenti. Qualcosa comunque è cambiato o sta cambiando: gli etero hanno di recente scoperto la filosofia gay e la comicità gay, che fino a pochi anni fa significava Il vizietto, ora c'è Will & Grace, Metrosexuality, Queer as folk.

Comunque non si torna più indietro, potresti mettere una pietra sopra la sessualità degli anni '60, oppure pensare che l'AIDS ci ha riportato indietro di millenni, però non si torna né al burka, né alle catacombe paleo cristiane, non è l'integralismo che può creare l'uomo di domani, sarà l'individuo che riuscirà a fondere tutte le religioni, perché c'è bisogno di un senso religioso, un senso cosmico, universale.


Beh, dopo tutto, allora qualcosa si è mosso, non trovi?


Si, sulla bilancia però non c'è solo l'omosessualità, c'è anche la donna che ha cambiato tutti i suoi connotati, ha acquistato la sua emancipazione, la sua libertà economica, per cui manda affanculo l'uomo quando vuole, ecco perché secondo me c'è questo sfacelo di nove divorzi su dieci matrimoni, se la donna è cambiata, di conseguenza deve cambiare anche il maschio, e comunque tra questi due poli ci sono in mezzo tante sfumature di colore, c'è il lesbismo, c'è il gay, ecco perché credo debbano cambiare anche i rapporti di matrimonio. Il matrimonio è diverso, ha una validità così vacua, aleatoria, ci vuole qualcosa che lo tuteli in un altro modo, poi...ben venga un matrimonio che dura tutta la vita, dove le persone scopano dal mattino alla sera con il proprio partner dopo vent'anni come se fosse la prima volta purtroppo, però, la realtà dei fatti ci dimostra l'opposto.


Come trovi i giovani gay, impegnati o dedicati in toto al divertimento?


Li trovo di una stupidità unica, vanno dietro alle mode, più prevedibili degli eterosessuali, omologati, non hanno la consapevolezza di quello che noi della prima generazione gli abbiamo consegnato. Danno tutto per scontato, vedremo cosa succederà nel caso che gli venga tolto quello che hanno: si ritroveranno in piazza a domandarsi "ma cosa è successo?", non capiscono che comunque sono ancora considerati degli outsider dai loro coetanei etero e dalla società perbenista in genere.


In effetti sembra che i ragazzi gay di oggi siano più interessati ad una serata in discoteca piuttosto che ad una manifestazione come il gay Pride...


La Mussolini dice di essere tollerante verso i gay ma non le piacciono le manifestazioni come i gay Pride, dove l'omosessualità viene ostentata; io penso invece che viviano in un periodo dove i gay Pride siano ancora importanti perché c'è bisogno di visibilità, bisogna dimostrare che l'omosessualità esiste, ed è una presenza importante, è comunque un fatto di gioia. Peccato non vi sia un etero pride, un woman pride, una festa della sessualità, una festa dei sessi, una festa dell'umanità, così come dovrebbero esserci molte "love parade". Mi piacerebbe ci fossero delle manifestazioni sull'esaltazione della vita, sull'esaltazione della gioia, del sesso...in realtà vedo solo molta pornografia, c'è molto erotismo; quando tu rivesti il sesso con degli orpelli stai facendo una costruzione, non è più sesso, ad esempio sono contrario a quelli che praticano sadomasochismo, perché quando inizi ad usare dei suppellettili, vuol dire che il tuo arnese non ti funziona più.


Se dovessi, dall'alto della tua esperienza, dare un consiglio ad un giovane gay cosa gli trasmetteresti?


Gli trasmetterei l'importanza di essere chiari, non essere ambigui, sia con sé stessi che con gli altri, perché non si vive solo di sessualità, siamo tantissime altre cose, la nostra sessualità è solo una parte di noi, per cui alleggerirei il concetto sul sentirsi omosessuali, siamo innanzitutto persone.


Progetti immediati?


Sto scrivendo un romanzo che si chiama "Falsi nomi, storie vere", voglio raccontare di persone che ho incontrato nella mia vita, ovviamente dovrò mettere nomi falsi, ma le storie sono vere, parlerò di gente nell'ambito disografico, di cantanti, del mio vissuto attraverso le varie trasmissioni cui ho partecipato, che vanno dagli anni '80 ai nostri giorni.

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