Dell'onanismo [1760]. Mitico testo "genialoide" sui danni della masturbazione

29 aprile 2005

[Letto e citato nell'edizione Dell'onanismo, Chiasso, Tettamanti, 1903].


Incredibile trattato contro la masturbazione che sostiene la sua dannosità in quanto lo sperma sarebbe (secondo i princìpii della medicina medievale) costituito da un non meglio specificato "fluido vitale" che tiene in vita l'organismo (una tesi già sostenuta nel secolo precedente da scrittori materialisti-libertini come Antonio Rocco ne L'Alcibiade fanciullo a scola e da Ferrante Pallavicino ne Il corriero svaligiato). Questo perché la medicina antica riteneva che lo sperma fosse "distillato" dal midollo spinale, o per essere più precisi dall'"umore" del midollo spinale. Un eccessivo svuotamento di sperma avrebbe quindi portato ai danni neurologici legati al danneggiamento della colonna vertebrale.

Ovviamente col crollo, nel XVIII secolo, della "teoria degli Umori", crollarono le basi stesse di questa bizzarra teoria...

Eppure questo ridicolo testo ha goduto in anni recenti d'una incomprensibile riscoperta, dovuta più che altro a fattori di moda (cfr. solo di Jean-Paul Aron e Roger Kempf, Il pene e la demoralizzazione dell'Occidente, Sansoni, Milano 1979, che lo ha pompato e portato alle stelle, quasi fosse il fondamento della sessuologia occidentale!).

Per quanto riguarda i contemporanei di Simon André Tissot (1728-1797), invece, non m'è mai accaduto di vederlo citare con approvazione (al più, con distaccato quanto freddo interesse), e se non di sfuggita, proprio così come fra cent'anni si potrà leggere in un testo di biologia delle tesi di Peter Kolosimo sull'origine extraterrestre dell'homo sapiens.

Questo perché il protestante svizzero Tissot s'inquadra meglio come imitatore (cfr. l'analoga opera Onania, in lingua inglese, del 1710) di un tentativo di criminalizzazione della sessualità esplicitamente a partire dalla fisiologia anziché dalla religione, che ebbe origine e fulcro (e un certo successo) nei paesi protestanti, specie calvinisti-puritani, mentre fu osteggiata (e sconfitta) nei paesi cattolici (e non solo) dal rifiuto del potere religioso di spartire il campo della sessualità con chicchessia.

Ciò non significa che i libri di Tissot non siano stati ristampati infinite volte (l'edizione che qui cito è per esempio la sesta ristampa)... esattamente come i libri di Peter Kolosimo sono stati tutti best-sellers, ristampati incessantemente!

Il punto è però che l'opera di Tissot costituisece un vicolo cieco per la storia della cultura, anche e soprattutto per il suo porsi come ultima, anzi estrema espressione d'una tradizione medica legata alla fisiologia medievale che, proprio mentre Tissot scriveva, stava cadendo a pezzi per le nuove scoperte mediche e scientifiche.

Questo libro nato vecchio e superato, quindi, deve il suo immeritato successo d'oggi solo al fatto che qualsiasi studioso pigro lo trova citato ad apertura di pagina nell'Encyclopédie, edizione del 1777-1781 (ma non le precedenti!), alla voce Sodomie.

Qui Tissot è citato in un tour-de force che mira a menare il can per l'aia, parlando svagatamente di masturbazione allo scopo di evitare di prendere posizione sulla sodomia in quanto tale.

Purtroppo gli studiosi pigri e superficiali fanno meno fatica a citare un testo "autorevole" che a vedere cosa esso significasse nel contesto in cui fu prodotto: eppure il fatto che proprio Diderot, cioè uno dei curatori dell'Encyclopedie, critichi seccamente Tissot nel suo Sogno di D'Alambert, vorrà dire qualcosa per lo storico, o no?


Infatti, a ben guardare, Tissot è epigono della tradizione materialistico-libertina (sia pure usata con incongrui fini moralistico-religiosi) e non è certo un precursore della tradizione illuministica ed "enciclopedistica", come ci si vuol far credere.

È un fossile vivente, non il precursore dell'uomo moderno e della sua morale.

Il fatto stesso che questa traduzione italiana sia opera d'uno sconosciuto tipografo d'oltrefrontiera (svizzero!), è significativo per la storia della sua accoglienza in Italia, e avvicina il suo status più a quello della letteratura pornografica clandestina che a quello dei trattati di morale o sessuologia d'inizio secolo.

Di tutti questi fatti dovrà tenere conto lo studioso nel trattare di questo testo così anomalo e così mal compreso.

Infine, per quel che riguarda il tema omosessuale, pochi sono gli spunti espliciti, presenti soprattutto nel libro I, cap. 5, nel quale si raccomanda vivamente la sorveglianza sui precettori dei propri figli per impedire che insegnino ai ragazzi a masturbarsi.

La sorveglianza è necessaria anche nei collegi, dove si apprende la masturbazione reciproca.

Tutto qui.

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Altre recensioni per Onanismo del signor Tissot, L'

titoloautorevotodata
L'onanismo del signor TissotMauro Giori28/04/2005

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