L'"Hitchcock" di Rohmer e Chabrol: un classico (omofobo) della critica cinematografica

9 luglio 2004

Ogni ricerca su Hitchcock non può permettersi di ignorare, se non per snobismo (come è talora accaduto) questo libro scritto da Rohmer e Chabrol nel 1957,quando la filmografia di Hitchcock si fermava a L'uomo che sapeva troppo (e ancora mancava di capolavori quali La donna che visse due voltePsyco e Gli uccelli), e quando la preparazione critco-teorica della nouvelle vague stava per concludersi: presto i redattori dei Cahiers du Cinéma sarebbero scesi in strada, letteralmente, per scrivere con la macchina da presa anziché con la penna (così come aveva sognato Astruc qualche anno prima). Se alcuni degli assunti teorici espressi nel libro oggi appaiono scontati, lo si deve proprio a questo volume, che ha contribuito non poco a propagandare una certa visione dell'autore cinematografico, identificato nel regista, e un certo modo di attraversare la sua opera ricorrendo a strumenti ai tempi niente affatto consueti.

Chi si occupa di Hitchcock, dunque deve partire da questo caposaldo della politique des auteurs, per amarlo, per odiarlo, per criticarlo, a seconda dei casi. Anche chi si occupa dell'omosessualità nel cinema di Htichcock, e negli ultimi quindici anni sono stati in tanti, non può esimersi dall'iniziare da qui: furono infatti proprio Rohmer e Chabrol  a individuare la presenza di un trittico dedicato all’illustrazione del «problema dell’omosessualità da tre punti di vista: morale in Murder!, realistico in Rope, psicanalitico in Strangers on a Train» (p. 45), e cioè rispettivamente Omicidio! (1930), Nodo alla gola (1948) e L’altro uomo - Delitto per delitto (1951). Più nel dettaglio, a proposito di Omicidio! i due autori scrivono che «il pederasta uccide allorché viene smascherato, si considera un essere anormale e non ignora che il suo vizio è una colpa» e attribuiscono a Hitchcock, condividendola, la convinzione dell’«impossibilità di un amore omosessuale autentico, in quanto tale amore è sempre un'imitazione» (p. 45). Su Nodo alla gola rincarano: «I personaggi di Hitchcock conoscono tutti gli innumerevoli volti del vizio e […] la pederastia […] è uno di quei volti» (p. 88), mentre infine nelle pagine su Delitto per delitto l’omosessualità diviene una delle «tare» che affliggono i protagonisti, insieme alla «vertigine dell’omicidio» e all’«orgoglio morboso» (p. 103).
Come si intuisce già da questa citazioni, la prospettiva di Rohmer e Chabrol è pesantemente cattolica e moralista, e soprattutto attribuisce a Hitchcock una prospettiva cattolica e moralista (ergo omofoba) senza dubbio opinabile, che non a caso è stata uno dei punti più controversi e criticati del libro. E' comunque a partire da queste prime idee dei due futuri registi che hanno preso il via una quantità di studi sull'omosessualità nel cinema di Hitchcock, che hanno dato in seguito con gli studi, tra gli altri, di Wood, Price, Corber e Doty, risultati più o meno pregevoli a seconda dei casi, non sempre più rigorosi, ma se non altro meno preoccupati dei castighi del giorno del giudizio universale.

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nomeprofessioneautoreanni
Farley GrangerattoreVari1925 - 2011
autoretitologenereanno
AA.VV.Out in Culturesaggio1995
Mauro GioriAlfred Hitchcock. Psycosaggio2009
Theodore PriceHitchcock e l'omosessualitàsaggio1995

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