La donna della domenica

7 agosto 2004

La donna della domenica è stato uno dei successi letterari più rilevanti della nostra narrativa contemporanea ed è considerato un caposaldo del giallo all'italiana. Due dei personaggi principali, Massimo e Lello, sono omosessuali. La loro relazione d'amore, piuttosto burrascosa, è una delle numerose vicende parallele che si sviluppano dall'inizio del romanzo ed è trattata con l'occhio normalizzante ma ironico con cui sono narrate tutte le altre vicende, non prive di inflessioni morbose (vedi l'episodio del voyeurista) e licenze amorose "moderne" (l'indifferenza per la prostituzione così come il tifo compiacente del narratore per la nascente relazione tra il commissario Santamaria e la coniugata Anna Carla).
Nel romanzo non vi sono personaggi forti, ma piuttosto una coralità complessa e variegata per estrazione sociale (dall'umile impiegato e ragioniere Lello all'alta borghesia di Massimo e Anna Carla). Vicende private, pubbliche ossessioni e umori profondi di una città (Torino) fotografata da chi la conosce bene sono montate in parallelo con un procedimento propriamente cinematografico, soprattutto nella prima parte. L'abilità scrittoria di Fruttero e Lucentini trapela anche e soprattutto dall'attenzione rivolta ai personaggi, privi di psicologie profonde e articolati attraverso azioni, parole e pensieri, senza la mediazione di presentazioni e descrizioni (fisiche o psicologiche) di particolare rilievo. Spesso le descrizioni sono del tutto assenti, e quando ci sono di norma sono il risultato di una focalizzazione: il narratore, cioè, le affida alla percezione di qualche personaggio. Anche per questa tendenza alla mimesi, di cui è sintomatico l'abbondante quanto elementare utilizzo dell'indiretto libero, il narratore (extradiegetico) risulta piuttosto debole. In compenso ha evidente rilievo l'autore implicito, che si fa centro forte del romanzo, per quanto "occulto". In altre parole, pur facendo ricorso a un narratore poco intrusivo, Fruttero e Lucentini fanno sentire la loro presenza e cospargono il romanzo di una quantità di osservazioni che, pur nella loro varietà di toni, approdano nella sostanza a una diffusa, talora sagace ironia nei confronti delle mode, delle abitudini sociali di massa, delle diffuse idiosincrasie della modernità urbana. Che siano i labirinti della burocrazia, le rivalità d'ufficio (come d'accademia), le idiozie perdigiorno dell'alta borghesia, le convenzioni moraliste più inveterate o le mode passeggere (le vacanze in Grecia), o ancora l'esaltazione borghese del kitsch (l'itifallo di Garrone o le pulci del Balùn), gli autori non risparmiano frequenti frecciate che, attraverso massime di facile apprezzamento, fustigano tutto il fustigabile. Inevitabile che la dimensione privata, qualora approdi a una qualche forma di originalità, è già per questo in certo modo considerata un valore, per quanto sia osservata con una certa distanza non priva di snobismo. Si arriva così persino, un po' ironicamente, ad apprezzare il voyeurismo, non senza penose considerazioni attente a non giustificare, ma prive di severità (una duplicità di atteggiamenti che è tra le eredità evidenti del Gadda del Pasticciaccio).
E' in questa ottica che va considerata la normalizzazione della tematica omosessuale nel romanzo. L'amore gay è un esempio (come la relazione extraconiugale di Anna Carla e Santamaria) di apprezzato allontanamento dalla massa. Tanto è vero che viene poi deprecato, per bocca di Anna Carla, l'approdo troppo tristemente comune della relazione tra Massimo e Lello, vale a dire un litigio con cui il loro amore si chiude: la diabolica vecchietta Tabusso si incaricherà di non concedere l'occasione di una riconciliazione. Soprattutto, l'omosessualità contribuisce a disegnare quel panorama democratico (sebbene di una democrazia in buona parte ipocrita) della metropoli che offre uno spaccato della società moderna, dove si trova tutto e il contrario di tutto, e dove ogni contraddizione è riassorbita senza difficoltà. In questo senso l'amore tra Massimo e Lello, in accordo anche alla discrezione del narratore, è introdotto, narrato e lasciato estinguere senza commenti di sorta, senza trattamenti particolari: fa semplicemente parte del variegato mondo urbano odierno, e come tale viene registrato. Il mondo è bello perché è vario, i gay non disturbano anche se l'ostentazione dell'indifferenza tradisce spesso l'interiore rigetto (a dispetto della discrezione del narratore, insomma, l'autore implicito non manca mai di farsi sentire, persino quando tace).

Quattro anni dopo la prima pubblicazione del romanzo Comencini ne ha tratto una versione cinematografica, non proprio indimenticabile.

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autoretitologenereanno
Franco LucentiniNotizie degli scaviracconti1964

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