Diabolik - Il Segreto della Rocca

Recensione di Orlando Furioso


Quando la retorica può essere utile?


Il Nuovo anno di Diabolik si apre con una storia che parla di omosessualità.

Come spiegano gli Autori in un colophon al termine del fumetto: "[...] Diabolik ha affrontato i più diversi problemi sociali: dalla prostituzione alla droga; dalla violenza carnale all'eutanasia. Ma non aveva mai affrontato il tema dell'omosessualità. Una lacuna che Luciana Giussani si era più volte ripromessa di colmare... [...]"

La lacuna viene davvero colmata?

Diabolik può contare su un pubblico fedelissimo, oltre che su numerosissimi lettori e lettrici occasionali. Le sue storie arrivano così a migliaia e migliaia di persone di ogni estrazione sociale ed idea politica; è un fumetto trans-generazionale, interclassista, amatissimo e soprattutto è un importantissimo pezzo di storia italiana del Fumetto, da oltre 40 anni.
Pur nella sua graniticità di impianto generale (Lui, Eva, il colpo, il rischio, la soluzione del problema, spesso il lieto fine) Diabolik muta col mutare del sentire morale, segue la corrente delle idee nazionali - raramente di quelle più retrive e reazionarie - e intrattiene, divertendole, persone diversissime tra loro ma accomunate dalla medesima passione per il Re del Delitto (pur se ormai uccide sempre meno).

Diabolik non è, ovviamente, un fumetto politicamente schierato, eppure in questo importante primo numero inedito del 2007 prende decisamente posizione. Una posizione che non è detto sia necessariamente di una specifica parte politica (esistono molti/e gay liberal, appartenenti allo schieramento di centrodestra che lottano per i diritti civili delle coppie omosessuali), ma che tradizionalmente è sempre appartenuta alla sinistra. Come poi la sinistra abbia accolto questa lotta, è altro discorso...

Ancora oggi parlare di omosessualità in modo esplicito in un fumetto popolare made in Italy non è proprio la cosa più semplice e naturale del mondo. Tuttaltro!
Certo, il politicamente corretto ha riscosso un certo successo nel fumetto mainstream, dalla Disney alla Bonelli è tutto un camminare sui gusci d'uovo cercando di non romperli: dai diritti delle donne a quelli dei nativi americani fino ad arrivare al vegetarianesimo hardcore e all'abolizione di certe parole, è tutta un'attenzione a non offendere nessuna categoria di esseri viventi. (Forse in quanto consumatori?...)

Non offendere o... non nominare, tanto per arrivare al massimo della correttezza.
E se una cosa non la si nomina, essa semplicemente non esiste.

Dunque se a Paperopoli, a Topolinia, nel West di Tex, nell'East di Zagor (etc.) gay e lesbiche semplicemente non esistono, da oggi sappiamo che a Clerville - l'immaginaria città nella quale sono ambientate la maggior parte delle avventure di Diabolik - gli omosessuali ci sono, esistono e praticano la loro omosessualità!
In sé per sé questa sì è una cosa rivoluzionaria, una presa di posizione netta e politicamente importantissima.
Non si sta parlando di "obblighi di continuity": non credo che nessuno si azzarderà a pensare - o a sperare - che d'ora in poi gay e lesbiche faranno normalmente parte delle avventure di Diabolik.
Ma sapremo, e lo sapremo per sempre, che i gay esistono almeno in una delle infinite città fittizie del mondo dei fumetti.
La portata dell'evento, si diceva, non è da poco.

Aggiungiamo altra carne al fuoco. Eva Kant, compagna di Diabolik, esprime più volte durante il racconto, con parole chiare, le sue idee in materia di omosessualità.
Ascoltiamola in un dialogo con Saverio, scrittore:
Saverio: "Io sono omosessuale e tra me e lui c'era un sentimento profondo, intenso. La nostra era una vera, autentica storia d'amore. Mi condannate?"
Eva: "Saverio, vi ammiravo prima, e ora ancora di più. Perché intuisco a quali sofferenze, difficoltà, sotterfugi dovete essere andato incontro in tutti questi anni."

E quando Saverio la informa della su intenzione di rendere finalmente pubblica l sua omosessualità, Eva così risponde: "Ci sarebbe stato un certo scalpore, commenti negativi da parte di qualche idiota ottuso..."

Poche pagine dopo Eva mette al corrente Diabolik dell'intenzione di aiutare Saverio ad uscire nel grosso guaio in cui è finito; ascoltiamo:
Eva: "...Forse, per scagionarlo, dovremo muoverci in un ambiente che conosciamo poco. Spero che per te vada bene."
Diabolik: "Nessun problema Eva. Per me è un ambiente che non ha nulla di diverso da un altro..."

Per non rovinare la lettura si eviterà di entrare ulteriormente nei particolari, ma si sappia che la stessa Eva escogiterà una trovata bellissima per aiutare Saverio; un piano che la coinvolgerà in una certa azione che seppur già vista centinaia di volte nelle avventure di Diabolik, in questa specifica situazione appare davvero importante (oltre che divertentissima, beninteso) e sottolinea inequivocabilmente la netta e decisa presa di posizione della bellissima fuorilegge.


Luoghi comuni e "tolleranza"?


Fino a qui gli elementi positivi.
Certo è triste che si debbano considerare "positive" questioni che dovrebbero rientrare, invece, nella più completa normalità (in un società giusta e civile, s'intende). La sola ammissione dell'esistenza dell'omosessualità e il naturale sdegno che ogni persona per bene dovrebbe provare quando vede calpestato il più elementare dei diritti, quello cioè all'esistenza e all'amore, deve - ancora oggi - necessariamente essere considerato una conquista importante perché esplicitata in un fumetto popolare di successo.

Forse per ora non si può chiedere, tantomeno pretendere, di più. Il fumetto, in questo caso, è fiction e non si vuole certo imporre ad esso una visione iperrealistica del mondo e della realtà, altrimenti, tra l'altro, dovremmo dire addio ai mille congegni impossibili con cui Diabolik da oltre 40 anni sfugge alla giustizia e dovremmo dire addio all'amata sospensione dell'incredulità che ci permette di godere dei nostri amati fumetti.
Gli autori di Diabolik non avevano alcun obbligo di affrontare il tema dell'omosessualità e onore ad essi per averlo fatto, rschiando peraltro i soliti strali da parte dei soliti, noiosissimi, ingoranti "probi"...
Anche se... anche se, ancora una volta, l'omosessualità, più nel colophon succitato che nella storia vera e propria, viene considerata "un problema" alla stregua di "droga, prostituzione, violenza carnale ed eutanasia". Questo, talvolta, è tanto noioso e ingiusto quanto gli strali dei "probi".

Un po' come quando un amica invita a cena te (uomo) e il tuo compagno, ti presenta orgogliosamente ai figli e poi, quando i ragazzi sono usciti, candidamente afferma che "è giusto che i ragazzi vedano persone di ogni genere; potrà capitare loro, nella vita, di aver a che fare con prostitute, delinquenti, drogati...". Ops... Grazie comunque per il tentativo.
[E, naturalmente, facciamo tutti/e - di qualsiasi orientamento affettivo-sessuale - parte dell'umanità, che è anche formata da puttane drogati e delinquenti. I/le quali, in molti/e, sono omosessuali. Dunque?...]

Il Segreto della Rocca ha un'importanza epocale nel fumetto popolare italiano per i motivi precedentemente riassunti, ma non si spinge oltre un generico buonismo, condito di una serie di luoghi comuni e dall'odioso (ma oggi ancora, purtroppo, "all'avanguardia" e persino da sbandierare con fierezza) concetto di tolleranza.
Gli omosessuali - pare venga detto in questi frangenti - in realtà non sono esattamente come noi; sono dei poveretti che soffrono. E soprattutto, se esistono, devono morire ammazzati o autoammazzati. Devono essere rappresentati mentre vivono una vita di sofferenze, paure e tragedie. E se marcano un po'... tanto meglio, in quanto vengono identificati immediatamente. (Non è un caso se da un certo punto in poi questo scritto usi solo il genere maschile, dato che le lesbiche, nell'immaginario comune, non esistono per niente. E' solo che "non hanno ancora trovato l'uomo giusto".)

Bisogna dunque provare un po' di pena per loro, appunto tollerarli.
Solo che la tolleranza significa nient'altro che sopportazione! Un dolore si tollera, una persona molesta si tollera, un guaio si tollera.
Si immagini un/a omosessuale che dichiari con orgoglio e condiscendenza di tollerare gli/le eterosessuali... e si potrà avere un'idea più precisa di ciò che si intende qui dire. La tolleranza è l'opposto dell'accoglienza, della coesistenza delle diversità, le quali si arricchiscono e - perché no - si mettono in discussione l'un l'altra.


Utilità della retorica


Tutto ciò detto, ecco un sogno: l'uomo e la donna che, sull'autobus, stanchi per la giornata lavorativa appena conclusa, leggono un fumetto per intrattenersi piacevolmente una mezz'ora; quel fumetto è Il Segreto della Rocca. Leggono Diabolik da tanti anni... ammirano il nero criminale e la sua bellissima compagna, tifano per loro a dispetto del senso comune che vorrebbe che sia sempre la Legge a trionfare. E sanno che, in fondo in fondo, i due fuorilegge non uccidono nessuno che in qualche modo "non se lo meriti"... L'uomo e la donna che leggono sull'autobus hanno un opinione negativa dell'omosessualità, come di una cosa contronatura e in qualche modo pericolosa. Eppure quei due splendidi personaggi di carta la pensano diversamente. Nessuno forgia le proprie opinioni in base ai pensieri di due personaggi di carta... eppure, quella sera, dedicheranno qualche minuto a pensare. Chissà, forse anche a pensare in un modo un po' diverso a tutta la faccenda.


Appunto: chissà.

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