Ragazza dagli occhi d'oro, La [1835]

1 gennaio 2005, http://www.gayroma.it/8novembre2004b.htm

[Tratto da Gayroma.it].

L'opera letteraria di Honoré de Balzac è straordinaria, e altrettanto lo fu la sua vita rocambolesca.

I ritratti di Balzac rappresentano un uomo grasso, con i baffi, dallo sguardo acuto e bonario. Si sa che beveva quantità impressionanti di caffè, che era assalito dai creditori e che per sfuggire loro si abbigliava da donna, che era spendaccione quando poteva e nella sua opera (circa novanta romanzi) volle descrivere la società del suo tempo in cui dominava un solo idolo: il denaro.


Tra le sue opere più celebri ci sono senza dubbio Eugénie Grandet, in cui una fanciulla di provincia, ingenua e sensibile, è circondata da mostri: dall'avarissimo padre, al fatuo cugino parigino di cui Eugénie s'innamora perdutamente, ai compaesani interessati e pettegoli; e Papà Goriot, in cui si scatena una lotta feroce per il denaro e in cui resta famoso il personaggio di Rastignac, che alla fine vorrà "conquistare" tutta Parigi.
L'opportunismo, il calcolo scaltro e disumano, l'avidità, la mancanza di amore, i vizi di tutta una società già moderna sono rappresentati con uno stile fluentissimo, geniale, mai artefatto.

Amico di contemporanei altrettanto celebri, come Victor Hugo e George Sand, Balzac viene descritto come uomo di buon carattere, famoso per le sue amanti, ma che inseguì per mezza Europa la misteriosa "straniera" che gli scrisse, e che divenne sei mesi prima della sua morte sua moglie. Era una nobildonna russa, Madame Hanska, e il loro amore fu un romanzo nella vita già romanzesca di Balzac.

Profondo conoscitore di tutti gli ambienti sociali dall'aristocrazia all'alta borghesia, dalla media alla piccola borghesia, dal proletariato al sottoproletariato, dalla città alla provincia, dal villaggio al più piccolo borgo di Francia, Balzac diede alla sua opera il titolo complessivo di La commedia umana.


Nato nel 1799 e morto nel 1850, Balzac scrisse opere "serie" solo dai trent’anni: prima di allora aveva scritto "porcherie letterarie", come scrisse in una lettera alla sorella: solo per vivere. Dai trent'anni circa invece incominciò a lavorare con una costanza insuperabile: in vent'anni di attività inventò 1200 personaggi!

Una piccola opera di Balzac, La ragazza dagli occhi d'oro, del 1835, divenne il libro prediletto degli autori Decadenti della fine del 1800 ed inizio 1900.

Il protagonista, Henri De Marsay, è un dandy sfaccendato e un decadente ante-litteram. Figlio naturale dell’inglese Lord Dudley, il bellissimo Henri deve solo, nella vita, spendere la rendita di un'eredità e corteggiare belle donne. Henri non crede "né agli uomini, né alle donne, né a Dio, né al diavolo".

Egli ha una sorellastra, figlia del volubile Lord Dudley e di una dama spagnola, di cui non sa neppure l'esistenza.

Invaghitosi d'una ragazza straniera che spesso va a passeggiare nel parco delle Tuileries a Parigi, un giorno si reca al parco per rivederla e tentare di ottenere addirittura un appuntamento galante con lei.
La fanciulla c'è, accompagnata da un'altra donna "con occhi neri che bruciano e non devono mai aver pianto", che suscita l'ammirazione di Paul, un provinciale amico di Henri. Solo che nel bel parco reale di Parigi non vi sono solo loro due, ma una cinquantina di giovanotti, elegantemente abbigliati, per conquistare chi "la fanciulla dagli occhi d'oro" (com’è soprannominata colei di cui si è invaghito il protagonista), sia la sua sgarbata accompagnatrice.


Quando Henri e "la fanciulla dagli occhi d'oro" s'incontrano davvero anche lei, seppur arrossendo, manifesta simpatia per il bellissimo giovane. La sua accompagnatrice la fa salire velocemente in carrozza, dimostrando odio verso Henri.

Henri scopre che "la ragazza dagli occhi d'oro" vive nel sontuoso palazzo di un nobile spagnolo, si chiama Paquita Valdés, e abita con l'altra donna, un maggiordomo dei Caraibi e il vecchissimo marchese di San- Réal.

Henri farà di tutto per ottenere un appuntamento. In un turbinio d'inventiva Balzac trasporta i lettori in intrighi che sarebbero assurdi se non fossero magistralmente raccontati, in dialoghi surreali e divertentissimi, in un'atmosfera esagerata che solo un grande narratore può osare.

Naturalmente l'amore trionfa, tra Henri De Marsay e "la ragazza dagli occhi d'oro", grazie soprattutto all'aiuto del maggiordomo che è fedelissimo alla fanciulla.
Ma il libro riserva parecchi colpi di scena:

  • il primo è che Henri s'innamora davvero di Paquita;
  • il secondo è che Paquita non è la ragazza "poco seria" (come avrebbero detto i borghesi) che tutti i giovani sfaccendati di Parigi credevano, bensì una fanciulla innocente;
  • il terzo è che Henri si trova di fronte un nemico feroce, che è Margherita, l’accompagnatrice, che altro non è che l'innamorata corrisposta di Paquita;
  • quarto, che Margherita è somigliantissima a Henri... essendo la sua sorellastra, figlia di Lord Dudley.

Margherita è un personaggio che appare poco, ed è estremamente malvagio.

Il suo amore verso Paquita non è amore (come dimostrerà chiaramente il finale del libro) ma un estremo senso del possesso, dominio, in cui la gelosia quasi consuma la folle Margherita.

Che amore e gelosia vadano di pari passi è uno dei più falsi luoghi comuni: l'amore e la gelosia sono due sentimenti assolutamente incompatibili.

Che poi due fratellastri che non sanno di esserlo (un espediente letterario assai in uso fin dai tempi antichi) "amino" la stessa fanciulla, questo è un fatto che divertirebbe uno psicoanalista, ma tanto l'uno è infine colto da amore, tanto l'altra è colta da odio.

Non si deve tuttavia leggere questo libro come un libro antilesbico: per Balzac tutta la società capitalista è corrotta, e così lo è chiunque segua i suoi dettami.

In verità Balzac è un moralista, nel significato migliore del termine, che denuncia una società già ampiamente capitalistica e materialista, ossessionata dal denaro, dal potere, dalla sessualità (nel suo aspetto peggiore, di possesso sugli individui, e non come espressione di tenerezza).

Nel libro Balzac mette in scena personaggi eccessivi in tutto, esagerati eppure fantastici, come avrebbe fatto nel cinema più di un secolo dopo il grande regista tedesco Fassbinder, ad esempio nel film Le lacrime amare di Petra Von Kant.

Questo libro fu esaltato dai Decadenti perché Henri aveva, singolarmente, punti in comune con loro, Margherita era una belle dame sans merci ("bella dama senza pietà") come quella della splendida lirica di John Keats e della leggenda tedesca di Lorelay, su cui Henrich Heine scrisse una celebre lirica, cioè una figura "classica" del Romanticismo, affine ai personaggi dall'anima nera di un capolavoro come Cime tempestose di Emily Bronte e ai capolavori dell'americano Edgar Allan Poe.

Anche se appena accennata letterariamente, Margherita appartiene a questi personaggi con in più un orientamento omosessuale.

Certo, si potrebbe contestare che Margherita rientra nel cliché delle lesbiche "cattive", anzi perfide, creato in vari film e romanzi di dubbio gusto, ma è altrettanto vero che l'orientamento sentimentale non ha nessuna relazione con la "bontà" e il senso etico della gente.

Tra il fatuo Henri e la cattiva Margherita la vittima è Paquita, troppo bella e troppo delicata per esistere in quel mondo disumano.

Leggere oggi questo libro di Balzac vuol dire leggere un'opera che inizia con una vertiginosa e impietosa descrizione di Parigi inizio Ottocento e poi una storia d'amour fou, assai divertente, in cui l'autore inserisce di tutto: l'esotico, la nobiltà, l'oppio, portieri prezzolati, pugnali, cuscini di seta d'Oriente, frasi altisonanti, spezie d'India, intrighi, tentativi di fuga, fedeltà assolute, adulteri, erotismo.

Il libro fu tradotto in Italia solo nel 1946 dal grande poeta Attilio Bertolucci, e la casa editrice SE l'ha ristampato nella stessa splendida traduzione nel 1990.


Da questo libro è stato tratto l'omonimo film del 1961.

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