Shonen ai. Il fumetto omoerotico giapponese (yaoi, boys love, shonen ai)

Recensione di Orlando Furioso, apparsa su "Fumettidicarta". Riedita per cortese concessione dell'autore.


Veruska Sabucco è la persona più preparata in Italia sull'argomento "shounen ai" (fiction, principalmente manga, a tema omoerotico maschile) e correlati, ed è anche un'amica.

Che scrive bene, molto bene, ed è appassionata di ciò di cui si occupa in questo libro: infatti "è attiva nella scena italiana yaoi, shounen e slash, dal 1995. Dal gennaio 2000 è la vicepresidente dell'associazione culturale Cultur Club, nata per promuovere la cultura shounen ai e yaoi italiana".

Alla maggior parte degli appassionati di fumetti, e di fiction in generale, forse questi strani termini diran poco, anche perché Shonen Ai è, in effetti, il primo saggio organico italiano sull'argomento.

Eppure la cultura e la produzione letteraria/fumettistica a tema è sterminata, come la Sabucco stessa ci spiega con abbondanza di riferimenti nel suo bel libro.

Per slash s'intende, a grandi linee, la rilettura e la conseguente produzione di fiction, in chiave omoerotica, delle relazioni tra i personaggi maschili di serie televisive come Star Trek o The X Files o qualunque altra serie, televisiva o meno, vi possa venire in mente.

Yaoi è l'equivalente termine giapponese, e i protagonisti sono principalmente personaggi di manga famosi: da I cavalieri dello zodiaco a Holly e Benji.

A mio avviso tutto ciò rappresenta lo scatenarsi della fantasia delle autrici/lettrici (sì, si tratta di un fenomeno quasi esclusivamente femminile; anche a questo la Sabucco dà un'esauriente spiegazione nel saggio) che diventano in questo modo libere protagoniste e non più fruitrici passive di fiction. Non è un po', questo, il sogno di tutti/e noi appassionati/e di fumetti e fiction?

Shonen Ai è un libro che, pur essendo particolarmente, come dire, "tecnico", si legge volentieri (personalmente l'ho divorato!) e non solo per il suo stile scorrevole, tutt'altro che arido o iperspecialistico, ma anche e soprattutto perché mette il lettore/la lettrice a confronto con un mondo, underground e certamente ancora poco conosciuto dalla massa, ricchissimo di stimoli, fantasia, desiderio ed emozioni, frequentato da milioni di persone gelose delle loro realizzazioni, che non cercano proseliti, non fanno pubblicità se non quella interna, non desiderano (per ora?) entrare nel mainstream letterario, perlomeno per quanto riguarda l'Occidente.
Diverso è il discorso per il Giappone, e leggendo il libro della Sabucco se ne capiranno e scopriranno i motivi.

L'autrice ci offre anche, all'inizio del volume, un breve ma esaustivo saggio sulla situazione dei manga in Giappone, riportando notizie, dati e cifre che farebbero venire il capogiro a qualsiasi altro mercato fumettistico del mondo (sempre alla faccia di chi snobba i manga).

Credo che non solo i/le fan di manga e anime possano appassionarsi alla lettura del libro della Sabucco, ma anche chi ama la fiction in generale, a qualunque forma mediatica ed espressiva faccia capo, per approfondire, per esempio, il discorso sui meccanismi di identificazione di (tutti) noi fan e avere un confronto e uno stimolo a riflettere su questo, che è in fondo il motivo per cui siamo - appunto - fan!

Alla fine del volume si trova una ricca bibliografia, comprensiva di indirizzi di siti Internet di sicuro interesse, saggi, articoli e quant'altro si riferisca all'argomento trattato.

Non si potrà dunque fare a meno di precipitarsi in Rete per visitare luoghi, vedere cose, scoprire e capire (o cercare di), magari scaricare qualche racconto da leggere con curiosità, e trovare altri riferimenti e rimandi.

Infine, in questo periodo nel quale la "correttezza politica" sembra essere passata di moda, e tenuto conto del fatto che un argomento come quello trattato dall'autrice presta volentieri il fianco a facili (consci o inconsci che siano) fenomeni omofobici, ho apprezzato moltissimo l'aria di serenità che nel libro si respira rispetto a un argomento - quello, appunto, dell'omosessualità - definito ancora, da alcuni, "scottante" (chissà poi perché...).

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