Caravaggio

8 maggio 2005, "A qualcuno piace gay" (La libreria di Babilonia, 1995)

A distanza di molti anni da Sebastiane, è stato il primo film di Jarman ad conquistare una certa notorietà (ha vinto l'Orso a Berlino per la fotografia) ed una regolare distribuzione in Italia. Pur essendo sostanzialmente di non difficile comprensione, il regista inglese ha riletto la vita del pittore maudit in maniera particolarmente personale e lirica, che può forse spiazzare chi è abituato alle consuete biografie e che non è detto che trovi il plauso di tutti. A cominciare dall'inconsueta utilizzazione di oggetti moderni (macchina da scrivere, motocicletta, radio, effetti sonori della nostra epoca) contemporaneamente ai costumi seicenteschi, per esaltare l'assolutezza storica della vicenda.

Rivoluzionario in pittura grazie all'estremo realismo, di carattere impulsivo e sanguigno e con una vita turbolenta - fatta di taverne, di risse e di amori di ogni tipo e marcata da un omicidio - Caravaggio ha interessato più di una volta il cinema: ma la sua vita è facilmente stata riletta in chiave romantica (Caravaggio, il pittore maledetto di Goffredo Alessandrini del 1941) e senza alcun accenno ai suoi acclarati amori omosessuali.

Questo Caravaggio è invece un film volutamente di finzione, poco efficace filologicamente ma estremamente audace e stimolante. Prodotto con un budget molto contenuto, il film riproduce - grazie ad una raffinatissima fotografia e un sapiente gioco di scenografie e di luci - il tipico spazio caravaggesco, con un marcato, radente contrasto luce/ombra, i fondali scuri ed una gamma di colore cernita tra il rosso, il ruggine e il marrone.

Concepita in una serie di flashback, la vita del pittore si raggruma soprattutto su due momenti: da giovane (un delizioso Dexter Fletcher), quando arriva a Roma e riesce a trovare la protezione del cardinale, a cui concede "emozioni a buon mercato", e ormai adulto, quando vive amori in libertà con modelli compiacenti e si imbarca in un rapporto consumato con avida sensualità con l'atletico Ranuccio e l'affascinante Lena.

E' un rapporto che, mostrato spesso con carnosa fisicità, coglie appieno l'irridente trasgressività del pittore, uno dei più grandi di ogni epoca, che visse la vita e l'arte col medesimo impeto rivoluzionario.

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