Il corpo nel Medioevo

24 maggio 2005

L'ottantenne medievalista affronta in questa sua recente fatica "una delle grandi lacune della storia" (p. IX), vale a dire il corpo. In una perlustrazione tanto affascinante che la si sarebbe voluta meno rapida e sintetica, Le Goff traccia l'evoluzione della concezione del corpo nell'arco del millennio medievale. Ad attirare l'attenzione dello storico è anzitutto lo scontro tra differenti concezioni del corpo che si affrontano per secoli: da un lato la rimozione del corpo, dall'altro la sua esaltazione; da un lato il corpo come prigione dell'anima, dall'altro il corpo come immagine di Dio. Attraverso soggetti molto diversi ma tutti correlati (l'alimentazione, la malattia, il dolore, la morte, l'invecchiamento, la nudità, l'attività fisica, l'igiene, il lavoro, i ruoli maschili e femminili nella società, il corpo come metafora della società, e altri ancora) emerge un po' alla volta il quadro di un rapporto complesso e contraddittorio dell'uomo medievale con il corpo e con ciò che produce (sangue, sperma, lacrime).


Uno degli argomenti centrali affrontati nel libro è ovviamente quella della sessualità. Le Goff ripercorre l'evoluzione della morale cristiana, tanto nei suoi rapporti di continuità con la tarda romanità (cui risalgono già la repressione del corpo e del piacere) quanto nei suoi elementi di novità, ma affronta anche la discrepanza tra le regole della Chiesa (e in particolare della riforma gregoriana del XII sec., con la fissazione dell'istituto matrimoniale) e la prassi della vita medievale, che conosce momenti di singolare disinteresse nei confronti delle norme spirituali (ad esempio "Il Trecento, epoca di crisi, preferirà ripopolare la terra piuttosto che il cielo", pp. 32-33, ma è interessante soprattutto la contrapposizione basso-medievale tra quaresima e carnevale).

Allo stesso modo, ricorda Le Goff rifacendosi alle ricerche di Boswell, la condanna della sodomia (su cui si sofferma brevente in diversi momenti del saggio: cfr. pp. 28, 30, 82) conosce luoghi (la Firenze del Quattrocento) e momenti (il XII sec.) di riflusso, benché vada complessivamente rafforzandosi.


Di un certo interesse è anche il capitolo introduttivo, che è in sostanza una bibliografia commentata delle non molte ricerche che gli storici hanno dedicato all'argomento del corpo. Le Goff non risparmia critiche (rivolte senza inibizioni a "classici" quali il Bachtin delle ricerche su Rabeleis), ma sposa senza riserve le perlustrazioni pionieristiche che sul tema erano state fatte da Foucault (cfr. in particolare le pp. 13-15, 17, 33-34) .

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