I turbamenti del giovane Törless

30 giugno 2005

Robert Musil è uno degli scrittori austriaci più celebri che merita un posto di riguardo nel panorama della cultura germanofona.

Nacque nel 1880 a Klagenfurt e morì nel 1942 in Svizzera, dove s'era rifugiato in volontario esilio per non vivere nell'Austria oppressa dal nazismo hitleriano che fagocitava ogni nazione limitrofa.

Si può dire che egli visse tutto un tormentato periodo storico: studiò anche a Brno, in Moravia, allora parte dell'impero austro-ungarico, combattè sul fronte italiano nella Grande Guerra e visse sulla propria pelle lo smembramento della propria patria; osservò da vicino l'avvento del nazionalsocialismo mentre era in servizio come giornalista a Berlino; tornato nell'ancora libera Vienna, la lasciò al momento dell'Anschluss.

Musil è quindi un paradigma di una letteratura pervasa dai tormenti politici e dai mutamenti sociali dell'Europa occidentale.

Però Musil doveva anche essere critico verso l'autoritarismo accentratore dell'impero austro-ungarico, se lo definì 'Cacania' in un'altra opera del 1930, quando esso era ormai un ricordo storico.


Törless è il personaggio centrale del primo romanzo di Musil. Alcune versioni tradotte di questo libro (come quella italiana della Newton) omettono la parola 'turbamenti'. L'originale tedesco è infatti Der Verwirrungen des Zöglings Törleß.

Uscito nel 1906, il romanzo fece scalpore per i riferimenti alle sevizie compiute sui ragazzi di un collegio militare. La visione della trasposizione cinematografica di Törless fu inizialmente proibita in Italia ai minori di 18 anni. Ormai il libro e il film non scandalizzano più nessuno, ma la pruderie del primo Novecento influenzava giudizi critici e carriere letterarie.


Musil stesso, in gioventù, trascorse un periodo di educazione militare nell'accademia di Mährisch-Weisskirchen (oggi la città morava di Hranice) negli ultimi anni dell'Ottocento. Quindi sembrerebbe facile poter affermare che Musil vi avesse inserito i propri ricordi, ma non è dato sapere con assoluta certezza se l'autore fosse venuto a conoscenza di qualche episodio di violenza sessuale tra cadetti. Egli dichiarò che i fatti erano stati ripresi da un avvenimento realmente accaduto.

In ogni caso, Törless, "ragazzo senza qualità", con i suoi turbamenti, le sue angosce, la sua solitudine, è un esempio delle crisi esistenziali e dello smarrimento generale dell'Europa a cavallo di due secoli, incardinata su grandi imperi: tedesco-prussiano, russo-zarista, austro-ungarico e ottomano, tutti prossimi al disfacimento.

Anche il sistema educativo adottato nell'accademia rappresenta l'accusa dello scrittore verso la pedagogia impiegata nell'impero, carente di riguardi verso la personalità dei giovani in formazione.


Lo stile adottato dall'autore non è dissimile da quello tipico della letteratura post-romantica. Conciso, con rari volteggiamenti aulici, il testo non è di difficile lettura, gli aggettivi sono spesso descrittivi e non tendono a sovraccaricare il soggetto della frase. Si direbbe che Musil, per non sbagliare, avesse adottato il cosiddetto "stile asciutto ma non troppo". La lettura, nel complesso, risulta quindi agevole e soddisfacente per la quantità di informazioni sui luoghi e sui personaggi che compongono la vicenda. Ciò lascia intendere come fosse la situazione sociale dell'epoca, il che si riesce a ricavare senza soverchie difficoltà.

Anche le riflessioni e i comportamenti dei cadetti, nel corso della narrazione, sono resi con una pressoché lucida descrizione, che riesce a non sopprimere il filo delle meditazioni interiori dei quattro ragazzi.


Il nome del protagonista, anzi il suo cognome, potrebbe essere etimologicamente interpretato come 'senza porta', ossia chiuso e riservato fino all'eccesso, che non dà a nessuno il modo di forzare i suoi meccanismi di introversione psicologica se non al lettore, grazie alle descrizioni di Musil. Non abbiamo mai infatti il suo nome di battesimo, quasi si volesse evitare una eccessiva confidenza.

Anche il nome italiano di Basini, il cadetto vessato e tormentato, lascia pensare a una presunta inferiorità di alcuni popoli da declassare e sottomettere. Si ricordi al proposito che l'Austria dell'epoca inglobava nel suo coacervo anche delle regioni di etnia e lingua italiana: Trento, Trieste, Fiume e Pola.


L'influenza della situazione politica europea può essere ravvisata anche nel carattere di Beineberg e Reiting, compagni di Törless, dal piglio autoritario; sembrano quasi una prefigurazione dei dittatori che prenderanno il potere in Europa (Hitler, Pétain, Franco, Salazar, Mussolini, Antonescu, Filov e altri). Infatti lo stesso Musil nel 1937 definì i due personaggi "gli attuali dittatori in nucleo".

L'algido sadismo di Beineberg e Reiting verso il compagno Basini, ridotto a loro fàmulo, è una sinistra previsione di quale risultato avrebbe dato la situazione politica europea: l'intolleranza razziale e culturale propria degli anni 20-30.


L'iniziazione sessuale dei personaggi è incentrata sulla figura della non più giovane Bozena, prostituta slava che farà da elemento condensatore delle ansie dei ragazzi, del loro confuso interrogarsi sulla propria identità.

La dichiarazione di amore (o forse di attaccamento scambiato per amore, un 'semplice' desiderio di cercare conforto in un animo sensibile?) del cadetto Basini verso Törless non fa che aumentare la confusione di entrambi. Quando si arriva alla scena, descritta in forma diretta, di un'altra tortura ai danni di Basini, stavolta Törless è presente e invece di partecipare in maniera rozza e superficiale come gli altri compagni, riesce a immaginare un esperimento di libertina vivisezione, in cui finirà per essere impressionato dalla bellezza di Basini.

Il fascino di un corpo maschile genera in Törless sconvolgimento e paura. Gli atti sessuali effettuati non 'con' ma 'su' Basini renderanno quindi Törless più sprezzante: la curiosità è soddisfatta, ora egli si sforzerà di considerare quanto appena commesso un passo per imparare ad assumere una distaccata freddezza, necessaria per affrontare il mondo esterno che lo attende, una volta terminato il collegio.

Basini è diventato, a posteriori, uno strumento di formazione che colma le lacune dell'ottusa educazione etica prevalente nell'accademia.


Il ruolo che l'omosessualità gioca nella vicenda è sempre sottinteso o appena accennato. Ma si lascia intendere che la sottomissione del collegiale più debole è originata da un affiorare di tendenze omosessuali che i suoi autori rigettano con paura e ribrezzo, per timore della disapprovazione della società conservatrice di cui il collegio si fa bastione e promotore.


Il finale della storia è amaro anche per il lettore: invece di trovarvi la rivincita del debole si assiste all'espulsione di Basini dal collegio e al ritorno di Törless al fianco della premurosa madre, maturato e più cinico, ciò che gli permette d'essere degno di prender posto tra gli adulti.
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