recensione di Giovanni Dall'Orto
Amore e arte [1999]. Un libro onesto su von Gloeden
Catalogo di una mostra tenuta a Taormina nel 1999-2000, a partire dalla collezione di Nino (Giovanni) Malambrì (da non confondere con suo fratello Vittorio Malambrì, anch'egli editore di libri su Gloeden, ma con azienda separata).
La collezione non è nata solo dai (pochi) relitti dell'eredità di Gloeden rimasti a Taormina, ma sembra essersi arricchita tramite il mercato antiquario, come svela l'intrufolamento di qualche scatto di Plüschow (sicuramente sua è per esempio la foto a pagina 16: dietro il lenzuolo fa capolino l'inconfondibile porta decorata a borchie della sua terrazza romana).
Il punto debole del libro è il disordine estremo con cui è stato redatto, affastellando foto antiche e recenti, immagini di cimeli, testi di vario tipo e lunghezza sia in italiano che in inglese, nudi maschili e femminili, paesaggi, dipinti... Una macedonia!
Che però, a dispetto di queste premesse, è risultata alla fine gustosa, perché questa non è un'opera pretenziosa: è esattamente quello che dichiara d'essere (il catalogo d'una collezione privata).
Il formato del libro è in-quarto, la paginazione (136 pp.) generosa, la stampa è a colori e di qualità più che dignitosa, il rapporto qualità-prezzo è decisamente onesto. Unico guaio: Malambrì non distribuisce al di fuori di Taormina, e quindi procurarsi i suoi prodotti è una piccola odissea... (Valli tu a capire i siciliani...).
Com'era da aspettarsi, una parte delle immagini qui proposte è già apparsa nei libri editi in passato dalla famiglia Malambrì basandosi sulla medesima collezione, cosa che può dare un poco di sensazione di déja vu. In compenso la stampa delle immagini riproposte è qui decisamente migliore che nelle prime edizioni.
Mi lascia perplesso solo la monotonia della viratura, che prevede unicamente tonalità e sfumature del seppia, facendomi sospettare che, almeno in alcuni casi, essa non sia originale bensì aggiunta a posteriori colorando immagini in bianco e nero della precedente edizione (ma non posso dimostrarlo, non avendo io accesso ad alcun originale).
Una riproposta sono anche alcuni testi, compreso "L'innocenza morbosa dell'occhio fotografico di Wilhelm von Gloeden" di Italo Mussa; un paio di scritti nuovi non aggiungono poi nulla di nuovo alla comprensione di Gloeden, essendo più che altro "omaggi" retorici all'artista.
Interessante l'omaggio dell'editore (che è fotografo), con alcune foto "in stile" di una ragazza (la figlia?) vestita, anche se il contrasto fra vesti moderne e ambientazione anticheggiante è un poco kitsch. Ma l'esperimento meritava di essere tentato: un poco di neo-neoclassicismo, di tanto in tanto, "fa fino e non impegna"...
Interessanti, infine, anche le immagini di cimeli gloedeniani (medaglie, acquerelli, autoritratti) che Malambrì dissemina per il testo.
Se riuscite a superare la difficoltà di procurarvelo, questo è un libro che vale la pena di avere, specie se non possedete già altri libri su Gloeden: costa poco, ha molte immagini (anche se non tutte nuovissime) ed è ricco di curiosità.