Mi raccomando: tutti vestiti bene - "Che ne sapete, voi, della realtà?"

Di David Sedaris avevamo già presentato tempo fa la raccolta Ciclopi, apparsa nel 2003 per Mondadori e che segnava il primo affacciarsi dell'autore americano sul mercato italiano.

Successivamente sono stati pubblicati altri titoli, come Holidays on ice e lo straordinario Me parlare bello un giorno, entrambi i volumi non erano le nuove fatiche dello scrittore, ma precedenti lavori di Sedaris pubblicati di tutta fretta in seguito al crescente apprezzamento che pubblico e critica hanno mostrato anche nel nostro paese.


In aggiunta ai temi trattati, è lo stile stesso di Sedaris a rivelarsi travolgente; piccoli assaggi li possiamo gustare fin dai titoli, come quelli sopra citati, che mostrano da subito la sottile ironia che permea le sue pagine (in Italia, tra l'altro, i libri di Sedaris godono nel titolo, anche quando tradotto, lo stesso fascino accattivante che ne fa una grande fortuna in lingua madre, cosa che non sempre capita), un'ironia mirata, mai senza il fine ultimo di illuminare qualcosa che normalmente sarebbe sfuggito agli occhi dei più, rivelando la verità che ne sta sotto.

Si potrebbe definire l'intera opera di Sedaris come un lavoro sulle apparenze, gestite con un cosciente spirito critico e senza peli sulla lingua, facendo così in modo che la sua satira non risulti mai fuori luogo o gratuita, ma sia sempre impiegata oculatamente.

Non si sottrae a questi propositi nemmeno il suo Mi raccomando: tutti vestiti bene, la sua ultima raccolta di storie.

E' un esilarante catalogo di vicende all'ordine del giorno, ma che non si esauriscono senza il dovuto finale grottesco o la loro impietosa analisi nei minimi particolari, quelli che, se osservati da vicino, possono anche cambiare tutto.

Nelle storie di Sedaris la quotidianità diventa un macro-testo da parodiare, ogni evento, personaggio o atteggiamento assume un connotato diverso da quello per cui sembrerebbe essere nato e raccontato, fornendo all'autore lo spunto per le sue digressioni sarcastiche e al lettore un oggetto sempre nuovo- anche quando già più che noto- su cui riflettere.

Le pagine sembrano soffiare la domanda "che ne sapete, voi, della realtà?". Poco e niente, a dire il vero, perché oggi più che mai la realtà sembra sommersa da luoghi comuni a palate e ovvietà date per scontato. Ecco, forse è questo che si può trovare in questi racconti: una verità spogliata.

L'assurdo fa da padrone nella vita comune, quindi perché non dovrebbe essere lo stesso anche in letteratura? Un matrimonio, un viaggio, una casa di famiglia e, perché no, persino un hamburger offrono materia di satira. Un occhio cinico li esamina e una lingua tagliente li disseziona.

L'umorismo stesso ne viene rinnovato, amplificato com'è da una capacità narrativa superiore alla media.

Le storie si mostrano divertenti all'inverosimile senza perdere una briciola di profondità, così da poter attraversare il giorno dribblandone in tutta lucidità gli aspetti più oscuri e degradanti. Anche sorridendo.
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