Dimenticare Venezia

Franco Brusati (1922-1993) è stato un regista italiano raffinato e sensibile, che amava raccontare piccole storie sottovoce. 

Il suo nome non è molto conosciuto presso il grande pubblico, ma i cinefili lo ricordano per “Pane e cioccolata”, un film del 1974 con Nino Manfredi che trattava dell’emigrazione italiana in Svizzera e che ai tempi ebbe un grande successo sia di critica che di pubblico.

Ma il film più sentito e maturo di Brusati è sicuramente “Dimenticare Venezia”, uscito nel 1979. Vincitore del David di Donatello come miglior film, “Dimenticare Venezia” fu nominato all’Oscar come miglior film straniero, ma fu battuto dal tedesco “Il tamburo di latta”.

 

Nicky (l’attore Erland Josephson, uno dei preferiti di Ingmar Bergman) ha cinquant’anni ed un compagno molto più giovane di lui, Picchio (David Pontremoli). 

Per festeggiare il compleanno di sua sorella Marta (Hella Petri), un’ex cantante lirica, torna nella casa natale nel Trevigiano. 

Lì Marta vive in compagnia della vecchia tata (la Nerina Montagnani diventata famosa per gli spot della Lavazza) e della nipote Claudia (Mariangela Melato), che la aiuta nel portare avanti la villa-fattoria. Anche Claudia ha una compagna (Eleonora Giorgi) che fa la maestra e che è emotivamente indifesa di fronte alle aggressioni del mondo esterno.

Il ritrovarsi diventa un’occasione agro-dolce per ricordare il passato e confrontarsi con i propri fantasmi mai del tutto seppelliti. La villa si trasforma così in un grande utero materno in cui tutti i protagonisti si nascondono per non dovere fare i conti con loro stessi.

Per portare una ventata di novità nella vita delle quattro donne, Nicky ha un’idea: una giornata da trascorrere a Venezia tutti insieme.

Il viaggio rappresenta un sogno da aspettare, quasi un Godot grazie al quale si potrà accantonare, almeno per un giorno, la propria inadeguatezza a vivere.

Ma il destino sceglie diversamente e così, in seguito ad un lutto improvviso, il corso delle esistenze di tutti i protagonisti subisce un radicale mutamento.

Senza più punti di riferimento, ognuno di loro sarà chiamato a dover operare nuove scelte.

Qualcuno troverà il coraggio di affrontare una nuova vita a Milano, qualcun altro rimarrà per sempre schiavo dei suoi ricordi, anche se una sfera di vetro che si infrange lascia sperare in un una tardiva emancipazione.

 

Delicato e introspettivo, “Dimenticare Venezia” parla di infanzia, di traumi mai rimossi, di genitori egoisti, di bambini mai cresciuti. 

Ma soprattutto parla di omosessualità con tenerezza e malinconia, anche se forse rincorre un po’ troppo qualche principio di psicanalisi che la vuole a tutti i costi imputare alla sindrome di Peter Pan.

Nonostante qualche lungaggine di troppo (la festa dei Marta bambina col mago e gli animali viventi), si avverte in ogni singolo fotogramma la sincerità di Brusati e l’amore da lui profuso nella sceneggiatura scritta a quattro mani con la grande Jaja Fiastri.

Gli attori sono tutti bravi e in parte, con Josephson e la Melato in testa.

Unica nota stonata del film: la recitazione di Eleonora Giorgi la quale, soprattutto nelle scene più drammatiche, diventa quasi imbarazzante. 

Ma ai tempi l’attrice era ancora sposata con Angelo Rizzoli ed annoverarla tra i protagonisti era una “conditio sine qua” per avere il proprio film distribuito dalla Cineriz. 

Dal 2010 “Dimenticare Venezia” è disponibile in DVD. Distribuzione Medusa Home Entertainment.

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