recensione di Mauro Fratta
Pazzo di Vincent
Frammenti di un discorso amoroso (e il libro di Barthes è richiamato espressamente nel testo), i brevi o istantanei paragrafi di Guibert sono tessere disordinate d’un mosaico finito in frantumi, scaglie d’uno specchio in cui si riverberano brandelli d’una storia d’amore che non ha nulla di originale: uno scrittore maturo s’invaghisce sino alla follia d’un ragazzo capriccioso e tossico che un po’ lo asseconda e molto di più lo trascura o lo maltratta. Come sempre, la prosa di Guibert alterna folgorazioni liriche a crude incursioni di desiderio bruto e di decadenza fisica. Il libro è piccolo e non è un capolavoro: eppure molte pagine posseggono una sincerità disperata e un senso della prosa che ne fanno pur sempre un’opera affascinante.