Lesbiche e/in carcere: OITNB

23 ottobre 2013

C'è una serie tv bella, realistica (ispirata da una storia realmente accaduta), di notevole qualità stilistica e registica. Ha riscosso un discreto successo di pubblico e critica (nonostante sia andata in onda soltanto in streaming), si è da poco conclusa la prima stagione e si attende con curiosità la seconda. Quello che vogliamo rilevare ora non sono tanto i meriti tecnici o la bellezza della serie. Quello che ci interessa è come Orange Is The New Black sia una serie non apertamente lesbica che contiene un discreto numero di lesbiche, e di relazioni sentimental-sessuali lesbiche. Perché tecnicamente la serie ci racconta l'esperienza della protagonista in un carcere femminile. Il lesbismo è una conseguenza. Perché la maggior parte dei personaggi sono eterosessuali. E perché senza dubbio le lesbiche effettive sono meno di quelle che intrattengono le suddette relazioni. Ma si sa, l'ambientazione in carcere spinge automaticamente a pensare ad un abbandono naturale all'omosessualità, a causa della costrizione e della solitudine; e allora vediamo per esempio la giovane carcerata che attende di uscire per coronare il suo sogno d'amore sposando il suo uomo intrattenere una relazione con la lesbica verace che realmente innamorata, soffre quando la relazione viene interrotta. La protagonista, Piper: giovane promessa sposa al poco avvenente ma bravo ragazzo, che viene denunciata per una faccenda di alcuni anni prima: traffico di droga in cui era stata coinvolta dalla sua ex fidanzata. La cosa che fa scandalo in famiglia pare essere più il fatto che Piper avesse avuto una relazione con una donna piuttosto che debba andare in galera per aver partecipato ai traffici illeciti. Promessa sposa, ma che una volta riallacciati i rapporti (anche carnali)con la ex in carcere, fa anche un po' infastidire lo spettatore (specialmente se omosessuale), tentando un matrimonio “riparatore” col povero fidanzato cornuto. Riparatore per la sua coscienza, per far credeere a sé stessa di amare lui e non lei. E poi c'è l'ossessione, quasi fobia, di Healy, guardia carceraria, per le lesbiche, nonché quella della detenuta che convinta di essere stata dotata da Dio di poteri guaritivi, si presta a guarire le sue compagne di cella dall'omosessualità. E poi, lesbismo a parte, ci sono personaggi che rendono la serie gradevole e appassionante, si ride e si piange senza essere per forza lesbiche o gay perché la serie è effettivamente ben confezionata, sperando la seconda stagione sia all'altezza delle aspettative.

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titoloautorevotodata
Chocolate and vanilla swirl, swirlGiulio Verdi
15/09/2013

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