La vita a rovescio

14 luglio 2016

Molti ricorderanno l’interessante e agile saggio di Marzio Barbagli Storia di Caterina che per ott’anni vestì abiti da uomo, uscito un paio d’anni fa per Il Mulino, dove è stata ricostruita la vita di Caterina Vizzani, ragazza creduta da tutti un uomo, amante e amata dalle donne, che prese panni maschili per poter vivere la sua vita liberamente, sia dal punto di vista lavorativo che sentimentale.

Il libro di Barbagli, che tracciava anche una rapida storia del lesbismo in Europa, ha ispirato Simona Baldelli, già autrice di altre fatiche letterarie, che ne La vita a rovescio sceglie di raccontare la storia di Caterina, dall’infanzia alla sua prematura morte in un duello per seduzione, tra splendori e abissi del Secolo dei Lumi, in un mondo dominato dai maschi e in cui tutto è in loro funzione e dove alle donne sono riservati pochi ruoli e tutti oppressi.

Il romanzo restituisce quindi con vividezza e spietatezza un’epoca non certo idilliaca, in particolare per le donne, un’epoca in cui si poteva ancora venire accusate di stregoneria, almeno nella Roma papalina dei primi decenni del Settecento, ed immerge nella narrazione tra sotterfugi, viaggi, equivoci, amori e sesso, raccontando anche una storia femminista e di abitudini sociali, alcune francamente sconcertanti, come quelle igieniche.

Il risultato è una storia picaresca e struggente, un gioco di equivoci fino alla tragedia finale, con al centro una protagonista realmente esistita e molto diversa dalle bambolotte etero che per anni hanno rovinato il romanzo storico. Caterina Vizzani, colpita dal vaiolo che la rende poco appetibile per il matrimonio che comunque non la attira, libera pensatrice e quindi inadattata a farsi monaca, bravissima a fare un lavoro da uomo, è vittima delle costrizioni del Settecento, alcune delle quali, sia pure in maniera diversa, sono ancora presenti nella nostra società, basti pensare agli attacchi di vario genere che subiscono le donne che non hanno canoni estetici conformi alla norma, al ritorno di ruoli e stereotipi eterosessisti e ovviamente a tutta l’omofobia.

La vita a rovescio è un libro appassionante, doveroso, triste ma non disperato, un ricordare un personaggio realmente esistito, lontano da noi ma anche vicino nelle sue aspirazioni, nei suoi sogni, nella sua appassionata voglia di amare, che coinvolge nobili rampolle, prostitute, cameriere, sguattere, monache, nobildonne e ereditiere, tra desiderio, sperimentazione e voglia di vivere.

Un romanzo per chi ama i romanzi storici originali, per chi è interessato al ruolo della donna e alle evoluzioni sociali, e ovviamente per chi si interessa a tematiche GLBT, uno dei primi di un genere in Italia tutto da scoprire e su cui creare storie.

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