Basta che paghino

25 giugno 2010

Recensione di Carlo Gimelli

"Basta che paghino" è il romanzo d'esordio dello scrittore Alessandro Golinelli, pubblicato nel 1992 da Mondadori e subito esaurito: due edizioni in un mese, un grande successo editoriale ma anche uno scandalo, perchè tratta l'argomento della prostituzione omosessuale. Questo tema era già stato affrontato, a dire il vero, da Pasolini, ma nell'ottica del cliente. Invece questa volta l'argomento viene affrontato per la prima e unica volta, in Italia, dal punto di vista della marchetta. Ripubblicato nel 2000 dal Saggiatore, "Basta che paghino" è la storia di Kurt, un ragazzo biondo, carino, venticinquenne, che si guadagna da vivere facendo la "marchetta" a Milano. Fotografia di una realtà intermedia, anche nell'uso del termine "marchetta", tra i "ragazzi di vita" di Pasolini e gli "escort" odierni che contattano i loro clienti via web, il protagonista del romanzo batte ogni sera in una piazza ritagliata tra i capannoni della vecchia zona industriale di Milano. Kurt non è però un disadattato o un drogato in cerca disperata di soldi, e nemmeno un emigrato senza lavoro e permesso di soggiorno che deve arrangiarsi come può per sopravvivere. Kurt è un ragazzo di buona famiglia che ha fatto degli studi, ma che un giorno ha deciso di cambiare città e vita, mantenendosi facendo marchette. Insomma, uno che ha ribaltato la sua vita come una sorta "di S. Agostino al contrario. Come S. Agostino si vergognava del suo passato pagano e immorale, così Kurt si vergognava del suo passato come figlio che tutte le mamme vorrebbero avere".

Kurt vive in un piccolo bilocale in affitto in zona Navigli, e la sua decisione di prostituirsi non è una scelta immorale, ma la conseguenza di aver fatto propria un'"etica fenicia", cioè la volontà di conseguire il massimo profitto con il minimo sforzo e, soprattutto facendo qualcosa che, con ogni evidenza, gli piace molto fare, cioè il sesso. Il romanzo si divide in tre parti intitolate rispettivamente: Kurt, Etica fenicia, Thank you for sending me an angel.

Nella prima parte, l'autore presenta il protagonista attraverso i suoi incontri e i suoi dialoghi con il cliente "tipo", spesso patetico, come quel trentenne in carriera che, strafatto di coca, dopo aver agganciato Kurt e due travestiti, tanto per non farsi mancare nulla, non riesce a concludere un rapporto sessuale con nessuno dei tre e non si eccita neppure nel vedere le tre marchette fare sesso tra loro.

Nella seconda parte, Etica fenicia, si entra nel vivo del racconto: Kurt trova due clienti fissi, ricchi, che si invaghiscono di lui, e cerca di approfittare della situazione per ricavarne il massimo utile secondo i principi del commercio, l'etica fenicia, appunto. Il primo, Corrado, è un pittore con velleità letterarie; il secondo, Marcello, un sessantenne imprenditore, appassionato di architettura razionalista, che tiene in casa un inquietante acquario dove nuota uno squalo. Kurt fa il doppio gioco, fingendosi invaghito di entrambi, allo scopo di spillare quanti più soldi possibile. Finge addirittura di essere pronto ad una convivenza con Marcello, e quando questi indugia nell'ospitarlo a casa sua gli racconta, mentendo, di essere stato sfrattato, e si fa firmare un cospicuo assegno per poter pagare l'anticipo sull'affitto di una nuova casa. In realtà Kurt utilizzerà l'assegno per completare il pagamento di un piccolo appartamento che si è acquistato, grazie ai proventi delle marchette. Alla fine però entrambi i clienti, Corrado e Marcello, forse consapevoli di essere stati sfruttati, lo mollano.

La terza parte, Thank you for sending me an angel, affronta il tema dell'innamoramento e della follia che ne deriva, quando l'innamorato non esita a rivoluzionare la propria vita per la persona amata, provando poi sconforto e amarezza scoprendo di non essere corrisposto. Sulla piazza, infatti, irrompono 5 ragazzi, in parte stranieri, tutti provenienti da Amsterdam: Rodolfo, Joào e David, brasiliani, Alberto, spagnolo, e Giovanni, un italiano del nord che però insieme agli altri 4 ha vissuto qualche anno ad Amsterdam. Kurt si innamora di Joào, e sembra non provare più interesse nel fare marchette. Ora frequenta la piazza solo per vedersi con lui. Joào però riparte per Amsterdam, e Kurt gli promette che presto la

raggiungerà. Nel frattempo Rodolfo gli fa conoscere un altro brasiliano, Branquinio, che batte durante il pomeriggio in un cinema a luci rosse. Stavolta è Branquinio ad innamorarsi di Kurt e quando questi decide di partire per Amsterdam per raggiungere Joào, Branquinio lo segue in compagnia del suo amico Edoardo, anch'egli brasiliano. Giunti ad Amsterdam, per poter campare, i tre si accontentano di lavorare di sera al "Festival", un pub olandese dove le marchette possono contattare i potenziali clienti sedendosi ai tavolini con loro, senza dover dare alcun compenso al proprietario. Durante il giorno il terzetto frequenta il "7th Heaven", un bar gay dove Kurt, finalmente, incontra Joào che dapprima finge di non ricordarsi di lui, poi ammette di essersi fidanzato con un ragazzo olandese. Infine gli confessa di averlo fatto solo perchè lo può sposare e diventare così cittadino olandese. I due si congedano e Joào esce per sempre dalla vita di Kurt. I ragazzi, dopo un breve periodo trascorso ad Amburgo, tornano a Milano in compagnia di Nilson, altra marchetta brasiliana conosciuta ad Amsterdam, anch'egli come Branquinio innamorato di Kurt, ma non corrisposto. A Milano però, i tre brasiliani, Edoardo, Branquinio e Nilson non trovano alloggio, in quanto immigrati senza permesso di soggiorno e, dopo essere stati ospiti per qualche tempo a casa di Kurt, si dividono: Nilson torna in Olanda mentre Branquinio ed Edoardo vengono ospitati da alcuni travestiti con i quali hanno stretto amicizia, andando a battere come travestiti a loro volta. Kurt non li rivedrà più e una sera in cui Milano è avvolta dalla nebbia, è l'unica marchetta presente in piazza. Passa Corrado, il suo vecchio cliente, ma lo ignora. Kurt resta solo, senza nessuno.

Fortemente autobiografico, il romanzo è la storia dell'autore stesso, trasferitosi da Pisa a Milano dopo aver conseguito una laurea in filosofia, in cerca di lavoro come insegnante, ma con l'aspirazione di diventare scrittore. Avendo pochi soldi in tasca decide di procurarseli facendo marchette: insegnante di giorno e prostituto di notte. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera e pubblicata il 9 maggio 1993, Golinelli ammette di non averlo fatto solo per denaro, ma come il suo alter-ego Kurt, di averlo fatto anche per piacere: "Ci sono gli eterosessuali che lo fanno per denaro: tossicodipendenti, slavi, maghrebini. Ci sono, ma pochi, i prostituti omosessuali. Loro, fondamentalmente, lo fanno perche' gli piace. Qualcuno si innamora di un cliente, qualche volta il cliente si innamora di te. E' successo, anche a me". Franco Grillini, allora presidente nazionale dell'Arcigay, criticò duramente questo romanzo, accusando l'autore di presentare il mondo della prostituzione in maniera troppo edulcorata.

Altra però è la chiave di lettura: Golinelli, raccontando la vita delle marchette, vuole delineare il percorso educativo-sentimentale del protagonista, partendo dal bisogno disperato d'amore, suo e dei suoi clienti, comprato o venduto, a seconda dei punti di vista, passando poi all'illusione di aver trovato il vero amore, e finendo nel disincanto e nella delusione quando si accorge che il vero amore è impossibile. A questo punto, la cinica ricerca dell'utile, resta il solo scopo della vita. La figura di Joào ne è un esempio e la fine del romanzo, con Kurt solo, in mezzo alla nebbia alla periferia di Milano, icona di tristezza, è la rappresentazione della rassegnazione e della sconfitta. Sullo sfondo, il tema dell'immigrazione e dell'integrazione, richiamato continuamente all'attenzione del lettore attraverso i dialoghi tra i ragazzi brasiliani e Kurt, nei quali l'italiano maccheronico è abbondantemente farcito di espressioni portoghesi. Quello dell'immigrazione, un altro tema caro all'autore, sarà però sviluppato compiutamente in romanzi successivi come "Le rondini di Tunisi".

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