Celeste in città

30 luglio 2006

Prodotto dalla ABC Family, un film per la televisione che gioca dalla prima all'ultima sequenza sui luoghi comuni tentando di sfruttare la correttezza politica per rifilare allo spettatore una favoletta moraleggiante sulla società contemporanea.


Alla fine sembra la versione fiction di Queer Eye for a Straight Guy (che da noi era diventata I fantastici 5), con profusione di pubblicità neanche tanto occulta di prodotti di bellezza per portare a un trionfo complessivo di quella stessa società dei consumi e dell'edonismo più superficiale che finge di criticare.


Allo stesso modo, mentre si deride lo stereotipo per cui tutti gli arredatori di interni dovrebbero essere gay, se ne riconfermano mille altri nell'effeminatissimo personaggio del cugino, oltre che in quelli non meno effeminati dei suoi amici, che sono puntualmente i personaggi più superficiali, inconsistenti e vanesi del film (le loro battute sono di un'irritante idiozia).

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