Norman... is that you?

24 ottobre 2010

Commedia politicamente (s)corretta sul coming out, Norman, Is That You? è costruita sull'attore Redd Foxx, allora all'apice della notorietà per la serie Sanford and Son, in cui interpretava un burbero misantropo ultraconservatore convivente con un figlio viceversa integrato nei valori della nuova generazione. Il film è esemplato sulla stessa situazione di base, solo che qui il figlio è omosessuale. Ben, il padre interpretato da Foxx in Norman, Is That You?, è in tutto simile a Fred Sanford (anche se Foxx era interprete più duttile di quanto si possa pensare: se ne ha un breve esempio nella sequenza del sogno). Lo scontro generazionale che è alla base di Sanford and Son si replica così nel film quando Ben piomba all'improvviso nella vita del figlio Norman, sconvolgendone il ménage con Garson, un giovane (bianco) oltremodo effeminato con il quale convive ormai da un anno. Norman caccia provvisoriamente Garson per salvare le apparenze, ma Garson non ci sta e trova il modo di rientrare e mettere Ben di fronte ai fatti, senza trascurare di aiutarlo a riprendersi dal colpo e ad attraversare la sua lunga crisi, culminante nel ritorno della moglie. L'accettazione del figlio da parte dei genitori passa infine attraverso un paradossale riordino delle priorità: dal cambiarne l'orientamento a trovargli un partito migliore, magari un medico o un avvocato.

La sceneggiatura, piuttosto smorta ma non priva di qualche momento felice, raccoglie in pari misura luoghi comuni e nozioni elementari (statistiche incluse) da somministrare allo spettatore con fare didascalico, in una farsa che vorrebbe presentare un quadro disincantato dei mutati costumi sociali, contro i quali è inutile resistere su posizioni moraliste ormai superate (il film venne presentato con lo slogan "There's a sexual revolution going on... and all the leaders are in my family!"). Se Norman è un arredatore e Garson è effeminatissimo, la loro relazione stabile e la loro convivenza (nella prima sequenza li scopriamo a letto insieme, sia pure solo per creare un effetto sorpresa) resistono a tutti gli assalti di Ben, compresa la sua volontà di interpellare un medico e i suoi tentativi di rimediare per i due ragazzi una prostituta con la quale finirà egli stesso a letto. Il film si barcamena così fra strizzate d'occhio al pubblico gay (ad esempio il commento del libraio di fronte all'imbarazzo di Ben, quando fa ricerche per cercare di capire il figlio) e indulgenze allo stereotipo per non urtare eccessivamente lo spettatore che dovrebbe identificarsi con il padre.

Purtroppo il ritmo langue e i tempi comici sono uccisi da una regia che ha le cadenze e le movenze, spesso goffe, di una sit-com dell'epoca. In particolare, la regia è pensata in funzione delle tirate del singolo attore, con tutti i limiti del caso: dalla monotonia del montaggio alla mancanza di integrazione fra gli interpreti, senza contare i limiti evidenti di alcuni di loro (a cominciare da quello di Norman). L'aspetto è poi quello della produzione sottocosto, dove nulla si replica, per quanto infelice possa essere il risultato ottenuto al primo ciak.

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