Eldorado. Una Vladimir Luxuria inedita.

[Recensione di Andrea Contieri]

Il rischio di cadere nella retorica quando si parla di vittime dell'Olocausto, anche in un romanzo coerente ma senza pretese di ricostruzione storica - è sempre grande.

In questo libro si scopre invece una Vladimir inedita e per niente banale, nonostante si tratti del suo primo vero e proprio esperimento narrativo.

Vladimir, con la coraggiosa scelta di fare di un anziano il protagonista di un romanzo LGBT in un mondo gay che sembra ancora oggi non aver fatto proprio il tema della vecchiaia, fa tesoro della sua memoria storica di militante, inserendo fatti ed elementi realmente accaduti anche nella storia recentissima della comunità LGBT italiana.

In Eldorado non ci sono infatti solo frammenti dell'orrore e della pazzia nazista, ma anche riferimenti a persone e fatti più recenti come l'incendio del camper del Circolo "Mario Mieli", la storia degli amici di Raffaele, Manuel e Francesco, una citazione chiara per chi è vicino al movimento LGBT a Manuel Incorvaia e Francesco Zanardi, la coppia di Savona che ha iniziato a Gennaio del 2010 in piazza Montecitorio uno sciopero della fame per portare l'attenzione del Parlamento sul tema del matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Il libro si lascia leggere piacevolmente, nonostante alcuni passaggi temporali forse un po' troppo bruschi, e nonostante si percepisca chiaramente che è un libro che tenta di raccontare la storia di pochi (con gli usi, le abitudini, gli slang, le paure, i punti di vista e le inquietudini, specie relative a solitudine e alla vecchiaia) della minoranza LGBT a tutti, e questo appare in maniera evidente ed un po' fastidiosa se il lettore è una persona LGBT che vede quasi spiegarsi didascalicamente cose per lei o per lui del tutto ovvie.

Purtroppo due cose lasciano un po' l'amaro in bocca: alcuni personaggi che in alcuni momenti sembrano dover avere un ruolo di primo piano vengono liquidati in poche righe; inoltre l'ambientazione anni '80, giustamente necessaria a giustificare il salto temporale negli anni '30 dell'anziano protagonista, sembra per il resto del tutto marginale, non viene affatto raccontata e indagata, nonostante abbia significato molto per l'evoluzione del movimento LGBT italiano, tanto che a volte si ha l'impressione che la storia si sarebbe tranquillamente potuta svolgere 20 e 30 anni dopo.

Peccato: da quel punto di vista un'occasione sprecata.


[Recensione apparsa su Anobii. Per gentile concessione dell'autore].

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