Penultimo appuntamento con il detective gay Dave Brandstetter.

Se nei primissimi romanzi gialli della serie dell'investigatore Dave Brandstetter la sua realtà di persona gay era rimarcata con evidenza in modo da far capire bene il concetto a un pubblico non abituati a personaggi di quel tipo, in questo undicesimo e penultimo romanzo della serie (The boy who was buried this morning, 1990), l'omosessualità è una presenza placidamente assodata e quindi lasciata abbastanza sullo sfondo.

Il protagonista sta ancora in coppia con il giornalista nero Cecil Harris, che ha una vita professionale autonoma, e la loro relazione riemerge di continuo ma di norma in scenette di scarsa rilevanza ai fini della prosecuzione della vicenda: più che altro quadretti di contorno. Cecil continua a preoccuparsi per i pericoli a cui si espone il suo uomo, ma continua ad avere uno straordinario spirito di sopportazione, e lo lascia fare.
Anzi, questa volta sarà proprio lui a sottoporgli il caso di cui tratta questo volumetto, preoccupato per l'intristimento del suo partner che si è, finalmente, ritirato in pensione. E che soffre non a caso della "sindrome del pensionato".

Al solito, trattandosi d'un giallo, non è lecito raccontare la trama; basterà dire che Harris segue il suo protagonista mentre, a partire da una morte apparentemente accidentale, ricostruisce le amicizie del defunto, e poi le motivazioni della sua morte, via via fino a sciogliere il nodo e scoprire il colpevole. La tessitura della rete d'indizi prevale nettamente: questo è un romanzo più di ragionamento che d'azione.
L'autore riesce infatti a costruire una rete intricata di rapporti fra i suoi personaggi, giocando a renderceli sospetti uno alla volta e cercando di confonderci le idee, fino allo scioglimento finale.
Anche in questo romanzo ama portarci a visitare una fetta sconosciuta del suo Paese, immergendoci negli intrighi dei gruppi d'estrema destra e razzisti vicini al Ku Klux Klan.

Anche questo romanzo propone una caratterizzazione tutta "umana" del protagonista, che è l'esatto opposto dell'eroe invulnerabile tipico della tradizione poliziesca. Brandstetter qui è invecchiato, e sente addosso gli anni che ha, specie quando si tratta delle scene d'azione.

Anche se ripropone situazioni e personaggi già noti, insomma, questo romanzo non scade mai nella routine, risultando piacevole e ben scritto.

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autoretitologenereanno
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