La storia dei campeggi gay

Ricordi delle "vacanze gay" dalla fine degli anni Settanta in poi, un'esperienza irripetibile, un contributo utile per chi c'è passato con l'auspicio che si possa ripetere...



Ho sotto gli occhi un bellissimo libro: Cercando il paradiso perduto, edito da Gammalibri e curato dal sottoscritto e da Ivan Teobaldelli.

Il modello di copertina è un mio carissimo amico, Luciano Parisi, che coraggiosamente accettò di essere il cover boy nudista sulla spiaggia di Capo Rizzuto: la foto risale a 23 anni fa e già allora appariva il simbolo arcobaleno degli omosessuali su un ombrellone rainbow.

Caro Luciano, caro Andrea Pini, caro Ciro Cascina, quanti ricordi quella foto e questo libro ormai introvabile.


L'occasione per rispolverarlo dal mio imponente archivio me la diede il circolo Mario Mieli invitandomi a Roma al convegno sui trent'anni del movimento Glbt in Italia. Modestamente, ho attraversato molti di questi difficili anni e ho molto da raccontare...


1978.

Il 1978 è stato l'anno in cui decine di omosessuali si sono ritrovati in Grecia su invito dell'Akoe, un movimento gay greco che voleva protestare contro la repressione delle istituzioni elleniche: al porto di Brindisi scopriamo però che non possiamo sbarcare a Zacinto (ci sono problemi con la popolazione che proprio non ci vuole), quindi assieme ai compagni stranieri affittiamo due pullman... e comincia l'odissea!

Prima nel Peloponneso, poi in un villaggio di nome Katakali (ribattezzato Katakuli...) e infine a Paros nell'Egeo.

Tutti col sacco a pelo, ci siamo ritrovati per mancanza di soldi, per disadattamento, per spirito d'avventura in un campeggio gay internazionale, in luoghi e tempi difficilmente prevedibili e, come scriveva il mio amico Teobaldelli: "dove si potrà osservare da vicino le specie più rare della fauna omosessuale, al riparo dall'impallinamento".


1979.

L'anno successivo decido di organizzare il gay camp in Italia e trovo la disponibilità di un campeggio in Calabria, a Capo Rizzuto, in un posto incantevole ma desolato. Oltre un migliaio di persone raccolgono l'appello, molti gli etero "che hanno aperto gli occhi, gli slip o entrambi", come scriveva Andrea Pini.

C'erano anche i "maschi in crisi" che sublimavano in droghe e rock & roll, e una ventina di compagne lesbiche.

I ricordi sono tanti: il nudismo in spiaggia, la musica sulla piazzetta, le cantate collettive, le sfilate e i giochi pazzi, i "matrimoni" e la caccia al tesoro. La maggioranza delle iniziative era spontanea e si respirava un'aria diversa. Una sera è nata una passerella sulla terrazza, una sfilata di Wande Osiris, femministe d'avanguardia, maestre e puttane.

Si discuteva se travestirsi oppure no, se bisognava fare politica o essere qualunquisti, che atteggiamento avere rispetto ai guardoni che venivano ad ammirarci, se la Tv poteva fare le riprese, se manifestare in città, a Crotone, o restare nel nostro piccolo paradiso. Il Tg2 fece un servizio e tutti i media scrissero i loro pezzi coloriti.

C'era anche un giovane timido e un po' velato che passeggiava nudo sulla spiaggia con me, il carissimo Nichi Vendola, oggi onorevole parlamentare, e non si possono dimenticare le performance dell'attore napoletano Ciro Cascina, i personaggi come la Poppea, Porporino, Stefano Casagrande, Alvaro, la Curcione; le inchieste Doxa, tastando il cazzo dell'intervistato, e lo slogan "Nudi sì ma contro la Dc: occhio, malocchio, diventerai finocchio".


1980.

L'esperienza fu così coinvolgente che fu riproposta l'anno dopo grazie al nostro entusiasmo e alla rivista "Lambda", sempre a Capo Rizzuto al camping La Comune.

Molti partecipanti vogliono un campeggio esclusivamente gay, e si discute anche di musica e terrorismo. Ci sono gli spettacoli delle Pumitrozzole e di Ciro Cascina, gli allestimenti di Giorgio Fornari, i bagni d'argilla, i corpi colorati con pennellate di pittura, la vie en rose nei bagni (Gigi Malaroda lo ricorderà...), l'intervento del presidente nazionale dell'Arci, Rino Serra, anticipazione della nascita dell'Arcigay.


1981.

Nel 1981 l'appuntamento è ad Ortona, in Abruzzo, pubblicizzato su "La Repubblica" con un bel disegno di Marco Silombria.

Ivan Cattaneo arriva al successo con American Graffiati e noi siamo in Piazza Salotto, a Pescara, a festeggiare.

Il primo giorno abbiamo i controlli via mare, via aerea e via terra dei tutori dell'ordine che si oppongono al nostro nudismo. Difendiamo il nostro diritto e alla fine la spuntiamo, senza arresti o denunce.

Tornano le feste in piazza e i "matrimoni" nei ristoranti, tutte le discoteche ci invitano per l'animazione degli spettacoli.


1982.

L'anno seguente siamo al camping Spiaggialunga di Vieste, sul Gargano.

In prima pagina la "Gazzetta del Mezzogiorno" pubblica un'intervista al sottoscritto e tutti i miei parenti baresi (anche chi ancora non lo sapeva...) vengono messi al corrente della mia "frociaggine".

Compare un magrissimo e occhialuto Franco Grillini, anche lui nudo sulla spiaggia (prossimamente pubblicherò questa chicca, se lui mi autorizzerà), oggi onorevole Arcigay, e nasce l'amicizia decennale con lui e tanti altri personaggi del movimento omosessuale (Marco Sanna, Enrico Giordani, Vanni Piccolo, e mi perdoni chi ho dimenticato).

I problemi questa volta sono con la Chiesa che ci attacca, ma la maggioranza è dalla nostra parte e le nottate alla piscina Settimo Cielo sono indimenticabili, come la processione delle Madonne.

In questo periodo nasce anche il progetto del mensile "Babilonia".

Purtroppo non abbiamo documenti video dell'epoca, quindi chi avesse del materiale relativo è pregato di contattarmi!


1983.

Nel 1983 siamo a Rodi Garganico, in una cornice incantevole, e "Babilonia" al suo primo anno di vita organizza le "olimpiadi gay".

Non posso dimenticare Tino di Modena, Michelino, Mario Cirrito, Renatino di Bologna, Lele e Tonino di Milano.


1984.

Il 1984 ci ritroviamo a Porto S. Elpidio nelle Marche, dove abbiamo i primi problemi con la popolazione a causa della "peste" dell'Aids.

Non mancano i dibattiti in piazza e chi non ricorda il mio matrimonio con Marco Sanna: la sfilata di macchine in paese, i confetti e il riso che i cittadini ci lanciavano dai balconi, il banchetto nuziale, i testimoni, le processioni e tutto il resto, compreso le prime travestite che "battono".


1985-...

Poi arriva "l'era dell'Aids" e diventa difficile divertirsi: dovevamo continuamente giustificarci e ho deciso quindi di "passare lo scettro" all'Arcigay, col suo appuntamento a Rocca Imperiale, tra la Puglia e la Calabria. Ma questa è tutta un'altra storia...
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