Il nome della cosa

31 marzo 2005, "Pride", marzo 2005

Roma ha, in Italia, la specialità di un tipo particolare di locali: quelli cosiddetti "misti" i cui clienti, alla ricerca di una compagnia femminile, non disdegnano per nulla quella maschile. Anzi. Chi sono queste persone? E cosa significa il loro comportamento? Ci siamo "sacrificati" frequentando questi locali per scoprirlo. Ed ecco cosa ci abbiamo trovato.

Ragazzi, vi propongo un piccolo calcolo. No! non voltate pagina!
Vi prometto che sarà interessante. Allora, prendiamo il numero d'abitanti del comune italiano più grande (si tratta, com'è noto, di Mamma Roma.) Il numero è facilmente rintracciabile (http://www.esteri.it/ita/7_43_98.asp): circa 2,7 milioni di residenti nel comune. Il 48% di questo numero, cioè il numero di residenti maschi (vedete che già il vostro interesse aumenta?) è circa 1,3 milioni. Il 37% di questi ha tra i venti e i cinquant'anni (fidatevi della percentuale), e siamo, così, a quasi mezzo milione. Ora viene il bello: il 4,5% di quest'ultimo numero è circa 22mila. Perché proprio il 4,5? Perchè si tratta della stima più ridotta della percentuale di maschi omosessuali sul totale (referenze sul libro Eros e cervello: http://www.erosecervello.com/ . Oltre tutto l'autore - un biologo - è davvero un bel manzo: sue foto sul sito).

Insomma, in Roma ci sono come minimo 22mila gai residenti tra i venti e i cinquant'anni. Avete presente di quanti maschietti si tratta? Se ne salutaste uno al secondo (il tempo di un "Ciao, bello"), senza mai fermarvi, ci mettereste più di sei ore a salutarli tutti. Cominciate a contare... E, ricordate, si tratta di una stima del tutto... pessimistica (il 4,5%! Secondo me, siamo almeno il 6%).

Ora, uno di quei gai residenti sono di certo io; però, la domanda che sorge spontanea è: tutti gli altri... dove sono? Quanti interi Gay Village mancano all'appello? Nomino il Village soltanto perché luogo di massima visibilità gaia a Roma (a gara con il Lido di Capocotta). Tutta questa "gran" visibilità (confinata, in realtà, all'interno di un mega-locale a pagamento... a ricordarci che non siamo certo a Parigi o a Madrid) permette di convincersi presto, andandoci un paio di volte, che una grossa fetta dei 22mila froci residenti non la si vede, in effetti, mai.

Per scovarli, bisogna cambiare sponda. Vale a dire che spesso gli "invisibili" (chiamiamoli così) non è che siano tali perchè non escono di casa, ma perché conducono vita sociale "etero".
Niente di nuovo, certo: si tratta di "repressi", o "velati"; quel che stupisce, però, è che siano così tanti (in una città europea, e nel ventunesimo secolo). Non è affatto da escludere che siano numericamente prevalenti rispetto a noialtri più o meno "dichiarati". Di fronte a numeri del genere, chissà che non sia il caso di riflettere un po'...
Insomma, una manciata di repressi la si può ignorare, ma un intero esercito no; fosse non altro perché si tratta di gente ben specializzata nel metter su famiglie infelici (e di questo io ho potuto vedere ben tre casi...).

Be', in realtà c'è chi sui repressi vi ha già riflettuto, ma per tutt'altri motivi, e cioè a scopi commerciali.
In pratica, visto che sono così tanti, qualche gestore di locali ha ben pensato di farne la propria clientela "di riferimento". Andate in edicola a comprarvi, per esempio, il "Viviroma"; scoprirete che la Città Eterna abbonda di privés. Vi posso assicurare che una ricerca degli "invisibili" darebbe ottimi frutti in alcuni di quei posti...

Non c'è bisogno, però, di arrivare così... in alto (coi prezzi).
Piuttosto che intaccare lo stipendio in locali come l'Olimpo o l'Atlantide (e che si facciano concorrenza lo dicono già i loro nomi), si può ripiegare sulle cosiddette saune bisex: si tratta di posti inizialmente concepiti per una clientela gaia e poi cadute in disgrazia per la concorrenza di grosse saune di successo in centro (cioè E.M.C. e Mediterraneo).
Si sono quindi riconvertite alla clientela "etero". Tra l'altro, sono tre belle strutture: il Terme di Roma, nella borgata di Quarto Miglio (sull'Appia); il Balnea, a metà strada tra Roma ed Ostia; e l'Exstasia, ai Parioli. Delle tre, l'ultima sauna è l'unica in città, nonché la più lussuosa e, ultimamente, la più etero. Il suo limite principale: i prezzi, a meno che non siate in coppia con una donna. Le altre due sono molto più "caserecce"... cosa che a qualcuno può piacere, e a qualcuno no.

L'"omo invisibile" lo si ritrova in folti branchi, poi, in due sex bar "leggendari" ed affollati: il Gender (a due passi da San Giovanni) e il Degrado. Si tratta, in realtà, di due sedi diverse dello stesso locale; il secondo, che ha anche una pista da ballo, apre nel fine settimana, quando il primo è chiuso. Qui, totale assenza (tranne rari casi) di donne: la loro clientela "femminile" (mi si perdonino le virgolette) è tutta costituita, infatti, di trans (sotto ormoni, per capirci) e traveste più o meno credibili. Quest'ultimi due posti si professano transgenderisti (cioè, a favore del "superamento dei generi"), ma operano una netta distinzione di genere... al momento dell'ingresso: i maschi-"maschi" pagano infatti doppio!

Stesso discorso, in genere, e stessa clientela in svariate "serate trans", tra cui quella domenicale dell'Alien, storica discoteca presso Porta Pia.
Continuando lungo la scala seguita finora - cioè da luoghi più "etero" verso altri più "possibilisti" - si trova, infine, un locale autenticamente gaio, l'affollato afterhour Frutta&Verdura, al Pigneto (Roma est, appena fuori dal centro; quartiere molto frequentato, ai suoi tempi, dal Pasolini). Qui, specie il venerdì notte (anzi, il
sabato all'alba), alla grande maggioranza gaia s'affianca una percentuale transgender ed una... etero (tra l'altro, "Degrado" e "Frutta" sono vicinissimi).

L'"omo invisibile" costituisce il grosso della clientela di tutti questi posti (tranne il "Frutta", ma anche lì non è scarso), e chi li gestisce lo sa e fa di tutto per cercare di soddisfare al meglio i suoi desideri - che presentano il problema di essere parecchio contrastanti tra loro (diciamo quasi schizoidi).

Tutti questi locali offrono al represso, anzitutto, la possibilità di sesso in loco, con dark e stanzini (tant'è che richiedono tutti una tessera; nel caso del "Frutta", è quella Arcigay, e v'assicuro che sono più pronti molti velati, a farsela, che parecchia gente gaia dichiarata ma di destra).
La cosa non è secondaria, perchè l'"omo invisibile" ne ha un gran bisogno, del sesso in loco. Non perché voglia più di tanto far sesso lui stesso; piuttosto, perché desidera che se ne faccia attorno a lui.
In altre parole: ha una gran voglia (repressa) di vedere altri piselli e di condividere un'atmosfera di ebbrezza sessuale con altri bei maschietti, per i quali nutre un anelito, come dire? incancrenito. Questa sua voglia, però, deve restare assolutamente celata agli occhi altrui, e possibilmente anche ai propri.
Insomma, la botte piena e la moglie ubriaca (nonché la serva astemia).

Questo miracolo d'equilibrismo viene ottenuto con il gangbanging, altrimenti noto come "fare le batterie".
Per chi non ne sapesse nulla, una gangbang (etero) non è che un'orgetta in cui la percentuale di maschi è preponderante. La restante percentuale... be', è questo il punto su cui cui si distinguono i vari locali a cui ho accennato. In alcuni privés si tratta, rigorosamente, di donne (sempre abbastanza scarse. Come numero, voglio dire). In altri posti, come il "Degrado", impera il transgender. Altrove, una mescolanza delle due possibilità.
Per esperienza, la percentuale media di etero "autentici" nei vari posti è rigidamente proporzionale a quella delle donne "certificabili", cioè dotate di... sappiamo che cosa. Tutto il resto agli etero non interessa (il che non sorprende: a quanti di noialtri interesserebbe un ragazzo senza pisello? Ecco, gli etero sono altrettanto intransigenti).
Il velato, invece, è molto, ma proprio tanto, più flessibile.
L'importante, nel suo caso, è che a dare il pretesto per le batterie ci siano dei non-maschi, perché la sua priorità assoluta è essere non-frocio. Qualsiasi cosa, ma frocio no; e neanche bisex (definizione che in àmbito etero - se qualcuno non lo sapesse - è praticamente equiparata a quella di frocio).

Il gangbanging si fonda su un tacito accordo collettivo: quello di "non fare i froci", pena l'emarginazione immediata. Che cosa non passi per "frociata", però, è abbastanza variabile a seconda dei posti, della calca e... dell'illuminazione.
In ogni caso, il velato "tollera" ampiamente tutti i contatti "casuali" e/o "inevitabili". Ovviamente, che alcuni strusciamenti siano "inevitabili" è una sua creazione mentale. A questo proposito, ricordo sempre una "memorabile" situazione di gruppo con più etero "veri" (e una ragazza): quest'ultimi, mi resi conto, evitano certe... prossimità ad istinto (e mi tocca aggiungere, scusatemi il dettaglio, che non baciano più una donna dopo che lei s'è impegnata... oralmente).
Non che l'etero non subisca il fascino del pisello... ma allo stesso modo in cui io sono affascinato, per dirne una, dai rettili [e prima che lo pensiate, malignoni, lo dico io: soprattutto dalle bisce].
L'"omo invisibile", invece, il pisello altrui oltre a guardarlo spesso lo commenta con entusiasmo, in nome della "maschia" intesa lì creatasi (versione hard della proverbiale pipì in compagnia).
È quasi superfluo aggiungere che in molti casi, poi, il velato non si sottrae certo a una toccata di pisello platealmente volontaria (la mia specialità), ma fatta "per gioco", o "che finisce lì", da parte di un altro maschio; e alcune rare volte la manina che vola è proprio la sua; perché, si sa, nei momenti di surplus ormonale (nonché alcolico) questo ed altro...
Val la pena sottolineare che quello del surplus ormonale è un concetto a cui il velato è affezionatissimo, e tramite il quale sa spiegarsi una variegata rosa di comportamenti, tutti giustificati in base alla teoria "Ogni bbuco al buio è bbono, pure quello nell'ozono" (sentita al "Degrado").

A parte gli scherzi, quei "camerateschi" e reiterati commentoni sui piselli in mostra durante una batteria trasudano un malcelato eccitamento che dà un'idea davvero precisa di quanto crudamente questi ragazzi si reprimono.
Nelle situazioni in cui l'accalcamento con contatto non è proprio possibile, ho potuto assistere a parossismi di eccitazione di alcuni che mi hanno fatto quasi pena. In un paio di casi, in cui mi trovavo (per cortese invito...) tra amici pre-formati, ho visto qualcuno "schioppare" e dare, a un certo punto, una gran manata "per scherzo" a un pisello altrui, accompagnate da commenti del tipo: E mmettilo ggiù, ssto sercio ["E tirala giù, questa pietra"]!

Un altro dettaglio rivelatore del repressone è che non tollera i brutti. Proprio non li vuole attorno, e non li ammette in una "batteria" con lui. Questa selezione (notate bene!) si applica solo ai maschi, perché i non-maschi che danno il pretesto per la gangbang - donne, trans, traveste - possono essere, e spesso lo sono, parecchio inattraenti. A volte, diciamolo pure, dei mezzi rospi.
Nell'affollato e rumoroso "salotto dark" di uno dei locali a cui ho accennato assisto di continuo a questa vera e propria emarginazione fisica dei brutterelli, fatta a spinte di gomito.
A volte accadono vere e proprie liti. I manzi, invece, non vengono mai rifiutati. Io sono più che decente, ne sia lode al Cielo, per cui vengo attivamente invitato... E ancor oggi non ho capito quanto questi "etero" siano coscienti della selezione che operano.

Tutto siffatto gangbanging, si badi, spesso viene fatto da gruppetti pre-formati (diciamo di tre/quattro persone). Mi sembra improbabile, statisticamente, che si possano costituire per puro caso gruppetti di soli repressi... per cui credo, ormai, che costoro si attirino tra loro (ma è giusto una mia impressione).

Come che sia, le loro esperienze sessuali di gruppo, così palesemente... fallocentriche - specie se fatte con travestite, che in genere non vengono neanche sfiorate - be', sono vissute come qualcosa di assolutamente "etero", che si può tranquillamente raccontare agli amici il giorno dopo.

Questo è un aspetto importantissimo (credo) per capire perchè i velati siano così tanti: perchè possono auto-convincersi gli uni gli altri d'essere "normalissimi" maschi.
Per credersi tali, basta che si appoggino a quella diffusissima mentalità nella quale passare per frocio dipende soltanto da quello che fai in ambito sessuale: se dài il pisello e basta, maschio sei e maschio rimani, punto e basta; e il resto sono sfumature. Altrove, il trucco non funzionerebbe...
Ma è doveroso aggiungere che per alcuni (pochi) di quei ragazzi non si tratta neanche di un trucco, ma di una cosa creduta con tutta la sincerità; e usano, "ingenuamente", la parola "maschio" per dire "etero".

Paradossalmente, quei velati fin qui descritti si potrebbero considerare come gli omosessuali più "genuini" (doppie e triple virgolette!). Il loro amore per la mascolinità non ammette deroghe, e "scelgono" una vita sessuale monca (che si nutre di briciole, si potrebbe dire) pur di restare con piena cittadinanza nel mondo che per loro è dei maschi "veri" (quelli che lo dànno e basta), la cui compagnia è l'unica a cui veramente tengano. Per contrasto, spesso sono i più assidui frequentatori dell'universo transgender, nel quale il gangbanging è, generalmente, più a portata di mano che altrove.
In realtà, a molte trans e traveste a volte la gangbang non va affatto (comprensibilmente...), ma conoscono i loro polli e quindi vi si rassegnano (per così dire).

La loro finzione collettiva è davvero contagiosa. Personalmente, non riesco neanche a liquidarla in blocco come pura ipocrisia. Confesso, insomma, che ai velati do ragione nel torto. Il loro tenace attaccamento a un'immagine 100% maschia può far sorridere.
Ma a volte, specie in certe discoteche, mi chiedo se non sia preferibile la tipologia del repressone rispetto ad un'altra (per fortuna in lenta scomparsa, parrebbe) e cioè quella delle "stizzite atlete ucraine", per capirci.
Sarà mica che perfino un represso abbia qualcosina da insegnare a qualcun altro?
Come al solito, il mondo non è in bianco e nero.

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