Sono 'solo' canzonette

26 ottobre 2004, Gay.it

Che i "piccoli grandi amori " siano solo eterosessuali? Nella musica leggera italiana l'amore omosessuale sembra non esistere.


Un certosino lavoro di ricerca ci ha, però, permesso di scovare numerose canzonette 'dichiaratamente' gay. Seguitemi.

Ivan Cattaneo è il cantante che, in termini numerici, ne ha proposte di più.

"Oddio – ci dichiara telefonicamente - rileggendo i testi delle mie canzoni mi rendo conto che sono tutte gay, ma non è la canzone che conta. Tutto quello che canti diventa gay se sei gay. Picasso diceva che non è il quadro che conta; conta chi lo ha dipinto".


Tra i suoi numerosi brani è significativo il pezzo Little gay (nell'album "Il cuore è nudo… e i pesci cantano "del 1992) che racconta le paure di un omosessuale che vive in provincia. Ecco un assaggio del testo: "Ci dividiamo tutti la stessa aria/ da bocca a bocca/ alito nell'alito/ per tutti lo stesso destino… ci vuole un mondo d'amore/ senza più la luna con il sole/ quando c'è amore esiste solo l'amore/ non c'è uomo o donna o scelta sessuale ". Decisamente a tematica gay anche Darling (nell'album "UOAEI " del 1976) una canzone in inglese e bergamasco scritta da Mario Mieli, celebre militante gay autore di Elementi di critica omosessuale, che tra le righe accenna "I just want to fuck you ". Non possono poi mancare in una discografia gay i brani Boys & Boys (il titolo è chiaro no?), Bimbo assassino, Polisex, Il vostro ombelico, Agitare prima dell'uso, Idolo biondo e così via.



Passiamo ora a Pazza! un album sfuggito ai più.

Era il 1990 quando Aldo Busi ha prodotto per Bompiani una musicassetta con quel titolo inequivocabile.

Tra gli stonati brani dell'album c'è Nuova idea che poi è il nome di una storica discoteca gay di Milano e Atti osceni e Piccolino che giocano con iperbolici doppiosenso senza nascondere sentimenti gay. Va ben oltre il camp la canzonetta Mi chiamano Mina (ma il mio nome è Aldo), un gioco di ironiche citazioni da Mina a Puccini con un arrangiamento anni '60 e un coro 'du-ap, du-ap' e lo scrittore che intona: "Vent'anni e via, le gonne a palloncino/ Tu madre mia dicevi 'Birichino!' ".


Rimanendo nel camp nostrano poteva mancare una canzonetta gay di Raffaella Carrà? No, e infatti l'icona gay di Tanti auguri nel 33 giri "Raffaella" del 1978 ha cantato Luca.

A lei il microfono: "Era un ragazzo dai capelli d'oro/ e gli volevo un bene da morire/ io lo pensavo tutto il giorno intero/ senza tradirlo neppure col pensiero./ Ma un pomeriggio dalla mia finestra/ lo vidi insieme ad un ragazzo biondo / Chissà chi era, forse un vagabondo/ Ma da quel giorno non l'ho visto proprio più ". Raffaella poi si chiede: "Luca, Luca, Luca/ Cosa ti è successo?/ Luca, Luca,/ con chi sei adesso?/ Luca, Luca, / Non si saprà mai! ". Dove saranno Luca e il biondo vagabondo? Qualche legittimo sospetto potremmo averlo no?


Ma lasciamo le canzonette leggere e i tentativi poco riusciti di uno scrittore di riciclarsi come cantante per Mia Martini che nel 1992 ha raccontato in Uomini Farfalla (nell'album "Lacrime " del 1992) il suo amore per un "amico un po' tempesta/ così maschio senza storie/ né censure per la testa ". Quell'amico aveva qualcosa di strano: "sulle prime non capivo ma c'era qualche cosa sotto ".


Una notte le svelò l'arcano. Nel buio la protagonista del pezzo scorge l'amico con un uomo: "li guardavo accarezzarsi/ fare il loro arcobaleno/ tenerezze quasi dure/ coltivate sul mio seno ".

La canzonetta italiana ha anche cantato il coming out. Lo ha fatto Biagio Antonacci nel brano In questa stanza quasi rosa (Album "Il mucchio 1996 ").


Il pezzo, con toni 'velati', narra un amore che inizialmente deve nascondersi nello stretto spazio di una stanza: "Qui nessuno può dividere/ quello che ha voluto Dio/ qui nessuno può decidere… per noi/ accarezzami senza vergogna/ ridi pure se ti va/ e vedrai che prima o poi lo farai fuori da qui ".

"Poi " continua il brano "con il coraggio di chi vuole " l'amore gay può dichiarare il suo nome: "rivestiamoci e poi fuori/ diamo luce a tutti i nostri sogni/ sotto questo cielo azzurro coraggio/più nessuno toglierà/ la mia mano dalla mano tua ".


Lo stesso anno Federico Salvatore affronta a San Remo il medesimo argomento.

Sulla porta narra la dura dichiarazione di un giovane gay alla madre: "Mamma son qui con le valigie sulla porta/ E in macchina c'è un uomo che mi sta ad aspettare/ La verità lo so ti lascerà sconvolta/ Quell'uomo è il mio primo vero amore/ Con lui mi sento libero e felice/ Vivremo insieme abbiamo già una casa ". Il pezzo è decisamente coraggioso: "Ma un maledetto pomeriggio dell'adolescenza/ Studiavo insieme a un ragazzo e per la timidezza/ Sentivo dentro un misto di piacere e sofferenza/ E mi scappò sulla sua gamba una carezza " e non nasconde nulla all'immaginazione: "Sono un diverso mamma, un omosessuale/ E questo tu lo prendi come un tradimento ".


Anche Renato Zero ha cantato l'omosessualità.

Famosa è la sua Onda gay (nell'album Tregua del 1980) che dice: "Gay… chiunque tu sei, se tu lo vorrai, ti chiamerò gay! Quanto al tuo nome, non ha importanza, l'anagrafe si scuserà! Gay…Incontriamoci dai! Se sei un netturbino o un dottore che fa? Sei un parrucchiere o un ingegnere, Non ha mestiere la libertà!!! Gay…Sull'onda sei! Questo è il giorno che puoi dire chi sei!!! La tua battaglia, tu l'hai vinta ormai!!! ". Più 'velata', al contrario, Un altro pianeta.L'altro pianeta rappresenta il paradiso che cercano due individui "relegati agli angoli bui " e descritti come "condannati ", "sbagliati ", "svergognati ", "uomini mancati ". Un altro pianeta è, sostanzialmente, il triste addio prima del suicidio di due omosessuali a questo mondo carico di "disprezzo e pietà ". In paradiso "Non più risate dietro ai nostri gesti!/ Fieri di volare con questi brividi nelle ossa/ per un cielo nuovo ".

La canzone che sembra avere riscosso più successo nella comunità omosessuale è di Fabrizio De Andrè che canta il suicidio di un giovane gay in Andrea (nell'album Rimini del 1978).


Andrea perde "un amore " dai "riccioli neri… morto sulla bandiera… ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia ". Un profondo pozzo raccoglierà le sofferenze del giovane: "Andrea gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo/ Il secchio gli disse "Signore il pozzo è profondo/ più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto… ".


Un po' meno cupo il brano La bellezza (Gustav e Tazio) di Roberto Vecchioni che riprende il romanzo Morte a Venezia di Thomas Mann nel quale un adulto si innamora di un giovanissimo efebo in una 'decadente' Venezia. La canzone lascia spazio per una riflessione delicata sugli anni che passano: "Passa la bellezza/ nei tuoi occhi neri,/ scende suoi tuoi fianchi/ e sono sogni i tuoi pensieri…/ […] ho la morte e la vita tra le mani/ coi miei trucchi da vecchio senza dignità:/ se avessi vent'anni/ ti verrei a cercare,/ se ne avessi quaranta, ragazzo,/ ti potrei comprare,/ a cinquanta, come invece ne ho/ ti sto solo a guardare… ".

In questa elenco merita una menzione speciale il cantante gay Umberto Bindi con Il nostro concerto,un pezzo dolcissimo, scritto in occasione della morte del suo partner. Con il suo "Ovunque sei/ se ascolterai/ accanto a te mi troverai/ vedrai lo sguardo che per me parlò/ e la mia mano che la tua cercò/ […]/ ovunque sei/ mi troverai vicino a te ".

Umberto Bindi ci aiuta ad introdurre uno sguardo al passato della canzonetta gay italiana.

Nel 1962 un gruppo misconosciuto oggi, i Peos, incideva la goliardica Balletti verdi. Il pezzo ironizza sul più grande scandalo gay italiano del '900. 182 omosessuali furono interrogati dalla magistratura per induzione alla prostituzione e pur essendo innocenti ebbero la vita rovinata. Il pezzo dice: "Balletti di verde dipinti/ foulard dai colori sgargianti/ fanciulli dai volti affilati/ vecchietti dagli occhi truccati… E qualche ragazzo ambizioso/ convinto in un modo morboso/ che questa è la sola maniera/ di fare una vera carriera… se questo fatto dilaga/ se un giorno diventa una moda/ saranno le belle bambine/ che ci perderanno alla fine. ".

Qualche anno dopo fu musicato anche un altro scandalo, quello di Lavorini, con ben quattro 45 giri di Franco Trincale intitolati Il ragazzo scomparso a Viareggio. Lavorini, un unidecenne, fu rapito a Viareggio nel 1968 e subito i giornali attribuirono il rapimento ai gay. Non era così ma in tutti e quattro i vinile si parla di individui "torvi " e "perversi "…

Concludiamo questo excursus nel passato discografia gay con l'intramontabile L'Albergo a Ore, di Edith Piaf, interpretato in Italia da diversi interpreti tra cui Milva, Ornella Vanoni e Marcella Bella.

Il testo racconta di un portiere di albergo che accoglie due giovani "puliti, educati, sembravano finti/ sembravano proprio due santi dipinti " e gli da le chiavi della camera "meno schifosa ".


La mattina seguente lo attende una terribile sorpresa: "sono rimasta lì come una cretina/ aprendo la porta in quella grigia mattina/ se ne erano andati in silenzio perfetto lasciando soltanto i due corpi nel letto/ lo so, io non c'entro, però non e' giusto morire a vent'anni... ". Si potrebbe obbiettare che i due "santi dipinti " fossero uomo e donna ma per gli omosessuali italiani che ascoltavano questo pezzo negli anni sessanta era evidente che parlasse a loro. Molti asseriscono che il fatto raccontato dalla canzone sia davvero accaduto, a Bologna, ma non ne ho trovato testimonianza.

Ma torniamo a tempi più recenti.


L'amore per i 'maschietti' è stato cantato da Patty Pravo che ha riproposto Petite dell'anarchico francese Leo Ferrè. Il brano racconta l'amore di un professore per un suo studente incominciato da un "dolce sguardo " lanciato dal piccolo "finita l'ultima lezione ". L'amore è sofferto e il professore chiederà al piccolo di rivedersi soltanto "il giorno in cui sotto le vesti non avrai più il codice penale ".


In questo elenco non ho, poi, citato le canzoni che accennano soltanto brevemente all'omosessualità anche se sono numerose. I Pooh, ad esempio, insieme a preti, galeotti, agli impauriti dal sesso aggiungono ai loro Uomini soli i "diversi ". Ancora, Ivan Graziani nel pezzo Limiti dice ad un uomo stanco di amare "Attilio che fai/ che sia così per sempre non vuoi/ vai corri da le/ o da lui se preferisci va ma fallo… " e Marco Masini recita il suo ambiguo "Ti amerei anche se fossi un gay ". Se tu fossi un gay o se io cantante fossi gay? Probabilmente Masini doveva trovare una rima a vorrei, ma questa ambiguità di congiuntivi ci aiuta a passare alle "geometrie particolari " della bisessualità raccontata da numerose canzonette italiane.


Renato Zero e la sua Il triangolo no e Patty Pravo con Pensiero Stupendo sono due tra i pezzi più conosciuti sul tema. Il primo racconta la diffidenza di un lui ( "rischio di trovarmi fra le braccia lui ", "non è il mio tipo " e così via) ad un triangolo uomo, uomo e donna. Pare che lei lo convinca ad abbandonarsi a quell'amore "un po' articolato " perché, in fondo, la "geometria non è un reato ". La Pravo con Pensiero Stupendo sconvolse Sanremo, nel 1978, raccontando la voglia una donna (il "pensiero stupendo " appunto) per un'altra donna e un uomo: "E tu e noi e lei fra noi vorrei per amore vorrei… ".


Ma esistono anche canzonette lesbiche lesbiche?

Ne ho scovata soltanto una di Tosca intitolata La differenza che riassumo citandone una strofa: "è una storia come tante/ un corpo uguale a un altro amante /amarsi dentro ad un riflesso /toccarsi nello stesso sesso ".

Numerose, infine, sono le canzoni su transessuali e travestiti. Tra le mie preferite c'è Pierre dei Pooh che racconta l'incontro fra due ex-compagni di scuola. Uno riconosce l'altro "sotto il trucco " e rammenta i tempi della scuola quando il compagno era "sottile ", "pallido ", "triste " e "già così diverso ". "Si rideva – continua la canzone - di quel suo sguardo di bambina di quella sua dolcezza strana " ma i l'ormai ex compagno comprende e accetta: "ti rispetto, resta quel che sei tu che puoi… ". Anche Fernandiño, il transessuale protagonista della canzone Priçesa di Fabrizio De Andrè, può, tra mille difficoltà essere ciò che è. Giovanissimo lo vediamo "davanti allo specchio grande " che chiude "gli occhi con le dita " a immaginarsi "tra le gambe una minuscola fica ". Poi l'operazione: "allora il bisturi per seni e fianchi/ in una vertigine di anestesia/ finché il mio corpo mi rassomigli ". A seguito la vita di strada e infine l'amore di un "un avvocato di Milano ". Ancora Mina nel pezzo intitolato Donna Donna Donna dice: "Donna

ma che pezzo di donna/ si sconvolge la gente quando passo per strada […] Donna sono un sogno/ travestito da donna/ una luce accecante/ uno stupefacente/ una donna donna donna….
"

Le canzonette gay sono così terminate? No, in questo saggio ne ho citate solo una selezione tra quelle che mi paiono più significative. Le altre, prima di scriverne ancora, vi invito a cercarle nella musica italiana che riserva, tra le righe, infinite sorprese.

Per non abbandonarvi ad una ricerca infruttuosa vi lascio altri cinque titoli che potrete gustare da soli: Amico Gay, L'elefante gay, Micheal, Orlando e Vito.

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