Francia
durata | 130 min |
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genere | fantastico |
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temi | Oriente, eros, omosessualità maschile, Islam |
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Antico Oriente. La schiava Zumurrud (Ines Pellegrini) sceglie come padrone il giovane Nur-ed-Din (Franco Merli). Ma un uomo dagli occhi azzurri la rapisce e la consegna ad un mercante. Nur-ed-Din cercherà per ogni dove la sua amata Zumurrud, per ritrovarla alfine, dopo molto peripezie, sotto le spoglie del re Sair. All'interno di questa storia principale se ne incastrano – a mo' di scatola cinese – molte altre: quella di Hamud e Zeudi che, indecisi su chi sia più bello tra un ragazzo ed una ragazza, fanno sì che i due si innamorino. Quella di Aziz (Ninetto Davoli) il quale, irretito da una misteriosa donna da cui verrà poi evirato, fa morire di dolore la sua promessa sposa Aziza. Quella di Shahzman (Alberto Argentino) e Yuhan (Salvatore Sapienza), diventati monaci per penitenza: il primo, figlio di un re, perché una principessa aveva sacrificato la sua vita affinché ridiventasse uomo dopo che un demone (Franco Citti) lo aveva trasformato in scimmia; il secondo perché, debellato un crudele cavaliere di rame, aveva ucciso in trance un ragazzo innocente così come voleva una profezia. E, per finire, quella della principessa Dunya (Abadit Ghidei) – ossessionata dal sogno ricorrente di un colombo che lascia morire una colomba catturata in una rete – che sposa il principe Tagi (Francesco Paolo Governale) che le svelerà il vero significato del sogno, materializzandolo in un mosaico.
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