Star Trek: Discovery

2 dicembre 2017

Netflix presenta la nuova serie dell’universo di Star Trek, Star Trek Discovery, ambientata una decina d’anni prima della serie cosiddetta classica del capitano Kirk e del signor Spock, come sono stati trattati in origine da Gene Roddenberry e non nella recente rilettura cinematografica di J. J. Abrams.

Star Trek Discovery racconta i viaggi spaziali, con una tecnologia basata su un motore e un teletrasporto gestiti da un essere vivente appartenente ai funghi, della Discovery, come da abitudine in cerca di contatti con nuove razze alieni e mondi dove nessuno è mai giunto prima. Gli ideatori di questa nuova serie sono Bryan Fuller, che ha nel suo curriculum Star Trek Voyager, Heroes e American gods, e Alex Kurtzman, che ha lavorato tra le altre cose ai nuovi film di Star Trek e ai serial Fringe e Sleepy Hollow.

L’universo di Star Trek ha sempre parlato di diversità anche in tempi decisamente più difficili degli attuali, visto che negli anni Sessanta si vide il primo bacio interraziale tra Kirk e la bellissima Uhura, ci fu uno dei primi alieni buoni, Spock appunto, ma anche un cinese e un russo dalla parte degli eroi in piena Guerra fredda.

Stavolta la protagonista, la bellissima Michael che ha sulle spalle una condanna, è interpretata dall’afroamericana Sonequa Martin-Green, mentre il suo interesse sentimentale è il musulmano Ash Tyler, interpretato dall’anglo pakistano Shazad Latif; non manca un alieno, Saru, con il volto nascosto dal trucco di Doug Jones, non nuovo a ruoli nel genere fantastico, compaiono Vulcaniani e Klingon, questi ultimi in un’ottica decisamente un po’ inquietante, di nuovo come apertamente nemici.

Per la prima volta però c’è una coppia gay dichiarata: per anni ci sono state le speculazioni dei fan, anzi delle fan, sugli amori tra uomini sull’Enterprise e non solo, Kirk e Spock in testa, nelle famose fanfiction che poi hanno avuto massima diffusione grazie a Internet e non solo relative a Star Trek. Poi in uno dei nuovi film si era fatto vedere Sulu come sposato con un uomo e papà di una bambina, ma la cosa era stata marginale, più un omaggio all’impegno di George Takei, interprete dello storico Sulu negli anni Sessanta, nel movimento omosessuale come uno dei primi attori gay dichiarati della tv a stelle e strisce.

Stavolta la storia gay è centrale e vede Anthony Rapp, omosessuale dichiarato, interpretare Paul Stamets, ingegnere della Discovery alle prese con un innesto alieno che sta cambiando la sua personalità ma non per quello che riguarda l’orientamento sessuale, e Wilson Cruz, attore di origine afroportoricana anche lui attivista gay, nella parte di Hugh Cullber, ufficiale medico.

A questo va aggiunto un microcosmo appassionante, con strizzate d’occhio a tutto il mondo di Star Trek, ma anche a Star Wars, oltre che ad una realtà di invenzioni reali sempre meno fantascientifiche: Star Trek Discovery è una serie da vedere per gli appassionati e i cultori del fantastico, soprattutto per chi pensa che fantascienza e dintorni siano un ottimo modo per parlare della realtà in maniera metaforica, anticipando nuove realtà e modelli che esistono già.
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