Tallulah Bankhead

Piccole volpi e grandi sbronze: la vita eccessiva di un'attrice eccessiva

17 giugno 2006

Ai giorni nostri, almeno in Italia, il nome di Tallulah Bankhead non dice quasi niente. Ai pochi che sanno qualcosa di storia dello spettacolo esso fa pensare ad un'eccentrica teatrante che chiamava tutti «Tesoro» con quella sua vociona e faceva le ore piccole svuotando bottiglie di gin. Chi è appassionato di teatro invece sa che quando si parla della Bankhead ci si riferisce ad una delle più grandi interpreti teatrali del Novecento. Tallulah Bankhead infatti è stata un'attrice nel vero senso della parola, dotata di forte personalità, di un'accecante bellezza e di una vibrante presenza scenica, e che non ha mai avuto paura di osare nella scelta di testi e di personaggi audaci ed originali. La sua straripante interpretazione della perfida e calcolatrice Regina Giddens nel dramma teatrale Le piccole volpi di Lillian Hellman, resta ancora oggi una prova recitativa difficile da superare. Tallulah Bankhead aveva uno stile di vita decisamente sregolato e non ha mai nascosto la sua bisessualità. Sulla sua dissolutezza e la sua preferenza per amanti del suo stesso sesso, scherzava dicendo: «Mio padre mi mise in guardia dagli uomini e dall'alcol, ma non ha mai fatto parola sulla cocaina e le donne».


Tallulah Brockman Bankhead nasce a Huntsville, nell'Alabama, nel cuore degli Stati Uniti del sud, il 31 gennaio 1902. Sua madre muore mettendola al mondo, e questo tragico avvenimento segnerà profondamente la sensibilità di Tallulah, ed acuirà in futuro il suo senso di autodistruzione. Suo padre è un eminente personaggio politico (è speaker alla Camera dei deputati), che dopo la morte della moglie resta così sconvolto da non poter prendersi cura delle sue due figlie, così Tallulah e sua sorella Eugenia trascorreranno l'infanzia dividendosi tra la casa della zia materna, Marie, e dei loro nonni. Tallulah cresce in modo ribelle e scapestrato, ed Eugenia, nonostante sia più grande di lei di un anno, è vittima delle sue birbanterie. Una volta ad esempio, le due sorelle Bankhead avevano ricevuto in regalo due anatre, con cui solevano dormire la notte. Una notte Tallulah scoprì che aveva inavvertitamente soffocato l'anatra dormendogli addosso. Così scambiò la sua con quella della sorella, che la mattina pianse disperatamente perché si credeva colpevole della morte del povero animale.


Nel 1912 Tallulah ed Eugenia vengono mandate a studiare nel Convento del Sacro Cuore a Manhattanville, New York. La piccola e paffuta Tallulah acquisisce nella scuola una notevole fluidità nell'uso del francese, ma la sua condotta fin troppo vivace va contro l'etica del convento, così nel 1915 entrambe le sorelle vengono spostate in un Seminario della Virginia, dove resteranno per due anni, dopo di che verranno separate. Ma Tallulah soffre in modo terribile la separazione della sorella, così verranno riunite. Con l'adolescenza Tallulah cambia completamente: i suoi occhi troppo chiari si fanno di un blu zaffiro, i suoi capelli color paglia diventano di un biondo scuro, e la sua linea si fa più sottile.


Nel 1917 la rivista "Picture Play" promuove un concorso di bellezza, la cui vincitrice otterrà la parte in un film prodotto dal noto Frank Powell. Tallulah invia una sua foto, ma si dimentica di scriverci sopra il nome, e il documento allegato va purtroppo perso. Lei manda così il duplicato della foto per provare la sua identità. Vince il concorso e si reca a New York con sua zia Louise. Alloggia all'hotel Algonquin, centro dell'attività culturale e letteraria newyorchese, dove Tallulah, ora attraente giovane aspirante attrice, si fa notare per la sua eleganza e la sua vivacità di spirito. Qui conosce Estelle Winwood, attrice inglese che diverrà la sua più cara amica.


Appena arrivata a New York gira il film Who Loved Him Best, per cui viene pagata 75 dollari a settimana. Ne girerà altri, ma il suo interesse è il teatro. Debutta sulle scene nel marzo del 1918, in The Squab Farm, che però ha scarso successo. Tallulah approfitta di ogni occasione per sfuggire dalla custodia di sua zia, e frequenta i party più scatenati di Manhattan, dove sperimenta l'uso della cocaina. Nel 1921 prende parte al suo unico successo americano, la commedia Nice People di Rachel Crothers, in cui è sregolata e lussureggiante nella parte di Hallie Livingston: tale interpretazione le farà guadagnare le lodi del "New York Times". Intanto Tallulah comincia ad avere le sue prime relazioni lesbiche. Il suo primo rapporto omosessuale è probabilmente con la celebre attrice di teatro Eva Le Gallienne, di tre anni più grande di lei. A quanto pare la Le Gallienne, anche lei residente all'hotel Algonquin, amoreggiava scrivendo dei biglietti a Tallulah la quale, appena sedicenne ed incuriosita da tali avances, le chiese «Ma cosa fanno le lesbiche?». Eva Le Gallienne rispose «Bene, domani fatti un bagno, spogliati ed infilati al letto che te lo mostrerò». Beh, alla fine Tallulah imparò. Ed apprezzò.


Comincia così a collezionare amanti di entrambi i sessi, e a chi le si presenta lei dice in modo provocatorio: «Salve, il mio nome è Tallulah Bankhead. Sono una lesbica, piacere». Tallulah e le sue partner abituali, Estelle Winwood, Eva Le Gallienne e la giovane attrice Blythe Daly, cominciano ad essere conosciute come le "Quattro Cavallerizze dell'Algonquin", parafrasando il titolo di un celebre film con Rodolfo Valentino, I quattro cavalieri dell'Apocalisse.


L'abuso di alcol e cocaina intanto continua in modo smodato. Tallulah ricorre a tali sostanze per lenire la sua ansia ed aumentare il suo senso di invincibilità. Dopo Nice People le offerte di lavoro si fanno purtroppo più scarse ed insignificanti. Prende parte infatti ad alcune produzioni teatrali decisamente mediocri, come Her Temporary Husband di Edward Paulton (1922). Nonostante si diverta nei night club di Manhattan, la vita pazza e sregolata non sopperisce però al suo insuccesso a Broadway.


Poco tempo dopo le si presenta finalmente l'occasione della sua vita. Nel 1923 infatti riceve un cablogramma dal produttore teatrale inglese Charles Cochran, che ha convinto il drammaturgo Gerald du Maurier a prenderla nella sua piece The Dancers. Inoltre sempre dall'Inghilterra le arriva l'invito del barone Napier George Henry Sturt Alington, che lei aveva conosciuto poco tempo prima a New York e di cui si era follemente innamorata.


Prende così la via per il mare ed arriva in Inghilterra. A ventun'anni, bellezza rapace, fare spavaldo, voce profonda e capelli mossi che le cadono sensualmente sulle spalle, Tallulah debutta con successo in The Dancers, in un personaggio esotico e passionale che conquista pubblico e critica. Nel giro di qualche anno diventa l'attrice più apprezzata del West End, in spettacoli come Conchita di Edward Knoblock (1924) e The Green Hat di Michael Arlen (1925). Il suo carattere ribelle e disinibito poi, non fa che accrescere il suo fascino. Senza il controllo della sua famiglia Tallulah si lascia andare completamente, e nonostante continui a frequentare Napier, va a letto praticamente con tutti quelli che le interessano. Dimostra un insaziabile appetito sessuale, senza però particolari preferenze. Lamentandosi scherzosamente sulle varie tecniche sessuali avrebbe affermato: «Succhiarla a una donna mi fa anchilosare il collo, succhiarlo a un uomo mi fa male alla mandibola, mentre il sesso convenzionale mi rende claustrofobica». Una volta, durante un party, un amico le presenta un giovane ragazzo che dice di voler fare sesso con lei quella notte stessa. E Tallulah senza batter ciglio risponde: «E così farai, bel romanticone».


Mentre continua con i suoi numerosi flirt, Tallulah ottiene grandi successi professionali, appassionando il pubblico londinese. Quando i critici cominciano ad accusarla di scegliere testi troppo convenzionali, lei decide di recitare nell'originale They Knew What They Wanted di Sidney Howard (1926), in cui fornisce una splendida interpretazione, acclamata sia dalla stampa che dai suoi fans. Sul finire del '26 interpreta una ballerina che tenta di conquistare un riccone nella commedia The Gold Diggers di Avery Hopwood, in cui in una scena, per la gioia del pubblico, indossa in modo decisamente sexy un pigiama color oro. Si esibisce anche in uno scatenato charleston riguardo il quale lei affermerà: «Il mio charleston in The Gold Diggers era roba forte. Adele Astaire (sorella del grande Fred) ha raccontato di non aver mai visto niente di più bello». Durante la rappresentazione di questa commedia intreccia una relazione con l'attraente attore Hugh "Tam" Williams, più giovane di lei e sposato. Sulla scena Tallulah porta la sua latente infelicità. A proposito avrebbe detto: «A volte il pubblico pensava che io piangessi perché il mio antagonista mi picchiava sulla scena. Io invece mi lasciavo andare in un pianto liberatorio per i miei affari personali».


Sul finire degli anni '20 Tallulah si ritrova all'asciutto: negli ultimi anni di party e di bagordi l'attrice ha infatti dilapidato quasi tutto il suo patrimonio. Fortunatamente nel 1930 riceve un'allettante offerta lavorativa nientemeno che da Hollywood. La Paramount infatti le propone un contratto per una serie di film, e lei prende la balla al balzo. Così, dopo un party d'addio per i suoi amici più cari, Tallulah salpa per New York nel gennaio del 1931.


Tornata in America, quel paese che non aveva saputo valorizzarla, Tallulah comincia così la sua avventura hollywoodiana. In seguito confesserà che non era affatto interessata al cinema, ma l'unico motivo per cui aveva accettato era «per farsi sbattere da Gary Cooper». La Paramount, entusiasta del fascino originale dell'attrice, vorrebbe farne una nuova Marlene Dietrich. Il primo film in cui viene impiegata è Il marito ricco (Tarnished Lady, 1931), una commedia sulla Grande Depressione diretta da George Cukor, in cui l'attrice interpreta una ragazza irrequieta che nonostante ami un aitante giovanotto, sposa un uomo danaroso perché è sua intenzione vivere nel lusso, ma quando questi fallisce in seguito al crollo di Wall Street lei gli starà ugualmente accanto. Nonostante la sua interpretazione sia vivida e sensuale, critica e pubblico rimangono indifferenti.


I due film seguenti, My Sin e The Cheat, girati entrambi a New York nel 1931, sono un vero flop, così la Paramount decide di farla tornare a Hollywood. Durante il viaggio in treno Tallulah incontra la neo-diva Joan Crawford insieme al suo marito del momento, l'attore Douglas Fairbanks jr. Tallulah le dice: «Tesoro, tu sei fantastica. Ho avuto una storia con tuo marito, e tu sarai la prossima».


Ad Hollywood gira un film decisamente mediocre, Thunder Below (1932), e un altro un po' più riuscito, il melodramma Il diavolo nell'abisso (Devil and the Deep, 1932), con Gary Cooper, prestante attore che lei cerca invano di corteggiare. Tallulah vuole disperatamente incontrare Greta Garbo, di cui è una fervente ammiratrice. L'occasione le si presenta quando la scrittrice Salka Viertel, amica sua e della Garbo, la invita una sera a casa sua con la promessa di fargliela incontrare. Dopo ore di attesa, finalmente la Garbo arriva e nonostante sia timida e fredda, lei e Tallulah diventano presto buone amiche, incontrandosi spesso sui campi da tennis. Tallulah avrebbe incontrato anche la celebre scrittrice Mercedes de Acosta, amante sia della Garbo che di Marlene Dietrich, che definisce scherzosamente un «topo col cappotto».


Uno dei fatti più clamorosi riguardanti Tallulah è un'intervista rilasciata alla rivista "Motion Picture" nel 1932, in cui parla della sua fallimentare carriera cinematografica e della sua visione dell'amore e del matrimonio. Ecco l'affermazione più saliente che avrebbe scandalizzato i capi della Paramount:


«Sono seria riguardo l'amore. In questo momento sono fottutamente seria su questo argomento... Sono sei mesi con non ho una storia. Sei mesi! Troppo tempo... Se c'è una cosa che mi preoccupa adesso non è Hollywood o il modo di pensare hollywoodiano... il problema è che IO VOGLIO UN UOMO!... sei mesi sono troppo tempo. IO VOGLIO UN UOMO!»


In quel tempo il codice di censura Hays non solo controlla il modo di fare i film, ma anche come gli attori avrebbero dovuto comportarsi nella vita privata, e Tallulah nell'intervista si è lasciata andare in salaci allusioni e ardenti desideri di avere dei flirt. Scoppiato lo scandalo, Tallulah cerca di tranquillizzare la famiglia promettendo che non avrebbe mai più parlato con un giornalista. Dopo un altro film disastroso, Faithless (1932), Tallulah comprende che la sua teatralità non collima con le esigenze cinematografiche, così, insoddisfatta, lascia Hollywood, con l'intenzione di tornare in teatro, non importa se a Londra o a Broadway, l'importante che sia teatro.


Il suo primo lavoro a Broadway è un vero successo: la sua interpretazione di una ragazza dell'alta società divisa tra due uomini in Forsaking All Others di Edward Barry Roberts e Frank Morgan Cavett (1933), è splendida. Lo spettacolo, finanziato dalla stessa Tallulah, ottiene critiche entusiastiche, ma dopo alcuni problemi finanziari è costretto a chiudere i battenti. Tallulah comunque è tornata alla grande sulle scene di Broadway, e nessuno l'avrebbe più spostata da lì.


Sta cominciando le prove dello spettacolo Jezebel, quando nel settembre del 1933 accusa forti dolori nella zona addominale. Ricoverata in ospedale scopre di essere affetta da gonorrea, e un'isterectomia lampo la salva, facendola guarire dopo pochi mesi. Per tornare in teatro sceglie il ruolo della testarda donna dell'alta società che dimostra forza e coraggio quando si scopra malata terminale in Dark Victory di George Brewer Jr. (1934), ma purtroppo lo spettacolo si rivelerà un flop. Improvvisamente il successo sembra venirle meno: nonostante avesse desiderato interpretarlo da tempo, il ruolo della prostituta Sadie Thompson nel dramma Rain di John Colton e Clemence Randolph, non sembra più entusiasmarla quando lo porta con esito fallimentare sulle scene nel '35, ed inoltre non riesce a farsi assegnare il ruolo della tempestosa Rossella O'Hara nel kolossal cinematografico Via col vento (Gone With the Wind, 1939) di Victor Fleming.


Intanto nella vita privata Tallulah intreccia relazioni con la commediante Patsy Kelly e l'attrice di colore Hattie McDaniel. Quella con la Kelly sarà particolarmente forte, tanto che quando negli anni '50 lei si troverà in cattive condizioni economiche, Tallulah decide di prenderla sotto la sua ala protettrice facendola lavorare per lei come segretaria, continuando anche la loro relazione amorosa. Si parla anche di un qualcosa con Marlene Dietrich, con la quale pare che una volta si sia appartata per bere amichevolmente dello champagne, ma non si sa se ci sia stato qualcos'altro. Come non citare poi un curioso aneddoto riguardante Joan Crawford, fulgida star della MGM, che secondo sua figlia Christina, una volta si sarebbe presentata ad un party in onore di Tallulah vestita da sera e con un luccicante accessorio fatto di lustrini. Le due sarebbero poi state viste appartarsi in una stanza fin quando ore dopo Tallulah si sarebbe affacciata dal balcone con quello scintillante ornamento sulla sua zona pubica gridando alla folla: «Indovinate che è venuta su di me?», scatenando l'ilarità di tutti.


Sempre negli anni '30 comincia una relazione, continuata anche per un periodo negli anni '40, con la grande cantante di jazz Billie Holiday, la quale era profondamente attratta dalla vulcanica personalità di Tallulah. Il profondo esibizionismo della Holiday avrebbe costretto Tallulah a tenere la porta del camerino sempre aperta nel momento in cui facevano sesso.


Nel 1937 conosce l'affascinante attore John Emery, che risponde alla figura di uomo autorevole e protettivo che lei cercava. Presa da questa infatuazione lo sposa, ma nel '41 capirà di aver sbagliato, chiedendo il divorzio.


Nel 1939 finalmente Tallulah ha l'opportunità di tornare alla grande sulle scene nel crudo dramma di Lillian Hellman, Le piccole volpi (The Little Foxes), storia delle lotte interne di una cupida famiglia del Sud nei primi del Novecento, in cui la Nostra interpreta il leggendario personaggio di Reggina Giddens, la perfida e avida matriarca. Il successo è straordinario e lo spettacolo resterà in cartellone per ben due anni, superando le 500 repliche. Durante le rappresentazioni dello spettacolo Tallulah, che per la sua interpretazione riceve il Variety Award for Best Actress, instaura una forte e duratura amicizia con la sua giovane co-protagonista, l'attrice Eugenia Rawls, tanto che qualche anno dopo quest'ultima la vorrà come madrina dei suoi due figli.


Nel 1940 purtroppo Tallulah perde due persone assai care. Suo padre muore il 15 settembre, e un mese dopo scopre che il suo ex-fidanzato Napier Alington è stato ucciso in guerra. Tallulah, di idee democratiche e progressiste, comincia a sviluppare una ancor più forte coscienza politica, impiegando tempo e soldi per fronteggiare le attività comuniste.


Nel 1942 ecco che le si prospetta un altro grande successo, interpretando il dramma La famiglia Antropus (The Skin of Our Teeth) di Thornton Wilder, in cui giganteggia per fascino ed istrioneria in ben quattro ruoli, guadagnandosi il Variety Award for Best Actress e il New York Drama Critics Award. Nonostante durante le prove ci siano numerosi problemi col resto cast e il produttore, la sua performance rimane memorabile. Nel '44 le viene offerto anche un grande ritorno al cinema. A proporglielo è il grande Alfred Hitchcock, che la vuole nel ruolo dell'intellettuale snob Connie Porter che accoglie i naufraghi sulla sua scialuppa, nel film di guerra I prigionieri dell'oceano (Lifeboat). L'anno seguente è di nuovo sullo schermo nel ruolo della spavalda Caterina di Russia nella poco riuscita commedia Scandalo a corte (A Royal Scandal), per la regia di Otto Preminger.


Nel 1947, in occasione della messa in scena del dramma L'aquila a due teste (The Eagle Has Two Heads) di Jean Cocteau, avviene l'incontro tra la regina di Broadway, Tallulah Bankhead, e il futuro re del cinema, un all'epoca giovanissimo Marlon Brando. Notato da Tallulah stessa, Brando viene chiamato per interpretare il ruolo del giovane assassino che viene convinto da una regina bavarese, interpretata da Tallulah, ad ucciderla. Brando interpreta il ruolo nell'abituale tournèe pre-Broadway fatta in provincia, ma il suo comportamento scurrile e scapestrato innervosisce Tallulah, la quale rimane nonostante tutto affascinata dalla sua provocante sensualità. A quanto pare però il comportamento di Brando era in funzione di farsi licenziare in quanto egli non sopportava Tallulah. Infatti verrà subito sostituito con l'attore tedesco Helmut Dantine. Nonostante l'ottima prova della protagonista, lo spettacolo chiude solo dopo 29 rappresentazioni. Ricordando questo spettacolo e il fatto che inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi L'aquila rampante, Tallulah avrebbe affermato in seguito: «L'unica cosa di "rampante" in quel fottutissimo spettacolo era l' "affare" di Brando».


La fortuna torna ad arriderle di nuovo quando nel 1948 interpreta il revival della squisita commedia Vite private (Private Lives) di Noel Coward, in cui una coppia divorziata si incontra in un albergo insieme ai rispettivi nuovi coniugi. In questo spettacolo Tallulah è splendida, e non manca di intrecciare relazioni con due dei suoi co-protagonisti, Donald Cook e William Langford.


Gli anni '50 sono pieni di lavoro e di eccessi personali. Dal 1950 al '53 ottiene grande successo la sua trasmissione radiofonica The Big Show, in cui intrattiene ospiti famosi con la sua mordace ironia. Intanto però scopre che la sua segretaria personale, Evyleen Cronin, l'ha derubata di una grossa somma di denaro, e il processo che ne sarebbe seguito amareggerà profondamente l'attrice. Intanto però continua ad esibirsi con successo. Il Sands Hotel di Las Vegas la paga 20.000 dollari a settimana per esibirsi in un "one-woman show", che include monologhi, canzoni e la lettura di poesie. Durante questo periodo Tallulah fa un'operazione di chirurgia plastica al seno, e nonostante il suo corpo cominci a mostrare i primi segni della vecchiaia, lei non resiste al desiderio di mostrare in pubblico il suo nuovo seno, così, durante un'esibizione pubblica al pianoforte, appare con addosso solo un filo di perle.


Nel 1956 le viene offerto di interpretare il personaggio di Blanche DuBois, l'eroina del dramma Un tram che si chiama desiderio (A Streetcar Named Desire), che Tennessee Williams aveva scritto con Tallulah in mente. La debordante personalità e la licenziosa sensualità della protagonista danno un altro aspetto a Blanche, fino ad allora interpretata in modo dimesso e allucinato. Purtroppo lo spettacolo è un fiasco sia di pubblico che di critica.


Sul finire degli anni '50 l'attrice si dedica con grande successo alla televisione, ma il suo vero amore resta il teatro, a cui però è costretta a dedicarsi sempre meno, dato che la sua salute comincia a risentire degli anni di bagordi. Tallulah è arrivata in un punto della carriera in cui sta per diventare la caricatura di se stessa. I suoi fans si aspettano sempre comportamenti eccessivi da lei, e Tallulah raramente li delude. Ha recitato splendidamente in tutti i generi di spettacolo, ma l'abuso di sigarette e di alcolici (era impressionante il modo in cui riusciva in una sola notte a tracannare decine di bicchieri di gin) stanno minando la sua salute, e le voci sul conto del suo carattere tempestoso stanno facendo diminuire le offerte di lavoro.


Nel 1961 è di nuovo a Broadway nel ruolo dell'eccentrica matrona di mezza età che non apprezzata dalla famiglia la conquista quando si traveste da anziana governante in Midgie Purvis di Mary Chase, per cui riceve una nomination ai Tony. Due anni dopo è per l'ultima volta sulle scene nel fallimentare The Milk Train Doesn't Stop Here Anymore, una delle opere minori di Tennessee Williams, in cui è un'ex attrice di varietà che si invaghisce di un giovane gigolò, interpretato dal giovane attore gay Tab Hunter.


Nel 1965 l'attrice è per l'ultima volta sullo schermo in un horror di serie B, dal titolo Una notte per morire (Die! Die! My Darling!), per la regia di Silvio Narizzano, in cui impersona una vecchia squilibrata che vessa l'ex-ragazza di suo figlio morto. Uno dei suoi ultimi lavori sarà una partecipazione straordinaria, nel 1967, a due episodi della serie televisiva Batman, nel ruolo della Vedova Nera.


Colpita da enfisema polmonare, passa l'estate del 1968 insieme a sua sorella Eugenia, con cui non manca di battibeccare. Si installa nella dependance della villa di sua sorella, dove non rinuncia alle abitudini di guardare soap-opera il giorno e giocare a bridge la sera. Una volta Tallulah confessa ad Eugenia di aver perso ogni euforia e che prega ogni notte perché al mattino non si risvegli. Tornata a New York, nel mese di dicembre Tallulah si ammala di febbre asiatica, ma il suo organismo non risponde bene agli antibiotici. Portata in ospedale, contrae la polmonite e dopo esser entrata in coma, si spegne il 12 dicembre 1968.


Tallulah Bankhead ha vissuto la vita all'insegna dell'eccesso, godendo tutto ciò che essa poteva offrirle, forse alle volte eccedendo in nome di un senso di autodistruzione che le covava dentro. Ma ha anche regalato alla storia dello spettacolo interpretazioni di indimenticabile valore artistico.

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