Raymond Burr, ovvero Perry Mason e compagno (più due finte mogli)

23 agosto 2006

Nonostante abbia lavorato nel mondo del cinema per sessant'anni, interpretando altrettanti film, Raymond Burr ha legato indissolubilmente il proprio nome con quello del personaggio televisivo che l'ha reso famoso, l'avvocato Perry Mason. La vicenda privata di Burr rappresenta invece un buon esempio del cinismo cui riesce ad arrivare lo show business hollywoodiano.


Burr nasce a New Westminster, in Canada, nel 1917. Ha solo sei anni quando i genitori divorziano e si trasferisce con la madre, una pianista, in California, dove i nonni possiedono un hotel. Lascia presto gli studi per aiutare la famiglia durante la grande depressione, facendo ogni genere di lavoro. Di tanto in tanto recita e canta in qualche locale, e dopo la guerra inizia a lavorare nel cinema. Anche per via della sua corporatura imponente, Burr viene scritturato per lo più per ruoli di antagonista, come nel caso di Un posto al sole (A Place in the Sun, 1951) e del dirimpettaio sospettato di uxoricidio in La finestra sul cortile (Rear Window, 1954) di Alfred Hitchcock. Ma non mancano per lui ruoli diversi, persino comici, come in Il nipote picchiatello (You're Never Too Young, 1955) di Norman Taurog, protagonisti Jerry Lewis e Dean Martin, e qualche volta gli tocca anche la parte dell'eroe rassicurante, come nella versione americana di Godzilla (Kaijû no Gojira, 1956) di Inoshiro Honda, nella quale furono aggiunti dei brani relativi a un reporter americano, interpretato appunto da Burr. Si tratta comunque per lo più di ruoli secondari, come quello dello stilista ucciso all'inizio di Gardenia blu (Blu Gardenia, 1953) di Fritz Lang.


Parallelamente, Burr lavora anche per la radio e, fin dal 1947, per la televisione, finché nel 1955 ottiene la parte di protagonista in una nuova serie incentrata sull'avvocato Perry Mason (originariamente Burr doveva interpretare in realtà il ruolo secondario dell'avvocato dell'accusa, e cioè ancora una volta quello dell'antagonista). L'enorme successo della serie, continuata fino al 1966, trasforma questo attore semisconosciuto e non particolarmente memorabile in una star tra le meglio pagate dell'epoca, oltre che in un doppio del suo eroe, avvocato geniale e umano, votato alle cause apparentemente senza speranza risolte grazie alla perspicacia, alla perseveranza, alla compassione e a un immancabile colpo di scena finale.

La carriera di Burr continua al cinema senza grandi picchi, mentre in televisione ottiene ancora una grande successo con un'altra serie, Ironside, iniziata poco dopo la chiusura di Perry Mason, nel 1967, e continuata fino al 1975. Burr vi interpreta il ruolo del capo investigatore, che nel pilot finisce sulla sedia a rotelle in seguito a una sparatoria.

Chiuso Ironside, Burr non riesce più a replicare il successo che gli ha arriso per vent'anni, sicché alla metà degli anni '80 viene riesumato Perry Mason, con una nuova e fortunata serie di film per la televisione (ventisei in tutto), l'ultimo dei quali ultimato poche settimane prima della morte, proprio quando era stata messa in cantiere un'operazione analoga per riportare al successo anche Ironside.


Come molti attori della sua generazione, anche Burr tenne nascosta la propria omosessualità per esigenze di carriera, ma le forme con cui il suo ufficio stampa ottenne lo scopo sono a dir poco zelanti. Pare infatti che i responsabili della sua immagine pubblica si fossero inventati due mogli su tre, la morte di una di esse in un incidente aereo avvenuto durante la seconda guerra mondiale, e persino un figlio morto in tenera età di leucemia [1]. Tutte persone che sarebbero transitate nella vita di Burr tra la guerra e la prima metà degli anni '50, cioè nella fase più delicata della sua carriera, prima che il successo di Perry Mason rendesse meno necessarie simili operazioni di copertura. Del resto, a differenza ad esempio di un Rock Hudson (che in quegli stessi anni godeva di un successo analogo), con la sua presenza paterna e rassicurante Burr non veniva certo proposto alle spettatrici come un sex symbol. Ad ogni modo gli amici intimi e i familiari di Burr (sorella e madre in testa) sostengono di non aver mai visto nemmeno in fotografia tutto questo stuolo di mogli, per non parlare del figlio.

Nondimeno, Burr, senza approfondire mai la questione, accennava a loro ancora in interviste risalenti ai suoi ultimi anni. Evidentemente non voleva alterare la propria immagine pubblica, pur senza più stare a inventarsi nuove relazioni o figli defunti. Forse anche perché nel frattempo aveva effettivamente costruito una vera famiglia. Si era infatti messo insieme all'unica presenza documentata della sua vita privata: Robert Benevides. Burr lo aveva conosciuto sul set di Perry Mason e i due vissero insieme per circa trent'anni, fino alla morte di Burr. Divisero anche diverse esperienze lavorative, sia nel mondo dello spettacolo (Benevides fece da produttore della nuova serie di Perry Mason) sia al di fuori di esso, nelle varie attività cui si dedicarono in virtù delle loro passioni comuni, che seppero trasformare in commerci redditizi. Dapprima si occuparono di orchidee, coltivate su un'isola delle Fiji che si erano comprati, e poi di vino. Il patrimonio guadagnato da Burr, che ammontava a diverse decine di milioni di dollari, permetteva loro di togliersi qualsiasi sfizio (negli anni accumularono ad esempio una ricca collezione d'arte), ma Burr e Benevides erano conosciuti anche per la loro generosità e per le molteplici attività filantropiche cui si dedicarono durante tutta la loro vita insieme. Dopo la morte di Burr, Benevides ha continuato a occuparsi di orchidee e della loro azienda vinicola, che ha intestato alla memoria di Burr.


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