Eva Le Gallienne: l'attrice che si vergognava di amare le donne

11 luglio 2006

Se la sua vita privata è stata spesso oggetto di critiche e pettegolezzi, quella professionale è stata solamente osannata. Da quando cominciò ad esibirsi in teatro, nel 1915, a quando si ritirò a vita privata nel 1984, Eva Le Gallienne è stata considerata infatti una delle grandi "signore" della scena statunitense. Spaziava con fascino e temperamento dalle tragedie greche alla commedia salottiera, dal dramma domestico al melodramma ottocentesco, raccogliendo sempre critiche entusiastiche e valanghe di applausi scroscianti.


Eva Le Gallienne nasce a Londra l'11 gennaio 1899. Figlia di un poeta inglese e di una giornalista danese, Eva trascorre la sua infanzia in un ambiente di grande fermento culturale. All'età di tre anni però è costretta a subire il divorzio dei suoi genitori, così negli anni seguenti si dividerà tra la casa di sua madre a Parigi, e quella di suo padre in Inghilterra.


Nel 1914 Eva fa il suo debutto in teatro nello spettacolo Monna Vanna di Maurice Maeterlinck. Alta, bruna, con un viso delicato e una spiccata personalità, a sedici anni Eva Le Gallienne si trasferisce a New York insieme a sua madre, con l'intento di diventare un'attrice. Dopo un tentativo fallito, lascia la "Grande Mela" e gira l'Arizona e la California lavorando in piccole produzioni teatrali.


Intanto Eva comincia con le sue prime relazioni lesbiche. Nel 1918 inizia una relazione con la diva internazionale Alla Nazimova, lasciata qualche tempo dopo perché, a quanto pare, troppo possessiva. Successivamente passa tra le braccia della viziosa scrittrice Mercedes de Acosta, anch'ella ex-amante della Nazimova, con cui ama viaggiare il mondo. Per lei Mercedes de Acosta scrive due spettacoli, quali Sandro Botticelli, rappresentato a New York, e Jehanne d'Arc, messo in scena a Parigi. Ma i risultati sono disastrosi, e dopo tre anni la loro relazione finisce.


A New York la Le Gallienne alloggia all'hotel Algonquin e intreccia relazioni con decine di donne più o meno famose, una delle quali è la grande attrice, allora appena esordiente, Tallulah Bankhead. A quanto si dice però Eva Le Gallienne era molto a disagio con la sua omosessualità, tanto che arrivò addirittura a fidanzarsi con un uomo, l'attore Basil Rathbone, ma lo spavento che le causò il sospetto di essere rimasta incinta, l'avrebbe spinta a dedicarsi in seguito esclusivamente all'universo femminile.


Nel 1920, forte delle ultime esperienze professionali e personali, l'attrice torna più sicura a Broadway, dove ottiene grande successo con le sue interpretazioni in Not So Long Ago di Arthur Richman (1920) e Liliom di Ferenc Molnár (1921), in cui dimostra una padronanza scenica e una profondità interpretativa che infiammano il cuore dei critici e del pubblico. Nel 1923 è un'elegante e vivida principessa Alessandra in una riuscita rappresentazione de Il cigno (The Swan) di Molnár.


Insoddisfatta della banalità in cui a suo avviso sta scandendo il teatro odierno, Eva Le Gallienne fonda a New York un teatro di repertorio, con l'idea di mettere in scena opere di grande spessore artistico con una compagnia stabile e a prezzi popolari. Il primo e fortunato tentativo è col "Civic Repertory Theatre", in attività dal 1926 al '33, in cui rappresenta, sia come attrice che come regista, opere di grandi autori europei, come Ibsen - è l'incisiva protagonista nel suo Hedda Gabler, nel 1928 - e Chekhov - di cui mette in scena nel 1926 il dramma Tre sorelle, inedito fino ad allora in America -. A causa di alcuni problemi finanziari purtroppo è costretta a chiuderlo. Ci riproverà una seconda volta nel 1946, con l' "American Repertory Theatre", durato però meno di due stagioni.


Nel 1927 intanto fonda il "The Apprentice Group", una scuola di recitazione gratuita, in cui conosce la poetessa May Sarton, in seguito sua intima amica e confidente. Nello stesso anno l'attrice comincia una relazione con l'attrice sposata Josephine Hutchinson, ma quando il marito scopre la tresca chiede il divorzio e ai giornali fa il nome della Le Gallienne. Lo scandalo acuisce ancora di più la sua vergogna nell'essere lesbica. Questa sarà la prima di tante volte in cui Eva cerca di consolare le sue pene con l'alcol.


Nel 1928 si dimostra giocosa mattatrice quando si cala nel personaggio di Peter Pan, protagonista dell'omonimo spettacolo di James M. Barrie. La critica è entusiasta. Otterrà altrettanti plausi quando nel 1930 interpreta in modo delicato ed incisivo la protagonista di una riuscita trasposizione dello shakespeariano Romeo e Giulietta (Romeo and Juliet). Della sua interpretazione un critico del "New York Times" scrive: «Fresca e vigorosa nella scena del balcone, la sua Giulietta acquista man mano carattere e dignità, [...] per essere carica di passione e ardore nella scena del veleno». Sempre nel 1930 Eva interpreta e produce Alison's House, uno spettacolo sulla vita della poetessa Emily Dickinson, il quale, nonostante venga aspramente criticato dalla stampa, vince un premio Pulitzer.


Negli anni della Grande Depressione il presidente Roosevelt offre ad Eva Le Gallienne la direzione artistica del "National Theater Division of the Works Progress Administration", ma lei declina rispondendogli che è maggiormente interessata a scoprire nuovi talenti che a dare lavoro ad attori affamati!


Nel 1931 Eva Le Gallienne gioca con la sua ambiguità recitando in panni maschili il ruolo del duca di Reichstadt nel dramma in costume L'Aiglon di Edmond Rostand. L'anno seguente scrive e dirige una riuscita trasposizione teatrale del romanzo di Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie (Alice in Wonderland), in cui si ritaglia anche il gustoso ruolo della Regina Bianca. L'attrice riproporrà lo spettacolo nel 1947 e nel 1983, portandolo anche in televisione nel '55. A partire dalla metà degli anni '30, dopo il fallimento del suo "Civic Repertory Theatre", Eva continua ad esibirsi come attrice in numerosi spettacoli di Broadway (da ricordare la sua angosciosa Margherita Gautier ne La signora delle Camelie, di Alexandre Dumas figlio, del 1935) talvolta curandone anche la regia, e raccogliendo sempre ottimi successi. Intanto nel 1934 Eva ha conosciuto l'attrice lesbica Marion Evensen, con cui avrebbe instaurato una duraturo rapporto d'amore.


Dopo il già citato fallito tentativo di ricostituire in teatro di repertorio nel 1946, la Le Gallienne comincia a diradare le sue apparizioni sul palcoscenico. Nel 1957 riceve l'offerta di Tyrone Guthrie di tornare alla grande sul palcoscenico nel ruolo della regina Elisabetta I d'Inghilterra, nello spettacolo Mary Stewart, un'applaudita produzione off-Broadway, in cui l'attrice dà come sempre prova di squisito istrionismo. Successivamente lavora per la televisione, e dal 1961 al '66 farà parte del "National Repertory Theatre", dove interpreta e dirige opere di Shakespeare, Ibsen, Chekhov e Molière. Nel 1964 le viene consegnato un premio Tony in occasione dei suoi cinquant'anni di attività.


A partire dai primi anni '70 la sua attività teatrale rallenta, ma ecco che nel 1975 torna sulle scene di Broadway come eccentrica protagonista del revival della celebre commedia The Royal Family di George S. Kaufman ed Edna Ferber, grande successo degli anni '30. Nel '77 viene chiamata a ricoprire lo stesso ruolo nella trasposizione televisiva dello spettacolo, e si guadagna un premio Emmy. All'età di ottantun anni Eva Le Gallienne si cimenta col cinema, che aveva affrontato solo due volte negli anni '50, interpretando il tenero personaggio della nonna di Ellen Burstyn nel drammatico Resurrection (Resurrection, 1980), diretto da Daniel Petrie. La sua intensa performance le fa guadagnare una nomination agli Oscar.


Splendida ed instancabile, nel 1981 è ancora grande come interprete dello spettacolo To Grandmother's House We Go di Joanna M. Glass, per cui si guadagna una nomination ai Tony. La sua ultima prova d'attrice la dà nel 1984, in un episodio della serie-tv A cuore aperto (St. Elsewhere). Nel 1986 il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan le consegna la "National Medal of Arts", in onore al suo eccelso contributo al teatro.


Eva Le Gallienne si spegne il 3 giugno 1992, a causa di un attacco di cuore, alla veneranda età di novantadue anni.


Eva Le Gallienne è stato senza dubbio un personaggio controverso: nonostante fosse consapevole della sua omosessualità ed ebbe senza problemi decine di relazioni con persone del suo stesso sesso, un inspiegabile senso di vergogna per il suo orientamento sessuale la opprimeva. Come attrice comunque ha sempre dimostrato un talento eccezionale, una bellezza ora eterea ed ora intrigante, una voce incantevole e seducente ed un'innata eleganza.

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