Il vicino oriente

Lehnert & Landrock

27 marzo 2005, "Babilonia", n. 128 dicembre 1994

Da sempre l'Oriente ha affascinato e fatto sognare gli artisti.

Terre lontane e misteriose dove tutti i sogni potrebbero finalmente essere realizzati. Quei luoghi d'avventura spesso rimasero solamente un sogno per molti.

La fine dell'Ottocento vide la massima diffusione di questo "genere" ad uso ed abuso degli occidentali.

Pochi furono all'altezza della situazione e il pericolo di cadere dal folklorismo al razzismo più strisciante era sempre in agguato.

E' nell'ambito delle foto d'ispirazione orientale o di viaggio che veniamo a riscoprire i capolavori del fotografo Rudolf Lehnert.

Nel 1903 Lehnert, venticinquenne boemo, durante un soggiorno in Italia scoprì attraverso

le foto di Wilhelm Von Gloeden il fascino dell'Oriente.

Si recò immediatamente in Tunisia e in seguito ebbe modo di mostrare le sue fotografie in Svizzera a Ernst Landrock (1878-1966).

Quest'ultimo intuì immediatamente il potenziale commerciale di queste immagini ed insieme partirono per Tunisi.

Dopo due mesi passati nelle oasi del deserto Lehnert tornò con dei capolavori di cui lui stesso disse: «Delle mie foto si parlerà ancora tra due secoli».

La società Lehnert & Landrock Tunis andò a gonfie vele, fornivano immagini di tutti i gusti, dai paesaggi a foto ritenute molto erotiche per l'epoca, sebbene mascherate dall'alibi del "colore locale".

Scelsero però i toni soft.

Sia i nudi maschili che quelli femminili non furono mai estremi, il più delle volte le foto venivano scattate nello stupendo palazzo arabo abitato da Lehnert, degno delle Mille e una notte.

Oltre alle stampe d'arte, seppero diffondere i loro prodotti anche sotto forma di cartoline postali illustrate invadendo il mercato europeo.

Durante il 1914 Lehnert intraprese un secondo viaggio nel sud algerino e poi in Marocco ma quando tornò s'accorse che una guerra era nel frattempo scoppiata.

L'ormai decennale impresa fu messa sotto sequestro dai francesi.

Landrock si rifugiò in Svizzera, Lehnert invece da cittadino austriaco finì rinchiuso in campi di concentramento in Algeria, poi grazie agli sforzi dell'amico, in un ospedale svizzero.

I due decisero di prendere moglie. Lehnert sposò un'alsaziana.

Alla fine della guerra con la nuova cittadinanza Lehnert poté reclamare le sue lastre fotografiche sequestrate a Tunisi.

Nel 1920 i due fondarono una nuova società nominata "Edizioni d'Arte d'Oriente" a Lipsia e incominciarono a ricostituire il loro capitale.

Fu nel 1923 che Lehnert scoprì insieme alle bellezze d'Egitto anche un mercato turistico di nuova espansione. Così tutta la società fu trasferita al Cairo.

Nel frattempo le vecchie foto tunisine continuarono a circolare. Persino a Tripoli uscirono cartoline in lingua italiana.

Comunque i tempi erano cambiati, Lehnert preferì ritornare alla dolcezza dei vecchi palazzi arabi a Tunisi, separandosi legalmente dal socio il 15 giugno 1930 e cedendogli tutti i diritti di riproduzione delle sue foto.

Usando la sua doppia cittadinanza francese (ottenuta col matrimonio) a Tunisi aprì un nuovo studio diventando uno stimato ritrattista fino al 1939.

La morte lo raggiunse nel 1948.


Nel 1936 l'impresa commerciale di Landrock divenne, oltre che centro d'edizioni d'arte, anche una stimata libreria in lingua tedesca.

Un'altra guerra era però alle porte, fu costretto a riparare per sempre in Germania cedendo tutta l'attività al figliastro Kurt Lambelet.

Non rientrò mai più in Egitto e nel 1966 morì a Krenzlingen sul lago di Costanza.

Nel 1945 la "L.&L., K. Lambelet succ." riaprì con difficoltà.

Solo nel 1972 ottenne il permesso di aprire una libreria all'interno del Museo Egizio del Cairo e di stampare in esclusiva guide turistiche in sei lingue diverse.

Non stupitevi perciò se troverete su quasi tutte le cartoline turistiche in arrivo dall'Egitto l'antica sigla "L.&L." usata dagli eredi dei due ultimi avventurosi pionieri dell'orientalismo moderno.

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