Il popolo dei due spiriti

28 marzo 2005, "Pride", luglio 2004

Un ampio fuoco arde proprio al centro del campo, intorno al quale uomini e donne appartenenti alle "Indian nations" del Nordovest nei loro costumi tradizionali danzano con passi antichi, tramandati da generazioni che erano già lì ben prima dell'arrivo dell'uomo bianco.

La ricostruzione è perfetta, e anche gli odori selvaggi che sicuramente pervadevano il campo in tempi remoti, fatti di carni arrostite e pelli da conciare, sono lì ad aiutare a rendere più autentica l'atmosfera.

L'unica cosa che stona con l'idea che abbiamo di un pow wow indiano (la festa con danze), sono alcuni uomini vestiti con costumi femminili, insieme ad alcune donne vestite con costumi tipicamente maschili.

Non è un errore: è il popolo dei due spiriti, il nome con cui viene riconosciuta la comunità glbt all'interno delle riserve indiane statunitensi. Anche se la loro vita non è facile, né molto differente da quella dei loro fratelli e sorelle negli altri luoghi del mondo (come mi dice il presidente della "Northwest two-spirit society", "Raven Hardly Running", ovvero "Corvo che corre veloce"), hanno però il vantaggio di provenire da una cultura estremamente gay friendly.


La cultura degli indiani d'America, mi spiega, è sempre stata estremamente aperta e liberale. Gli uomini potevano seguire la propria sessualità senza problema alcuno. Potevano essere guerrieri e cacciatori, come si potevano vestire abiti femminili e attendere alle faccende del villaggio insieme con le "altre" donne.

Così pure le donne, se lo desideravano, potevano passare attraverso la cerimonia d'iniziazione e diventare guerrieri, cacciatori e prendere in moglie una donna del villaggio.

Solo con la venuta dell'uomo bianco, rappresentato in questo caso da inglesi che al contrario erano portatori di una cultura decisamente puritana, iniziarono, mi assicura Corvo-Che-Corre-Veloce, i problemi. Infatti gli inglesi che attaccavano i villaggi indiani erano particolarmente violenti con i berdache, il termine con cui si indicavano i gay e lesbiche indiani. Questo li aveva costretti a nascondersi e a camuffarsi da etero.

La situazione non migliorò quando si trattò di accordarsi con il governo degli Stati Uniti, anch'esso portatore d'un atteggiamento persecutorio nei loro confronti, tanto da riuscire a mutare l'atteggiamento della comunità indiana nei loro confronti. I loro stessi fratelli indiani etero, che un tempo erano così aperti e liberali, s'erano fatti convincere dall'uomo bianco che l'omosessualità era un male ed una vergogna.

Il cammino è stato lento e faticoso, partito all'inizio di questo secolo, ma il "Popolo dei due spiriti" ha fatto tanta strada e ha risalito la collina del disonore, fino a riconquistarne la cima e "camminare con onore", come dice il motto del TSS del Delaware.


I compiti principali che si è posta la comunità glbt degli Indiani d'America sono: il mantenimento delle arti proprie delle "persone con due spiriti" come la danza, la gioielleria e l'arte ceramica; l'impegno sociale in tutte le lotte proprie della comunità gay americana, e infine la diffusione di quella che è chiamata la letteratura dei nativi americani.

Il motivo è dovuto al fatto che la maggior parte dei miti e delle storie che si sono tramandati nei secoli erano opera degli "uomini della medicina", cioè gli sciamani, che molto spesso erano nàdleehé cioè per l'appunto "due-spiriti". Bisogna considerare che la letteratura orale, in questo caso, è da considerare estremamente simile alla letteratura scritta, visto che il sistema con cui si tramandavano le storie era estremamente puntuale.


We'wha (1849-1898), il primo due-spiriti di cui si ha memoria certa, appartenente alla nazione Zuni, recitò nel 1896 all'antropologa Matilda Coxe Stevenson i miti e racconti che andarono a formare il corpo della sua bellissima monografia sugli Zuni. (Su di lui/lei si veda il sito aztriad.com).

Il più famoso fu però Hastììn [sic] Klah (1867-1937) del popolo dei Navajo, che nel corso dei suoi studi di uomo della medicina e due-spiriti diventò esperto di un enorme quantitativo di mitologie, folklore, preghiere e canzoni.

Siccome non si vestiva con abiti femminili eccetto che per particolari cerimonie, gli innumerevoli amici non indiani non sospettarono mai della sua natura due-spiriti. Incluso Franc Newcomb che aveva, insieme a suo marito, una stazione di posta, e che scrisse la biografia di Hastììn Klah. E inclusa l'antropologa Gladys Reichard e tutti coloro che la aiutarono a registrare le conoscenze di Hastììn Klah tra il 1920 ed il 1930.

L'analisi della sua letteratura ha invece evidenziato che Hastììn Klah aveva sintetizzato e razionalizzato la figura del due-spiriti e l'aveva fatta ascendere a figura di sapienza che aveva al suo interno i due opposti, il maschile ed il femminile, il giovane ed il vecchio, il bene ed il male.


In tempi recenti autori e autrici nativi americani si sono fatti luce ed onore. Paula Gunn Allen e Chistos sono la punta di diamante di una letteratura lesbica che riceve sempre più premi e consensi

Ma la presenza di berdache (termine considerato dispregiativo), cioè due-spiriti, nella letteratura, è altrettanto antica. La si può vedere chiaramente menzionata nel libro di Thomas Berger Il piccolo grande uomo, con il ritratto di Piccolo Cavallo, che fu poi riportato nella celebre pellicola tratta dal romanzo. Da notare che vent'anni dopo questo primo film, Kevin Costner nel suo Balla con i lupi si dimentica di menzionare questa tradizione dei Lakota...


Corvo che corre veloce è lì, seduto su una sedia di legno, mentre mi racconta queste cose.

Non fuma il calumet ma ha un aspetto cosi saggio e dignitoso...

Potrebbe esser stato un grande capo tribù, ed in fondo lo è... all'interno del Popolo dei due-spiriti del Nordovest.

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