A corto d'idee, la Ra-re recidiva con una campagna pubblicitaria con coppiette di uomini che si baciano, ma "non sono gay".
Per quanto cerchi di sforzarmi non riesco a ricordarmi una sola immagine del fotografo Oliviero Toscani, alla soglia dei suoi 64 anni, che passerà alla storia della fotografia. Ho vaghi ricordi di un suo periodo giovanile per "Vogue" in cui faceva saltare tutti i modelli su sfondo bianco, copiando la tecnica agée del compianto Bill King. Mah! Forse si trattava già di scatti per la ditta Prénatal?
Non so. Il fatto è che di lui ci si ricorderà solo come pubblicitario, inventore di scandali, sobillatore di masse a tavolino e dipendente tuttofare di ricchi globalizzatori di fuffa e fumo. Se penso ai suoi "cartelloni" più famosi per United Color of Benetton, vedo solo l'utilizzo d'immagini di reportage realizzati da altri e riciclate: il morto ammazzato dalla mafia, il moribondo per Hiv ecc.
Perché le sue immagini (la suorina e il pretino che si baciano, un bimbo nero e uno bianco sul vasino, tra le tante) a ben guardare sono talmente asettiche e inoffensive da poter essere riempite d'ogni significato universale o del più vuoto nulla. E si sa che i "significati" di lettura cambiano a secondo del capriccio culturale del momento. Le vere Opere d'Arte, invece, restano in eterno. Hanno il dono di mutare nel tempo adattandosi alle evoluzioni della Cultura.
Se vogliamo proprio trovare un suo scatto degno di nota, bisogna risalire al suo exploit dei primi anni '70 quando inventò (ma fu lui o un copywriter d'agenzia?) lo slogan "Chi mi ama mi segua".
Sovrapposto alla foto di un culo femminile, in hot pants e in primissimo piano, fasciato nei dissacratori jeans di marca Jesus. Ne seguì un'interrogazione parlamentare, condanne d'oscenità e blasfemia, accuse di sfruttamento della donna. Il capitalismo che finge di prendersi in giro aveva trionfato. Toscani, facendosi credere vittima ed eroe, pure.
Aveva capito quella che era la sua vera vocazione. Sesso e sacrilegio, è assodato, vanno sempre in coppia come culo e camicia.
Per vendere pure camicie, maglioni e pantaloni. Come nei vecchi "Carosello" la scenetta pretestuosa serviva solo per attirare l'attenzione ad ogni costo, il prodotto da vendere arrivava solo in fondo e di retrogusto.
E di culo in culo Toscani arrivò giustamente pure al pisello, piccolissimo in verità, del finto "ermafrodito" cartellonato da Benetton per pubblico ludibrio, a Parigi. A tale proposito Toscani ebbe a dichiarare: "Mai parlato, io, di ermafrodito. Sono i giornali che decidono tutto loro. Titolano, censurano. Fanno tutto tranne che guardare con attenzione un'immagine. è solo un ragazzo diciottenne che vorrebbe essere donna. (...) Merita rispetto, quel ragazzo. E la mia non è una foto da censurare, perché è un'immagine sulla "differenza". Sul fatto che il sesso, come la razza o la nazionalità, non si può scegliere".
Quanto al giurì dei pubblicitari Toscani disse: "è la lobby di una corporazione". Additandola come invidiosa perché le tecniche pubblicitarie di Toscani sono sempre riuscite ad avere grande risonanza e copertura gratuita sui media, proprio grazie all'eco dello scandalo internazionale.
Si sa che ciò che è "gratuito" poco s'addice alle volpi che orbitano e si nutrono di capitalismo. Ma la situazione di Toscani è molto ambigua, trincerato dietro l'arroganza di fare la vera avanguardia dei suoi tempi, la vera "denuncia" sociale e il dito nell'occhio del benpensante. La maschera da "maledetto", da artistoide moderno ed integerrimo, gli è caduta inesorabilmente con il pastrocchio della campagna pubblicitaria Ra-re. Da lui orchestrata (con l'agenzia del pubblicitario milanese Dedi Salmeri) per la non certo famosa ditta padovana Flash & Partners, giocando sull'omosex da sbarco.
Ma su questa tematica Toscani è finalmente scivolato sulla buccia di banana della sua ipocrisia. Sono dello scorso settembre i poster pubblicitari (costo: un milione di euro di campagna d'affissione in poche città italiane e sporadiche pubblicazioni su carta stampata) con due uomini in tre posizioni diverse: sul divano che si baciano in bocca, idem ma con una robusta palpata di pacco, e in piedi abbracciati con la solita ramanata davanti. I due se la ridono, forse troppo ostentatamente sbarazzini vista la loro non più tenera età, tra gli enta e gli anta. Più che felici sembrano idioti.
Inizialmente, chi la vide, pensò a una bella campagna d'impatto gay in epoca di sostegno ai Pacs. Poi Toscani smentì la voce che si trattavano di due gay veri, poi volle farci passare tutti per fessi annunciando che noi mentecatti gay avevamo travisato ogni cosa (leggi l'intervista concessa a Stefano Bolognini sul numero di novembre di "Pride"), che siamo sessuomani inquadrellati nel conformismo. E detto da uno come Toscani che del massimo dei conformismi di massa, cioè la Moda, ci campa da nababbo! Invece lui ha ribattuto: "Ho voluto fare un inno alla libertà d'interpretazione ma comunque non sono una coppia gay, sono due etero che fanno finta".
Ed è proprio con questo "sovrappiù" di spiegazioni che i pubblicitari rivoltano sempre le loro frittate a piacere, per questo usano immagini ambiguamente insulse. Perché c'è proprio da ammettere che pure questi ultimi scatti di Toscani siano d'una impressionante mediocrità artistica. Intanto la Ra-re (tanto rara da non trovarsi manco nei negozi) ha negato ogni rapporto con l'editoria gay. I gay dovevano restarsene a distanza come lebbrosi, magari come acquirenti da sfruttare ma pur sempre indegni d'ogni attenzione perché "non vogliamo abbinare il nostro prodotto al mondo omosessuale, svierebbe il nostro intento".
Mentre Toscani ci tacciava di razzismo alla rovescia la sua campagna, giudicata oscena, fu messa all'indice dal giurì predisposto al controllo pubblicitario. In un'intervista online del novembre 2005, (www.namir.it/irradio/scarica.htm), dice tutto e il contrario di tutto, poi spara a zero sui no-global e aggiunge in preda al delirio che: "La mia campagna non è oscena. Sono osceni quelli che vogliono censurarla. è oscena la Vergine Maria. è osceno Gesù Cristo, lì inchiodato nudo alla croce con il pisello di fuori!".
Intanto la campagna era già terminata e l'ordine di rimozione degli affissi pubblici arrivò tardivo. Non paga, la Ra-re ha iniziato a inizio febbraio una nuova campagna d'affissioni pubbliche. Magari più "caste" ma ugualmente ambigue. In una si vedono uniti per mano, mentre stanno baciandosi in bocca, una coppia lesbica, una gay e una etero. In più ci sono due bambini abbracciati che se la ridono. Il tutto suona falso perché non si capisce se sia davvero un allegro girotondo o un'istigazione al triplice adulterio. Se per Toscani la libertà sessuale è farsi le corna all'insaputa del/la partner è messo veramente male.
Nella seconda immagine pubblicitaria, invece, sono ritratti i due soliti bontemponi della pseudo-copietta frociarola (avvinghiati e con le solite ciabattine infradito d'ordinanza) che spinge una carrozzina, additandovi un bebè che non si vede. Naturalmente l'interpretazione è sul filo dell'ambiguità e ciò che sembra più logico è negato dalla Ra-re, lasciando ad intendere che il bambino potrebbe essere di un'amica, parente o vicina di casa. Intanto, sia a Roma che Milano, mani anonime hanno hanno incollato sui poster scritte ingiuriose contro i gay. Questa è la realtà "vera" con cui gli omosessuali hanno quotidianamente a confrontarsi.
Sul sito della ditta (http://www.ra-re.it) vale la pena dilettarsi dello sproloquio inutile con cui cercano d'inerpicarsi agli irti colli, della presunta "modernità", dei loro "prodotti": "Nelle immagini fotografiche scattate da Toscani due uomini giocano con la loro sessualità. Si toccano. Scherzano. Non si prendono sul serio. Ma, si rispettano. Danno vita ad una forma di ambiguità manifesta. Che diventa un manifesto.
Peccato che i gay veri non li rispetti proprio nessuno, e questo ennesimo sfruttamento ne è una conferma. Sia che si tratti dei politici catto-fascisti papalini o d'un mercante di stracci griffati qualunque. E se ora volete dire la vostra, andate nel sito Ra-re dov'è possibile lasciare un'opinione, che non sarà mai resa pubblica.
Per quanto mi riguarda, vi suggerisco di boicottare la ditta e di non comprare nulla di ciò che ha a che vedere con Toscani. Ivi compreso il suo sciattissimo volume fotografico, appena uscito in libreria, dedicato ai gay pride del mondo in chiave global. Ennesimo sfruttamento ambiguo sulla nostra pelle.
saggio diGiovanbattista Brambilla