Anime sensibili

18 giugno 2010

Gilbert è biondo, efebico e di facili costumi. Nel collegio maschile Lacombrade sanno tutti con quanta disinvoltura usi la sua bellezza come merce di scambio per farsi aiutare dai compagni con gli studi.

Serge è moro, più virile, irreprensibile e un po' bigotto. Quando viene messo nella stessa stanza con Gilbert, che rientra ogni notte dopo essersi intrattenuto con diversi uomini, la sua condotta immorale lo scandalizza e lo turba nello stesso momento. Tra i due nasce un rapporto speciale...

Sembra la trama di uno di quei romanzi ottocenteschi "protogay", tipo I turbamenti del giovane Törless, oppure di una loro versione cinematografica anni Ottanta, tutta crinoline, carrozze e sentimenti repressi.

Le atmosfere sono quelle, ma gli autori del film d'animazione di cui parliamo, Il Poema del Vento e degli Alberi, sono tutti giapponesi, a cominciare dal regista e autore degli storyboard, Yoshikazu Yasuhiko (detto Yas), classe 1947, uno dei più influenti e poliedrici animatori e fumettisti nipponici. Di lui mi sono spesso occupato negli ultimi anni, su Pride, per recensire le sue più recenti biografie a fumetti di personaggi storici - tra i quali Nerone, Giovanna D'Arco e Alessandro Magno - dove non mancano personaggi gay memorabili sia tra i protagonisti che tra i comprimari, tutti tratteggiati con la stessa intensità di cui godono anche Gilbert e Serge in quell'opera a cartoni animati, che risale al 1987.

Di questo autore e della sua costante attenzione all'omoerotismo parliamo con Arianna Mognato e la redazione di Yamato edizioni, i quali seguono Yas da molti anni nell'adattamento in italiano dei suoi lavori sia animati che a fumetti, e quelli a tema gay in particolare.

Gli inizi lavorativi di Yas sono legati al successo di Gundam, una serie di fantascienza del 1979 genere "battaglie spaziali tra robot", ma per la prima volta in quel tipo di storie c'è un'attenzione peculiare alle psicologie e alle vicende umane dei vari personaggi. Non mancano gustosi inserti gay laddove meno ce li si aspetta, come ad esempio le frequenti riprese del "cattivo" sotto la doccia, o la sua amicizia speciale di quest'ultimo con un suo compagno d'accademia militare.

Molti anni dopo, nel 2003, troviamo lo stesso gusto di Yas per la rappresentazione sensuale del corpo maschile addirittura nella biografia a fumetti di Gesù. In quel manga «il personaggio di Giosuè (nome dato da Yas ad un discepolo nominato nel Nuovo Testamento, ndr.), già dalle prime pagine, esibisce un corpo bello e languido, pur nella crocifissione», conferma Mognato. «Nel corso della storia, anche l'attaccamento di Giosuè a Gesù appare piuttosto insinuante. Quanto volute o inconsapevoli fossero le intenzioni di Yas in proposito, non è certo. Ad ogni modo, è lo stile di disegno di Yas a dare un tocco particolarmente seducente ai suoi personaggi maschili e al legame esistente tra loro».

Nelle biografie manga dove non è solo disegnatore, ma autore a tutto tondo, Yas si può permettere una libertà espressiva difficile da raggiungere nel cinema d'animazione, che per forza di cose raggiunge un pubblico più ampio e il cui risultato è spesso il compromesso sofferto di un lavoro di gruppo.Insoddisfatto dai risultati ottenuti nei cartoni animati, infatti, a partire dagli anni Novanta Yas preferisce dedicarsi assiduamente al fumetto e a ciò che più lo interessa, oltre alla fantascienza: le vicende storiche, politiche e sociali sia giapponesi che occidentali.

Nei suoi manga biografici ampio spazio è lasciato all'omosessualità dei personaggi storici, raccontati, secondo Mognato e la sua redazione, con «documentato realismo e profusione di particolari, poiché le abitudini sessuali sono un fatto privato solo in astratto, soprattutto quando si tratta di personaggi pubblici e politici».

Yas non è mai reticente sul feroce stigma che gli omosessuali hanno subito nelle epoche passate, ma con precisione chirurgica racconta quello che i libri scolastici o la letteratura ufficiale preferiscono tacere: «Ciò che appare evidente è il suo modo di raccontare "politicamente scorretto", poiché anche verso i suoi personaggi più grevi sembra cercare delle motivazioni e talvolta dimostrare compassione».

Mognato prende ad esempio alcuni personaggi dei suoi manga: «L'attrazione di Gilles de Rais detto Barbablù (in Giovanna D'Arco) verso i giovinetti non è trattata da Yas in quanto semplice perversione, ma ricondotta alle usanze della Francia del XV secolo, così come a decretare la sua condanna non sono il senso di giustizia dei suoi contemporanei, ma il desiderio di impossessarsi delle sue ricchezze da parte dei suoi nemici. Oppure, nella biografia di Nerone, Yas racconta tutte le espressioni della sua omosessualità: quella sensuale e giocosa sperimentata con gli amici fidati Petronio e Otone; la passione per l'adolescente Sporo, oggetto delle sue fantasie più bizzarre e perverse; e il trasporto verso Remo, lo schiavo germano che Nerone elegge quale fratello gemello, in una disperata ricerca di un altro se stesso, forte e protettivo, cui affidarsi nei momenti di disperazione più cupa».

Di sicuro non è il coraggio che manca, a Yas, e lo testimonia il fatto che, dopo i fasti di una serie popolare come Gundam, si lasci affascinare dal progetto del Poema.

La storia era già nota ai lettori (soprattutto lettrici) attraverso il bellissimo manga di Keiko Takemiya, una delle pioniere del manga boy's love (anche detti shonen-ai, "amori maschili"), che proprio con quest'opera, per la prima volta nel 1976, aveva mostrato in modo esplicito dei rapporti sessuali tra maschi adolescenti, suscitando parecchio sconcerto.

«Yas racconta di essere rimasto molto colpito dal fumetto di Takemiya, la quale a sua volta era appassionata della serie Gundam. Non si sente un precursore del genere boy's love, che negli anni a venire godranno di uno strepitoso successo, sia nei manga che nell'animazione. Semplicemente, era in cerca di una storia di un certo spessore e l'ha trovata con sorpresa nel mondo del fumetto per ragazze. L'unico rammarico è stato per lui lo scarso successo di pubblico ottenuto in Giappone dal Poema animato, fatto che ha compromesso l'uscita degli episodi successivi».

Il Poema a cartoni animati racconta infatti solo un estratto dei capitoli iniziali del fumetto, concepito in modo che in 60 minuti si avesse comunque una certa completezza narrativa.

«A questo scopo molte scene sono state omesse o semplificate: è una questione di tempi tecnici, innanzitutto. Nel film la complessità del carattere di Gilbert e la crescente attrazione che questi esercita sul compagno di stanza Serge, comunque, sono raccontate nella loro pienezza, dallo scambio del primo bacio a quando Serge scopre se stesso nel contatto con il corpo di Gilbert».

Nonostante fin dagli anni Settanta, in Giappone, gay e lesbiche fossero ampiamente presenti nei cartoni animati rivolti al grande pubblico, nel passaggio dalle pagine disegnate alla loro versione animata le situazioni più scabrose di ogni opera a fumetti vengono di solito addolcite ed edulcorate. Nel Poema a farne le spese sono soprattutto le scene di sadismo e di sesso violento: «una cosa è leggere in privato un fumetto o un libro, diverso è assistere a un disegno animato trasmesso in televisione, perché il senso del pudore viene toccato in modo differente dai due medium», precisa Mognato. «Non è tanto un discorso moralistico, quanto una semplice constatazione sulla diversità oggettiva di due mezzi di comunicazione».

Il Poema del Vento e degli Alberi a cartoni animati esce nel 1987; lo stesso anno l'inglese James Ivory porta alla Mostra di Venezia il suo Maurice, film tratto dal romanzo postumo di E.M. Forster, facendo incetta di premi e diventando una pietra miliare della cinematografia gay. Ma già da qualche anno, dalle parti di Tokyo, le atmosfere morbosette degli studentati maschili di molti romanzi occidentali avevano affascinato autori e autrici locali: «Il Poema deve molto all'arte e alla cultura europei, non solo perché è ambientato in un collegio francese ottocentesco, ma per i diretti riferimenti che Takemiya e poi Yas fanno allo stile Liberty, ai valori estetici e poetici del Simbolismo e Decadentismo, e in generale all'arte e all'illustrazione di fine Ottocento e primi Novecento. O, ancora, al cinema che a queste epoche si ispira. Per esempio, la scena in cui Gilbert si toglie la maglia nello spogliatoio è il rifacimento della sequenza in cui Tadzio si spoglia in Morte a Venezia, il film che Luchino Visconti ha tratto dal racconto di Thomas Mann. Sia il fumetto che il disegno animato riportano anche alle atmosfere di film gay di culto come Another Country di Marek Kanievska».

Una curiosità: nelle sequenze iniziali del cartone animato, Serge adulto sfiora un bancone di legno di un'aula del collegio dove qualche ragazzo aveva intagliato la scritta "La dolce vita". Un omaggio a Fellini? Probabile. Ma sono molte altre le suggestioni che vi si possono scorgere. Il film riprende tutte queste influenze, esaltandole con una colonna sonora basata su brani di Bach e Chopin.

Il manga de Il Poema del Vento e degli Alberi è ancora inedito in Italia, ma nel catalogo Yamato è disponibile in Dvd la sua versione animata, così come tutte le biografie a fumetti di Yas: www.yamatovideo.com.

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