(con la collaborazione di Valeriano Elfodiluce)
Sono ormai lontani i tempi nei quali i personaggi glbt (gay, lesbici, bisessuali e transgender) popolavano soltanto le pagine dei fumetti underground militanti, spacciati alle fiere o in certi negozi "alternativi" come fossero pubblicazioni clandestine.
Apripista dello sdoganamento dell'omosessualità nelle nuvole parlanti in storie non necessariamente erotiche sono stati, fin dalla fine degli anni Sessanta, autori ed autrici americani (tra i quali Howard Cruse), segno costante dell'interesse per il linguaggio del fumetto da parte del movimento di liberazione omosessuale dei primordi.
Ciò che sta succedendo in questi ultimi anni nel fumetto popolare statunitense - che vuol dire in gran parte fumetti di supereroi - è certamente l'evoluzione naturale di quell'epoca pionieristica, ma anche di una svolta culturale che riflette i profondi cambiamenti in senso progressista della società, nonostante i detrattori ci vedano più banalmente una vittoria del politicamente corretto o dell'influenza di fantomatiche "lobby gay". Comunque la si guardi, questa ondata filo-gay sembra anche una risposta intelligente ad una crisi creativa e di vendite che attanaglia un filone narrativo a fumetti piuttosto esausto, con cui non solo si arricchiscono le trame, ma si conquistano i titoli dei tg internazionali e si aumentano in maniera sostanziosa le prenotazioni degli albi, almeno nel breve periodo.
C'entra anche la buona fede di autori ed editori, che vogliono svecchiare l'ambiente paludato del fumetto supereroico americano, interpretando in modo sinceramente pedagogico il loro ruolo nell'ambiente culturale del loro paese. E dal settembre 2011 è venuto meno anche l'ostacolo normativo del famigerato Comics Code of Authority, abolito il quale è finalmente più semplice per i soggettisti affrontare anche nel fumetto per ragazzi a stelle e strisce argomenti in precedenza ritenuti scabrosi.
Il primo, clamoroso coming out (la dichiarazione della propria omosessualità) ufficiale in una collana popolare avviene nel 1992 per Marvel Comics, in una storia scritta da Scott Lobdell e disegnata da Mark Pacella. Protagonista il mutante canadese Northstar, all'epoca componente degli Alpha Flight. La faccenda fu però gestita dalla Casa delle Idee piuttosto maldestramente: subito dopo la rivelazione sul personaggio, infatti, Lobdell lasciò la serie, alimentando il sospetto di una ritorsione tardiva da parte della dirigenza. Nonostante le modalità dell'operazione fossero comunque piene zeppe di stereotipi sui gay (in un primo momento si pensò persino di farlo morire di Aids) e probabilmente spaventata da una rivolta dei lettori più tradizionalisti, la Marvel decise in seguito di far dimenticare l'omosessualità di Northstar, finché il personaggio non è stato valorizzato solo in tempi più recenti, una volta entrato a far parte degli X-Men.
E qui arriviamo all'esplosiva svolta avvenuta nella primavera del 2012.
Dopo un'azzeccata campagna pubblicitaria che ha creato l'evento e ha incuriosito i media generalisti non solo americani, Northstar è convolato a giuste nozze col fidanzato afroamericano Kyle, coinvolgendo nei festeggiamenti raccontati nel numero 51 di Astonishing X-Men anche buona parte dell'universo Marvel e offrendo ai lettori ben due variant cover: una un po' più coraggiosa se rapportata al target adolescenziale – coi due sposi che accennano un timido bacio - e un'altra interattiva: accanto alle "foto" delle coppie sposate più famose della tradizione Marvel il lettore poteva incollare l'istantanea della propria coppia, con intenti inclusivi ed educativi indiscutibili.
Da parte sua la DC Comics ha risposto sull'argomento con parecchia prudenza in più. Se si escludono le decennali, sterili illazioni sul rapporto equivoco tra Batman e Robin, sopite con periodiche uscite di scena del Ragazzo Meraviglia dalla stretta continuity del Cavaliero Oscuro, possiamo dire che i primi eroi apertamente gay di questa major compaiono a partire dal 1999 sulla collana The Autorithy e appartengono all'universo parallelo della Wildstorm, quindi poco "compromettenti" per le icone della casa editrice. Anzi, visto che Apollo e Midnighter, nelle intenzioni degli autori Ellis&Hitch, sono anche una reinterpretazione in chiave omosessuale proprio di Superman e Batman, la casa editrice sperimentò in un certo senso il gradimento dei lettori su questi temi. Che non sembrò mancare, poichè in seguito i due supergay si sono sposati e hanno adottato una bambina.
Da lì in poi la strada per i personaggi gay nel fumetto per ragazzi è sembrata spianata. Negli anni successivi, poco per volta, sono comparsi la prima coppia di super-adolescenti gay (Wiccan e Hulkling dei Giovani Vendicatori), l'aliena lesbica Karolina Dean/Lucy in the Sky, promessa sposa di uno Skrull che cambia sesso per lei (su Runaways), il mutante adolescente afroamericano e bisessuale Prodigy/David Alleyne (su Nuovi Mutanti), la mutante vietnamita lesbica Karma/Xi'an Coy Manh (su Astonishing X-Men), il Wolverine alternativo James Howlett che ha una relazione col semidio Ercole (su X-Treme X-Men), e così via.
Salta subito all'occhio allora quanto, col passare degli anni, la Marvel abbia ampiamente superato la Distinta Concorrenza in fatto di attenzione ai character omosessuali, spesso giovani come i suoi lettori: la stessa major calcola, considerando tutti i multiversi narrativi, in ben 110 i personagg glbt delle proprie pubblicazioni!
Non che manchino esempi anche in casa DC: soltanto, soprattutto negli ultimi tempi, sembra proprio che la strepitosa Batwoman lesbica realizzata dal magico duo J. H. Williams III/W. Haden Blackman e il giovane adolescente gay Bunker dei Teen Titans siano più l'eccezione che conferma la regola, a giudicare da alcuni incresciosi episodi che hanno gettato più di un'ombra di omofobia sulla casa editrice di Superman e Batman.
La scelta dello scrittore Orson Scott Card per la sceneggiatura di alcune storie dell'Uomo d'Acciaio sulla nuova testata Adventures of Superman, ad esempio, si è rivelata fin da subito quantomeno incauta, visto che il signore in questione non è soltanto l'autore di un fortunato romanzo sci-fi del 1985 trasposto di recente al cinema, Ender's Game, ma è anche un fervente mormone nonché leader di un'associazione religiosa apertamente antigay, la National Organization for Marriage, che si prefigge di ostacolare in terra statunitense il raggiungimento dei diritti civili da parte degli omosessuali. Una connotazione politica così smaccatamente antilibertaria non poteva passare sotto silenzio in un paese come gli Usa dove i fumetti fanno davvero opinione, cosicchè all'inizio del 2013 molti lettori gay e gay-friendly, compresi i titolari di molte fumetterie in Usa e in Canada, hanno deciso di boicottare preventivamente tutte le future storie di Superman che avessero portato la firma dello scrittore omofobo, facendo pressione sulla DC affinchè Card venisse sollevato dall'incarico e minacciando di disertare le sale che avessero proiettato il film tratto da Ender's game, sapendo bene che una fetta cospicua degli incassi derivati dalla pellicola finanzieranno le campagne d'odio portate avanti dall'associazione mormone di Card.
A rompere le uova nel paniere dei dirigenti DC s'è poi aggiunto il disegnatore incaricato di illustrare gli albi scritti da Card, Chris Sprouse, che ha rinunciato al progetto all'inizio del marzo 2013 a causa dell'eccessivo clamore mediatico suscitato dalla vicenda. Alla fine la DC sembra aver desistito dal proprio intento, almeno a giudicare dai credits degli albi di Superman, dove nei mesi successivi alla polemica il nome di Card non è mai apparso nè sul cartaceo, nè sulle versioni digitali.
Un altro episodio, risolto però in senso opposto al precedente, ha coinvolto la sceneggiatrice Gail Simone, titolare della testata di Batgirl e particolarmente nota per le sue posizioni pubbliche in favore dei diritti delle donne e degli omosessuali. A spaventare la evidentemente timorata DC sembra essere stato più che altro il lavoro di Simone sulle testate affidatele, forse "colpevole" di aver riportato in auge un vecchio quanto semisconosciuto nemico di Batman, Catman, descritto come bisessuale e genitore naturale di un bambino, e per aver fatto fare coming out come transessuale MtF (da maschio a femmina) alla compagna d'appartamento di Barbara Gordon, Alysia.
Licenziata nel dicembre 2012 via mail senza tante cerimonie, dopo le accorate proteste dei lettori la Simone è stata in seguito reintegrata nel suo ruolo.
Un pasticcio dopo l'altro sintomo di una deriva moralizzatrice dei fumetti DC? Difficile a dirsi; certo è che a questi scivoloni in campo glbt possiamo annoverare anche la progressiva "eterosessualizzazione" di Wonder Woman che porterà il personaggio a intrecciare una relazione amorosa nientemeno che con Superman; la morte prematura del fidanzato del Green Lantern di Terra-2 immediatamente successiva al discusso recente coming out del redivivio Alan Scott; l'annuncio poi goffamente smentito di un imminente matrimonio tra Katherine Kane-Batwoman e la capitano della polizia di Gotham City Maggie Sawyer, retromarcia che ha indignato gli autori Williams III e Blackman tanto da convincerli ad abbandonare la testata per aver dovuto mandare all'aria il lavoro pianificato da mesi sulle future avventure di questa consolidata coppia lesbica del Bat-universo.
Per rimediare a quest'ultima figuraccia, il direttore della DC Dan DiDio ha poi assunto uno sceneggiatore dichiaratamente gay per sostituire su Batwoman i due transfughi: si tratta di Marc Andreyko, che ha annunciato di voler comunque rafforzare la vita di famiglia dei due personaggi a partire dal numero 25 anche senza farli sposare.
C'è poi un terzo incomodo che ha sbaragliato tutte le altre major di fumetto per ragazzi nel rapportarsi coi personaggi omosessuali: è John Goldwater, co-amministratore delegato della Archie Comics. Goldwater ha da poco ereditato dal padre la gestione delle testate dedicate ad Archie Andrews, con all’attivo migliaia di pagine, show televisivi e merchandising di ogni tipo, coi quali intrattiene le famiglie americane da svariate generazioni (il personaggio è del tutto inedito da noi).
Non di supereroi si tratta, ma d’inoffensive commedie scolastiche nelle quali il diciassettenne protagonista si divide tra la bionda Betty e la mora Veronica. Poi, nell’agosto del 2011, nella cittadina immaginaria di Riverdale gli sceneggiatori fanno approdare Kevin Keller, gay dichiarato, il cui notevole gradimento convince i responsabili della Archie Comics a dedicargli una testata tutta sua. "L'introduzione di Kevin nasce dall'idea di rendere sempre più accogliente e al passo coi tempi il mondo di Archie”, ha spiegato Goldwater. I suoi progetti su Kevin erano in verità ancora più ambiziosi, visto che nel febbraio dell'anno successivo, in una collana parallela dove si immagina il futuro degli abitanti di Riverdale, è stato pubblicato l’albo che racconta il matrimonio tra l'ormai veterano di guerra (in Iraq) Kevin Keller e il suo fisioterapista afroamericano, Clay Walker. Risultato: boom di vendite e albi esauriti in pochi giorni. Il linguaggio dei fumetti di Archie è da sempre piuttosto edulcorato e in questo caso sono del tutto assenti le scene di sesso o anche le semplici effusioni tra uomini; eppure la sola esposizione nei negozi della castissima copertina dell’albo con le nozze di Kevin ha mandato su tutte le furie parecchi commentatori conservatori. Un’associazione di genitori, OneMillionMoms, già nota alle cronache per altre crociate contro i fumetti "diseducativi", ha minacciato di boicottare i negozi di giocattoli se continueranno ad esibire il fumetto incriminato: “Questo è l'ultimo posto dove un genitore si aspetta domande dei propri figli su argomenti per loro troppo complicati da capire”, rimproverano le mamme indignate dal loro sito. L’editore di Kevin Keller si dichiara dispiaciuto delle reazioni negative al matrimonio del suo nuovo personaggio, ma non si scompone: “(Le associazioni di genitori) hanno diritto alla loro opinione, così come noi alla nostra. Kevin sarà per sempre parte integrante di Riverdale e vivrà una vita felice in un mondo senza pregiudizi, al riparo dall’odio e dalla mentalità ristretta delle persone”.
Detto fatto, nel corso del 2013 il personaggio ha vinto il primo premio nella categoria fumetti del GLAAD, l'associazione Usa che contrasta l'omofobia nei mass media; è diventato testimonial ufficiale della campagna antibullismo It Gets Better e coprotagonista, insieme agli altri amici di Riverdale, di un crossover fumettistico con il mondo della serie televisiva cult – e gay friendly - Glee; inoltre, lo scrittore Paul Kupperberg gli ha dedicato un romanzo di narrativa semplicemente intitolato Kevin. Mentre sulla serie regolare il Kevin Keller adolescente è alle prese con la sua prima cotta, il suo creatore Dan Parent ha fatto dichiarazioni molto chiare per stigmatizzare la recente deriva omofoba della legislazione russa, prospettando un probabile campagna di protesta dalle pagine del suo fumetto. Niente male, per essere soltanto un giornalino per ragazzi...
saggio diMassimo Basili