Tutto macho, così frocio

Intervista a Boy George

30 luglio 2006, "Pride" maggio 2006

Provocatore, irridente, inaffondabile Boy George. In Italia per un tour come dj, ruolo nel quale sta mietendo parecchi successi, ci ha concesso un'intervista, nonostante si fosse negato a diversi giornali non gay italiani. Ecco quel che ci ha detto.



Il suo manager aveva sostenuto che non avrebbe rilasciato interviste, ha fatto eccezione soltanto per noi e mi ha ricevuto nel suo camerino, alle 3:00 del mattino, poco prima di cominciare il suo dj-set. Ben due tappe in Italia, lo scorso mese, nella veste (indossata splendidamente) di disc jockey, al Billy di Milano ed allo Skylight di Verona; prossimo appuntamento il 1 giugno al Frau di Torre del Lago (Lu).


Ciao Boy, come va?

Tutto bene, grazie!


Recentemente hai pubblicato alcuni album con lo pseudonimo The twin e proponi altri progetti, disponibili sul tuo sito www.moreprotein.com e sul nuovo www.iamboygeorge.com Questi progetti però non seguono la distribuzione ufficiale. Quali sono i motivi di questa decisione, e come possono fare i tuoi fans per procurarsi le tue ultime produzioni?

Ho acquistato recentemente un sito web, www.iamboygeorge.com, perché tutti gli altri siti a me dedicati erano improntati troppo sugli anni '80 e sulla mia produzione legata a quel periodo.

In questo modo ho potuto mettere online, proprio come si fa in un club o in una radio, tutti i miei nuovi progetti, che non sono pop music, ma cose un po' più elettroniche.

Il sito ti permette di essere libero e di non scendere a compromessi, così posso produrre e presentare la musica che voglio, nel modo che mi pare.

Non ci sono di mezzo major o radio. Con il sito ho il totale controllo della situazione, nella libertà che ritengo opportuna per il mio lavoro d'artista. Tutto quello che faccio ora (dischi, foto, e quant'altro) finisce su internet, ed è li che è reperibile.


Hai in programma di realizzare qualcosa di nuovo?

Sì, ci sono dei nuovi progetti che dovrebbero andare in distribuzione anche in America. Si tratta di cose in stile r'n'b e reggae, ma a tematica strettamente gay. È un progetto molto controverso, rispetto a The twin, perché mi occuperò di musica reggae e cercherò di conquistare questo mondo, dove di solito i testi sono omofobi ed antigay, mentre le mie saranno in qualche modo canzoni di protesta.


Tornerai a cantare dal vivo, che cosa si devono aspettare i tuoi fans?

Niente di ciò che hanno visto finora! (ride)


Hai pubblicato persino un libro di ricette: vuoi parlarcene?

Sì, sono più di vent'anni che colleziono ricette, mi piace molto il cibo. Questo mi accomuna molto a voi italiani, perché anche qui il cibo è al top. Però io non mangio carne, ho un'amica che cucina benissimo ed ho fatto il libro con lei, che di solito cucina per me.


Come hai deciso di cominciare a fare anche il dj?

In realtà non ho deciso. Avevo già fatto il dj nel '79, allora però era una cosa totalmente diversa da adesso. Poi qualche anno fa mi sono ritrovato in un locale, una chill-out room dove avevano messo una cassetta. Trovando la cosa molto noiosa, parlai con gli organizzatori e, la sera stessa, cominciai a mettere i dischi. Da lì la cosa è continuata per cinque anni, una volta al mese: me l'hanno proposto e a me andava.

Io sono comunque un grande fan della musica ed ho sempre comprato i dischi, quindi è una cosa che mi è venuta naturale. Poi sono arrivati dei promoter che mi hanno proposto di suonare in altri club e così è diventata un'altra carriera.


Come sono i tuoi dj set, vuoi descriverceli?

Cerco di essere sempre molto moderno: personalmente preferisco la musica house di qualche anno fa, i classici. Quindi metto alcuni pezzi molto vecchi e li alterno con altri molto nuovi. Adoro i bootleg [dischi pirata, dove si usa rimontare hit classiche su basi nuove, N.d.R.], ogni volta, però, devo capire il pubblico che ho davanti e fare in modo che sia contento. Diciamo che suono party music!


Preferisci suonare nei club gay o in quelli etero?

Ho cominciato a suonare nei club etero, semplicemente perché avevo cominciato in quel giro e poi si è sparsa la voce.

Poi è successo che il Crash di Londra mi ha ingaggiato per una serata e da qui hanno cominciato a chiamarmi anche gli altri club gay.

A me piace suonare in entrambi allo stesso modo, quando si tratta di farlo ed ho un'opportunità io vado. È però più difficile suonare nei club gay perché ti vogliono pagare molto meno! (ride)


Adesso in Inghilterra le unioni civili gay sono legali... vuoi sposarmi?

No, no, io non voglio sposarmi con nessuno! (ride)


Scherzi a parte, sei contento di questa vittoria?

Il matrimonio, secondo me, è una cosa che culturalmente appartiene agli etero ed alla loro mentalità. È ovvio che deve esserci il diritto e la possibilità di farlo, se uno lo vuole - e per voi in Italia sarà una cosa molto difficile. I gay che lo fanno cercano di emulare un comportamento eterosessuale.

Noi siamo cresciuti per essere alieni. Tali ci hanno fatto sentire, è inutile che adesso vogliano equipararci: ci siamo abituati ad esserlo e comunque questo siamo, con o senza matrimonio: la nostra mentalità è diversa.

Il matrimonio è inutile. A me non piace e non interessa essere normale. Del mio status di gay adoro il fatto che sono libero, non sono tenuto ad avere una relazione che mi duri tutta la vita, ad avere una famiglia e a fare sesso solo per fare i bambini etc.

Mi piace tutto questo, e del matrimonio non m'importa niente.


Un messaggio di Boy George ai fans italiani?

Siate più gay e meno etero!

(E poi ha aggiunto in italiano, con un forte accento inglese: "Tutto macho, così frocio"! ).


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