Il sognatore di fantasmi

22 novembre 2007, "Aut", n. 95, novembre 2007

Il protagonista si muove in un mondo in cui gli esseri sono isolati, inetti a stabilire un reale contatto e in lotta per sfuggire all'inevitabile fine.

Un mondo in cui un eros "agonizzante" sa promettere solo sballi fugaci, dove la vista di chiese o sinagoghe provoca narcolessia, e il valium resta l'unico dio in circolazione. È un insegnante di chitarra classica che ha lasciato l'America falcidiata dall'aids per il carcere/esilio del Portogallo.

Cerca un giovane che lo aiuti col suo talento musicale e la sua tenerezza a colmare il senso di vuoto, a lenire lo strazio per le devastazioni che il virus ha seminato nella sua cerchia d'amici. Qui, in fuga dalla "tigre" della malattia, dai dolorosi ricordi che lo ossessionano per la perdita di tanti cari, incontra António, un promettente allievo, sieropositivo.

Con lui e con suo padre, il "sognatore di fantasmi" intraprenderà un pellegrinaggio on the road per un'audizione a Parigi, lottando contro le resistenze le chiusure e gli scatti d'ira del ragazzo accecato dall' "omino di sabbia" dell'hiv che gli impedisce di scorgere un futuro e lo avvolge "in ragnatele di paura".

Una paura che penetra nei polmoni "a ondate, come una marea"; il terroreper un destino segnato che spinge António in rotta di collisione con la terra dei vivi. Il maestro saprà strapparlo dalle tenebre del silenzio, perseverando nel suo amore, consapevole come dentro ogni persona palpiti una farfalla in attesa di liberarsi dal bozzolo e spiccare il volo.

Leggeranno insieme "Il canto a me stesso" di Whitman: «A malapena saprai chi io sia, cosa significhi, / ma tuttavia t'infonderò salute, / purificherò, rafforzerò il tuo sangue. / Se subito non mi trovi non scoraggiarti, / se non mi trovi in un posto cercami in un altro / in qualche posto mi sono fermato e t'attendo».

"Unholy Ghosts", scritto nel 1996 alla fine di un tormentato decennio in cui cominciava a intravedersi una qualche luce nella lotta contro l'aids, si presenta - sulla falsariga dell'accorato "De Profundis" di Wilde - come una lunga lettera per un amico, Carlos; vi sono anticipate alcune atmosfere de "Il voltapagine" di Leavitt. Una scrittura incandescente che cattura e mozza il fiato per la sua intensità, un messaggio in una bottiglia lanciato nell'oceano della vita, a futura memoria, dove si mescolano rabbia e nostalgia, desiderio di evasione e impietoso scavo della verità, voglia d'affetto e di paternità, la speranza di una cura per l'aids, la rivolta contro l'assedio dell'omofobia.

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