Festa per il caro amico White

5 aprile 2005, "Aut", n. 61, agosto-settembre 2004, con il titolo "Festa per il caro amico White"

Nato a Cincinnati (Ohio) il 13 gennaio 1940, intellettuale "organico" del movimento glbt, artista di successo che salda una poliedrica creatività alle battaglie per i diritti civili, White ha scandagliato "le emozioni, le fantasie, le conquiste e i dolori che hanno caratterizzato la vita e l'evoluzione della comunità gay dagli anni '50 ai giorni nostri, sempre consapevole di far parte di una cultura minoritaria" (così Francesco Gnerre), da cui giungono ultimamente le proposte più vitali anche per il resto della società.

Con la sua tetralogia autobiografica, White ci ha fatto percorrere mezzo secolo di storia, iniziata con la scoperta della sua vocazione: "Scrivere è come salvare un bambino che stava annegando", rivelerà con un'intensa similitudine.

Dalla frustrata educazione sentimentale di un adolescente gay nella provincia americana degli anni '50, A boy's own story (1982; Un giovane americano, Einaudi 1990) - alla rivolta di Stonewall che suggella The beautiful room is empty (1988) [E la bella stanza è vuota, Einaudi, 1992], fino all'epocale tragedia dell'Aids in The farewell symphony (1997; La sinfonia dell'addio, Baldini 2000) e The married man (2000, L'uomo sposato, Baldini 2001), White ha narrato la solitudine e la promiscuità, l'amore e la morte che hanno coinvolto la comunità e l'autore stesso con la perdita di molti amici e del suo compagno; l'intero ciclo (1400 pagine) è stato tradotto da Sandro Melani, con una resa straordinaria, tra il 1990 (Un giovane americano) e il 2001 (L'uomo sposato).


Dopo aver inaugurato la sua carriera letteraria con Forgetting Elena (1973), White anima il "Violet quill", un circolo di scrittori gay newyorchesi che si riunisce per leggere e recensire i propri scritti: degli originali sette componenti, quattro verranno falciati dall'Aids, e lo stesso White dal 1984 dovrà convivere con la sua sieropositività.

Sempre in prima linea nella testimonianza e diffusione della cultura gay, col dr. Silverstein pubblica una coraggiosa guida ai piaceri dello stile di vita gay, The joy of gay sex (1977; Le gioie dell'omosessualità, CSTS 1985).

Segue un visionario romanzo omoerotico, intarsiato di una favolosa liricità barocca, Nocturnes for the king of Naples (1978).

Nel 1980 fa scalpore con States of desire: travels in gay America (Stati del desiderio. Guida alle città e agli uomini americani, Zoe 1999), una mappa della vita omosessuale negli States prima della devastazione dell'epidemia.


Coinvolto da sempre nelle battaglie politiche per la dignità glbt, White è tra i fondatori della "Gay and Lesbian Health Crisis" nel Village: "Quando abbiamo cominciato ad organizzarci, la sola cosa che ci è venuta in mente di fare è stata una festa disco. Vivevamo in un tale ghetto, che non avevamo pensato che l'Aids fosse un problema della sanità nazionale e che avremmo dovuto rivolgerci alle istituzioni" (White, colloquio con Di Lellio, 1999): sono gli anni della reazionaria gestione reaganiana, sorda all'emergenza che si profilava.

"Quando si restringono o vengono criminalizzati gli spazi di incontro gay, White è tra i pochi ad affermare che concentrare tutta l'attenzione sulla malattia conteneva il pericolo della perdita delle libertà conquistate a caro prezzo", ricorda Gnerre.


Nel 1984 si trasferisce a Parigi (vi rimarrà circa quindici anni) dove comincia a lavorare con Daniel Defer (compagno di Michel Foucault, il grande archeologo del sapere appena stroncato dall'Aids, di cui White era stato molto amico) per organizzare il primo gruppo di lotta contro l'Aids.

Osserva Gnerre: "Assumere l'omosessualità come tema di un'opera letteraria non è più difficile come qualche decennio fa, ma molti scrittori seguitano a rifiutare l'etichetta "gay" perché temono di ghettizzarsi, di essere marginalizzati. In Europa stenta ad affermarsi una cultura imperniata sulle differenze, preferendo farle scomparire in una (vecchia) idea di universalità dell'arte".

Ed è il momento di Genet: a biography (1993; Ladro di stile, il Saggiatore 1998) e di Marcel Proust (1999), sull'omosessualità dei due scrittori francesi White incentrerà saggi acutissimi, chiarendo che, pur restando grandi narratori indipendentemente dalle loro scelte amorose, ignorare o rimuovere il loro vissuto gay castrerebbe il nucleo profondo della loro opera, oscurandone molti aspetti.


Una indispensabile silloge dei suoi saggi, indizio dei suoi onnivori interessi legati alle culture glbt, è pubblicata nel 1994: The burning library.

Seguono i racconti Skinned alive (1995; Scorticato vivo, DeriveApprodi 2002), e nel 2001 Fanny, a fiction.

Attualmente lavora alle sue memorie: titolo provvisorio Different lives.


"C'è nella sua opera una forte determinazione a resistere, a non lasciarsi travolgere, a non ricadere nel nostro passato di auto-condanna e ostilità nei confronti di noi stessi" chiarisce Gnerre, per poi citare White: "Può sembrare strano che tre giorni di rivolta possano influenzare una cosa soggettiva come l'amore, ma senza dubbio quello che la sommossa di Stonewall ha cambiato non è stato tanto l'amore quanto la stima di sé, da cui dipende l'amore reciproco".


Farinetti, per il quale White è con Proust l'autore autobiografico per antonomasia del Novecento, sottolinea la sbalorditiva leggerezza della sua tessitura, "il gioco spiazzante del sorriso, senza il quale la materia letteraria diverrebbe quasi insopportabile" e "il talento con cui ci racconta la carnalità in un modo forte, crudo ma - di nuovo - molto divertente".

Interviene White: "Ho deciso di essere realistico nella descrizione della sessualità. La pornografia deve attenersi ad una serie di regole ferree per essere la lettura "per una sola mano", mentre io mi sono concentrato su una scrittura "erotica" che includa tutti i piccoli pensieri che passano per la testa quando si fa l'amore, e questo, per dirla con Bergson, fa scattare l'umorismo per la frattura che spesso scollega il corpo dalla mente".


Per Cotroneo, infine, "i libri di White ci rassicurano, ci insegnano a non aver paura: della differenza, della gioia di un amore, della malattia, delle emozioni, della morte".

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