Villordo, Oscar Hermes

27 novembre 2006, "Il Figlioccio", Roma, Fabio Croce, 2006

Nato nella regione del Chaco, nel centro nord dell'Argentina, nel 1928, morì a Buenos Aires nel 1994. Giornalista e critico letterario collaborò con varie pubblicazioni argentine e fu autore di molti libri.

Il merito di Villordo fu quello di fare pubblico il suo orientamento sessuale in un momento nel quale il coming out non era di moda, né in Europa né negli Stati Uniti, e che tarderà ad arrivare in Argentina fino alla fine del XX secolo.

Per capire l'importanza della figura di Villordo, relativamente al filone della letteratura omo-erotica, si deve tener presente che la visibilità omosessuale in Argentina è stata fin da tempi remoti relegata in un cono di ombra nell'ambito delle malattie e della delinquenza; solo alla fine del XX secolo si è raggiunto un grado di esposizione pubblica fino a raggiungere, ai nostri giorni, lo stesso livello di visibilità che ha in qualsiasi Paese di cultura occidentale.


La letteratura di Villordo comparve insieme alle prime azioni degli attivisti dei gruppi per i diritti umani e della popolazione LGTB che erano sorte a Buenos Aires come riflesso della rivolta di Stonewall nel 1969 e che, silenziate durante la dittatura del 1976-1983, tornarono alla carica nel nuovo periodo democratico che cominciò con il trionfo del radicalismo.


Il 9 settembre 1993, attraverso un articolo sul quotidiano La Nación, Villordo fece pubblica la malattia che poco dopo lo avrebbe portato alla morte "A me non accadrà. Invece è accaduto. Ho l'Aids. Lo so da due anni. Non l'ho detto prima perché il dolore è personale e se lo dico adesso è con l'unico scopo di essere utile. Se non lo sarò, chiedo perdono fin da adesso".


Quello che era stato un segreto tra pochi nel mondo letterario, tramite questa rivelazione pubblica portò Villordo - tra un ricovero e un altro - a una militanza rassegnata ma attiva. Rilasciò interviste, riconobbe senza molti giri di parole che si era contagiato per via della sua promiscuità sessuale, invitò a fare le analisi e a non discriminare gli ammalati.. Erano anni in cui in Argentina la Chiesa Cattolica faceva sentire ancora prepotentemente la sua pressione sulla società e i monsignori suggerivano, insieme a tante altre scempiaggini, di mandare i gay e le lesbiche a vivere su un'isola. Villordo, cattolico praticante, finì con l'affrontare i portavoce della chiesa continuando a sostenere la sua fede. Morì il primo giorno del 1994. Il suo cammino letterario non fu lineare, ma le sue contraddizioni forse hanno reso ancora più interessante la sua letteratura.


Tra la sua produzione e i suoi premi: Poemas de la calle (1953), Teníamos la luz (poesie, 1962), i romanzi El bazar (1966), Consultorio sentimental (1971), il saggio Genio y figura de Adolfo Bioy Casares (1983) e una biografia di Manuel Mujica Láinez: Manucho (1991). Curò edizioni di Miguel de Unamuno, Florencio Sánchez, Nicolás Guillén, Marabbo e Jean Paul Sartre. Premiato con Faja de Honor de la SADE (Sociedad Argentina de Autores), la Pluma de Plata del Pen Club Internacional, il Premio Municipal de Literatura e un riconoscimento Fullbright.


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Oscar Hermes VillordoFiglioccio, Ilromanzo2006