Swordspoint: a Melodrama of Manners

27 giugno 2011

Recensione di Armanda Fizzotti

Questa storia racconta di una città divisa in due. Da una parte c'è la Città Alta, dove la nobiltà architetta i propri giochi di potere mantenendo una facciata di sfarzoso decoro e ufficiosa affabilità nelle pubbliche occasioni. Dall'altra c'è Riverside, un quartiere di antichi palazzi che secoli prima i nobili hanno abbandonato e sono ora ripopolati dai rifiuti della società: accattoni, prostitute, ladri, assassini si spartiscono quelle che un tempo erano stati sontuosi salotti e sale da ballo, trasformandole in taverne, bordelli, lavanderie e appartamenti, dove ancora sopravvivono a tratti un affresco o un intarsio, corroso dal tempo e dalla vita selvaggia di questa società al di fuori della società, dove nemmeno la guardia cittadina osa avventurarsi.

Gli spadaccini sono l'unico motivo per cui ai nobili ancora interessa Riverside. Uomini che basano ogni loro prospettiva di guadagno sulla punta della loro spada e sulla propria capacità di sopravvivere ad un duello e portare a casa la parcella dovuta, i professionisti della spada hanno fatto la loro fortuna il giorno in cui la nobiltà decise quanto fosse poco elegante risolvere le divergenze con le proprie mani, specialmente quando avevano il denaro necessario per garantirsi i servigi (e spesso la vita) di uomini di più bassa estrazione sociale.

Quando il romanzo si apre, nella Città Alta si sta per eleggere la nuova guida politica, qualcuno vorrebbe proteggere il miglior partito, qualcuno cerca il proprio tornaconto nella faccenda, qualcuno bada alle proprie sordide bramosie e se ne disinteressa e qualcuno muove i suoi giovani passi verso qualcosa di più del piccolo mondo dorato che ha conosciuto finora. Tutti si aspettano qualcosa da Richard St. Vier, il miglior spadaccino di Riverside (forse il migliore di tutti i tempi). Nonostante la sua fama, Richard è una persona semplice e riservata, senza grandi pretese e fedele al proprio senso dell'onore. L'unico attaccamento che sembra avere è per Alec, uno strano ragazzo dal passato misterioso, dalla parlantina sagace e tagliente e con fin troppa fascinazione per l'idea di finire ammazzato in maniera "eclettica". Pur essendo una coppia apparentemente male assortita e piuttosto disfunzionale, la loro relazione finirà per essere, quasi per caso, il vero risolutore della vicenda, a dispetto dei tanti piani architettati alle loro spalle.


"Swordspoint"è un romanzo avvincente ed originale, del tutto slegato al romanzo fantasy classico. E' ambientato in una città che ha in sè un po' della Londra Elisabettiana, della Parigi del 18esimo secolo e anche un pizzico di New York, ed è descritta con vivacità ed eleganza da una scrittrice di altissimo livello. Ellen Kushner è un'abilissima artigiana della parola, sa rendere vivo, reale e verosimile il suo mondo immaginario con uno stile che sa passare dal poetico al sarcastico senza farti mai sentire spaesato. Ha un modo molto discreto di farti conoscere i suoi personaggi, te li muove davanti e, pagina dopo pagina, scopri che è riuscita a farti capire tutto di loro senza bisogno di spiegarti nulla.

Il rapporto tra Richard e Alec è un amore atipico, nato tra due personalità improbabili e che riesce però a riempie gli spazi delle pagine senza che mai la parola amore debba essere espressa. E' spigoloso, perchè i caratteri dei due sono a loro volta spigolosi, e rovinato dall'incapacità di Richard di prendere in considerazione un modo di vedere le cose diverso dal proprio e dall'incapacità di Alec di liberarsi delle sofferenze del passato al punto da compromettere la sua felicità presente. Si scambiano un romanticismo tutto personale, in alcuni momenti addirittura macabro, e lo scambio di effusioni tra di loro è difficile. Non è un idillio, come nessun vero rapporto lo è mai, ma la profondità che riesce a raggiungere è immensa; ci sono delle scene di loro due che fanno quasi venire le vertigini davanti all'immensità del sentimento che si intuisce scorrere dall'uno all'altro.

Il tema dell'omosessualità è una presenza assenza in questo romanzo, presente appunto nella vicenda personale dei protagonisti e di altri personaggi secondari, ma contestualizzata in un mondo dove non esiste discriminazione a riguardo,non viene quindi mai vissuta come problematica. Può essere davvero piacevole e rinfrescante immergersi in una vicenda intrigante e avvincente, godendo del rapporto tra i due protagonisti per quello che è, senza alcuna ripercussione o giudizio negli occhi dell'universo che li circonda.

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